“Pillola dei 5 giorni dopo”, Aifa: senza ricetta per le minorenni. Aduc e Popolo della Famiglia su posizioni opposte

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Pillola del giorno dopo
Pillola del giorno dopo

L’8 ottobre l‘Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha stabilito che non sarà più necessaria la ricetta medica per le minorenni che decidono di acquistare in farmacia la “pillola dei cinque giorni dopo”, l’ulipristral acetato, noto anche col nome commerciale di EllaOne. Se presa entro 5 giorni da un rapporto sessuale a rischio, questo farmaco “induce le mestruazioni ed evita la formazione del feto”, spiega Vincenzo Donvito, presidente nazionale di ADUC (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori).

Aifa
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Questa decisione dell’Aifa, a livello normativo, colloca il Paese in una buona posizione per quanto riguarda la contraccezione, nota Donvito. Ma tra i problemi che si trovano davanti le ragazze adolescenti alle prese con questa situazione c’è innanzitutto l’informazione: scolastica, ma non solo. “Le strutture predisposte all’informazione sono limitate e, talvolta, gestite da persone che fanno di tutto per scoraggiare l’uso di qualunque dispositivo abbia a che fare con la contraccezione”, osserva il presidente di ADUC.

E, oltre alla contraccezione, si trova la strada in salita anche per quanto riguarda l’interruzione di gravidanza, almeno nel nostro Paese. “In Italia – continua Donvito –, 7 ginecologi che operano negli ospedali su 10 sono obiettori. La percentuale di obiezione supera l’80% in ben sette regioni, arrivando al 96,9% in Basilicata, senza contare gli anestesisti (48.8%) e il personale non medico (44%). Per capire meglio: in Germania gli obiettori sono il 6%, in Francia il 3% mentre in Svezia e in Finlandia non esistono nemmeno”

“Andrebbe proprio toccata – sostiene Donvito riferendosi alla legge n. 194, spesso sventolata dagli anti-abortisti –, quanto meno per far sì che il diritto di una categoria (medici, e sanitari più in generale) non impedisca l’uso del diritto da parte delle persone per cui esiste questa legge, le donne”.

A questa decisione dell’Aifa, però, non si è fatta attendere la risposta di Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia. “C’è un solo motivo che ha portato a autorizzare l’acquisto della pillola dei cinque giorni dopo anche alle minorenni senza ricetta medica: vogliono tagliar fuori i genitori delle giovanissime dalla consapevolezza del fatto e dalla decisione – ha dichiarato Adinolfi in un comunicato stampa -. È l’ennesima norma varata non solo contro la vita, ma contro la famiglia come luogo educativo”. Avverte inoltre che “il Popolo della Famiglia si mobiliterà sul territorio per chiedere ai farmacisti cattolici e obiettori di non rifornirsi di tale pillola e di non venderla”.

Alla presa di posizione di Adinolfi si è unito anche il Coordinamento Regionale Veneto del Popolo della Famiglia che bolla la scelta dell’EllaOne senza prescrizione medica come “ennesima decisione di un governo che non tenendo in minima considerazione le aspirazioni ed i bisogni reali delle Famiglie, considera le ragazze minorenni incapaci quando si tratta di contrarre atti validi ai fini di legge, e vigliaccamente e pienamente ‘mature’ per uccidere con la chimica la felicità ed il futuro che portano in grembo, azzerando di fatto ogni possibilità dei genitori di intervenire”

“Il cosiddetto farmaco detto ‘contraccezione d’emergenza’ non è un’aspirina. Se lo mettano in testa quanti lo spacciano come conquista di libertà per le donne”, termina il comunicato.