Pile: pericolose per l’ambiente se smaltite in modo errato, ma fonte di materiali preziosi se inserite nel circuito del riciclo

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Pile

Sono piccole ma pericolose e le troviamo dappertutto: per le strade, nei cestini stradali e anche accanto ai contenitori dei rifiuti. Sono le pile, oggetti fortemente inquinanti che troppo spesso vengono abbandonate nell’ambiente e non trovano la via per un corretto smaltimento. 

“Le pile contengono materiali altamente inquinanti – spiega il presidente di Etra Flavio Frasson – metalli pesanti: cromo, cadmio, rame e zinco pericolosi per l’ambiente e per la salute di uomini e animali. Basti pensare che ogni pila contiene circa 1 grammo di mercurio, quantità più che sufficiente per inquinare 1.000 litri di acqua”. Ecco perché le pile e gli accumulatori portatili (le batterie ricaricabili), una volta esaurito il loro ciclo di vita non devono essere gettati via con i rifiuti indifferenziati o, peggio, nell’ambiente, ma raccolti separatamente e conferiti nei Centri di Raccolta di Etra. Una valida alternativa è portarli in uno qualsiasi dei punti dove si vendono questi oggetti, dalle cartolerie ai grandi magazzini, dalle edicole ai supermarket, che sono obbligati a ritirarli. “Le pile possono essere consegnate al negoziante anche se non si è provveduto ad acquistarne altre – puntualizza Frasson- così come succede per i piccoli RAEE. Cobat, il Consorzio di filiera, si occupa poi della raccolta e del corretto smaltimento”.

“Ricordo che l’inserimento delle pile nel circuito di riciclo comporta molti vantaggi, e non solo ambientali – continua Frasson – Per ogni tonnellata di batterie alcaline raccolte possono essere recuperati più di 300 chilogrammi di zinco e 250 di ferro e nichel che possono essere utilizzati per rifabbricare diversi tipi di oggetti: da forchette e cucchiai da tavolo, a targhe per auto, batterie e pannelli fotovoltaici”.

In particolare, dalla frantumazione o dalla macinazione delle pile alcaline si ottengono:

  • materiali plastici, che verranno successivamente riciclati in graniglia di plastica.
  • metalli ferrosi come acciaio e ottone della copertura, destinati all’industria siderurgica per ottenere nuovamente la materia prima. 
  • zinco, ossido di magnesio, piombo e latta, destinati a impieghi disparati nell’edilizia, nell’automotive e nell’attrezzatura sportiva.