Il sentiero dell’Antica Pieve è un itinerario realizzato grazie ad un progetto di alternanza scuola-lavoro dell’Itet Pasini di Schio. Il sito su cui si sviluppa il sentiero è una piccola collina a Pievebelvicino dove sono presenti i resti di un antico castello.
La chiesa di Santa Maria è il punto di partenza dell’itinerario lungo 2,3 km con un dislivello in salita di 150 metri e più ripido nella parte centrale. Salendo dalla piazza e percorrendo via Borgofuro, dopo un centinaio di metri sulla destra si imbocca la strada che conduce al castello di Belvicino. Poco dopo, a destra, una mulattiera porta al leggendario Buso della Regina, una cisterna per la raccolta dell’acqua sorgiva.
Una leggenda è quella del “sotterraneo vòlto”: una via nascosta attraverso la quale gli abitanti del villaggio potevano raggiungere il castello. Oltrepassato il Buso, inizia la parte più ripida, lungo la quale si vedono alcuni tratti del passaggio segreto, al termine del quale un’angusta apertura immette in una cavità naturale. Si tratta della Grotta dell’Acqua, che serviva per l’approvvigionamento idrico.
Raggiunta la sommità del colle, si trovano i resti del castello vescovile, costruito nel X secolo e smantellato nel 1514. Il panorama verso la pianura permette di abbracciare con lo sguardo tutto l’orizzonte: da Monte Raga sulla destra fino a Magrè, Schio, Santorso, al Summano e ben oltre. Alle spalle i monti che delimitano la Val Leogra: Enna e Novegno a nord, i vicini Naro, Cengio, Civillina da ovest a sud e, più lontano, verso ovest, il Pasubio, il Sengio Alto e il Carega.
Dal castello l’itinerario prosegue in discesa giungendo all’area fortificata della Bastia, una costruzione che aveva funzioni di difesa e vigilanza. L’edificio, adattato a casa rurale, continuò ad essere abitato anche dopo la distruzione del castello e fu abbandonato solo alla fine degli anni ‘60. Proseguendo lungo via Castello si notano sulla destra i ruderi degli impianti della concessione mineraria e si arriva alla piccola centrale idroelettrica di Rillaro. Giunti sulla strada che collega Torrebelvicino e Pieve, incontriamo il Pilone della fune telodinamica, solitario esempio di archeologia industriale.
Poco prima di ritornare al punto di partenza, c’è l’ingresso al Rifugio antiaereo scavato nella roccia durante la seconda guerra mondiale. Il percorso si conclude tornando alla chiesa matrice della val Leogra, già collegiata di Schio. Questa è l’antica Pieve di Belvicino, centro religioso di un vasto territorio. Le sue tre prerogative, il battistero, l’altare e le tombe, sono ricordate in un’iscrizione posta nell’atrio. Il fonte battesimale bassomedievale è ancora conservato al suo interno.