I 50 anni di un disco che ritengo un capolavoro: Pink Moon, un ricordo di Nick Drake

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Pink Moon di Nick Drake.  L’ho visto scritto e l’ho sentito dire
La luna rosa è in arrivo
E nessuno di voi può arrivare così in alto
La luna rosa vi prenderà tutti quanti (Pink Moon)

Mezzo secolo fa, il 25 febbraio 1972, veniva pubblicato un disco dal titolo “Pink Moon”. L’autore era un ragazzo di 23 anni, del quale si sapeva che aveva pubblicato altri due dischi, che erano belli ma che avevano riscosso poco successo di vendite. Si intuiva che l’autore fosse piuttosto “complicato”, schivo, timido, silenzioso. Si diceva che soffrisse di una qualche forma di depressione.

Diciamo che era un artista di nicchia. Più che “maledetto” era, forse, un “solitario”, uno che aveva difficoltà a integrarsi in un mondo che percepiva distante. Le sue canzoni erano tranquille, dolci, malinconiche. La copertina di “Pink Moon” era strana. Un insieme di disegni, apparentemente “buttati là”, fluttuavano intorno a una luna rosa di formaggio. Un’illustrazione che sembrava quella di un qualche libro per bambini o il caotico ricordo di brevi visioni infantili.

Ma quando mettevo il vinile sul piatto del giradischi e iniziavo ad ascoltare quei brani, entravo in un mondo a parte. Undici brevi canzoni. Dalla iniziale “Pink Moon” alla finale “From The Morning” autentiche meraviglie, ventotto minuti di poesia. Solo voce e chitarra con un unico assolo di pianoforte di una ventina di secondi nella prima canzone, quella che dava il titolo all’album. Nient’altro.

Ma, signori, si capiva fin dalle prime note di essere di fronte a qualcosa di speciale. Non si poteva chiedere niente di meglio né di più. Non c’era una nota che mancasse o che eccedesse. E i testi erano perfetti, brevi poesie vive come i pensieri che ti prendono alla sprovvista pieni di struggente dolcezza. La stessa che si poteva percepire nelle poche fotografie dell’autore, Nick Drake. Un ragazzo sincero che esprimeva il suo disagio di vivere. E la sensazione, ascoltando una canzone dietro l’altra, assorbendone il contenuto e lasciandosi trasportare dalle melodie, era di essere di fronte a un disco di quelli che ti possono cambiare la vita.

Per me, ancora oggi, Pink Moon è come una scatola che contiene un universo pieno di colori tenui, frutto di sentimenti profondi e di visioni delicate.

Ma si ascoltino le canzoni, ci si lasci trasportare da esse.

In copertina https://www.youtube.com/watch?v=gJ56Loi5x6k

In questo straordinario lavoro ogni brano è certamente colmo di sofferenza ma, paradossalmente, trasmette a chi lo ascolta un senso pieno di calma. La stessa che, con ogni probabilità, Nick tentava faticosamente di raggiungere. I brani scorrono e fanno sognare. La voce non invade mai l’intimità di chi ascolta, la chitarra è suonata in maniera magistrale senza sbavature, i versi sono essenziali come acqua di fonte, leggeri come farfalle in volo … queste sensazioni, ancora oggi, le sento e le vedo ogni volta che ascolto questo disco. E mi commuovo, pensando all’autore, alla sua morte due anni dopo causata da un eccesso di antidepressivi. Forse un suicidio, forse qualcosa di diverso, magari un errore nel dosaggio delle medicine, la voglia di allontanare l’ansia e i pensieri più cupi senza pensare alle conseguenze. In definitiva, forse, la sofferenza di vivere l’aveva vinto.

Così, in una notte di fine novembre 1974, Nick Drake si accomiatò dal mondo lasciandoci alcune gemme che a distanza di tanti decenni riescono ancora ad emozionare con la loro tenerezza, il loro dolore e la loro delicata armonia.

In un bel documentario sulla sua breve vita, la sorella ricorda una frase che Nick disse a sua madre e che è, in definitiva, il suo testamento: “Se avessi mai avuto la sensazione che la mia musica fosse riuscita ad aiutare qualcuno, almeno un poco, anche una sola persona allora ne sarebbe valsa la pena.”

Ecco, io so che la sua musica, i suoi versi, la sua voce hanno dato qualcosa a tanti giovani e non solo. A me, per esempio, quando ascolto “Pink Moon” mi stupisco ancora per quella sensazione di pace e tenerezza che mi regalano e che difficilmente si riesce a raggiungere da soli.

… E adesso ci alziamo
E siamo ovunque
E ci alziamo da terra
E vediamo che lei vola
Lei è ovunque
Vedi che vola dappertutto

Allora, guarda i panorami

Le infinite notti d’estate

E comincia a giocare il gioco che hai imparato

Dal mattino

(From The Morning)