Pinot grigio, Turbiana e Rondinella del nord-est. “Wine Specialists Journal”: tra vitigni autoctoni e internazionali

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Pinot grigio, credits winedharma
Pinot grigio, credits winedharma

Da degustatori incalliti e seriali sappiamo bene che dai vitigni internazionali, cioè quelli che dalla Francia si diffusero in tutto il mondo in seguito all’infestazione da fillossera a partire dal 1863, si ottengono ovunque degli ottimi vini, soprattutto se parliamo di Pinot grigio. Tuttavia, il lavoro combinato dei nostri viticultori ed enologi oggigiorno è incentrato sulla valorizzazione di tanti piccoli areali destinati alla produzione di antichi vitigni autoctoni, sopravvissuti alla devastazione che quella pandemia causò ai vitigni di tutto il mondo.

Dessimis 2018, Isonzo DOC, Pinot Grigio, Via di Romans, 14%

Pinot grigio, Dessimis, Vie di Romans
Pinot grigio, Dessimis, Vie di Romans

Con Dessimis, e con la denominazione Isonzo DOC, questo prestigioso produttore friulano, Vie di Romans, ha deciso di valorizzare il Pinot grigio, dopo essersi specializzato anche nella coltivazione di altri vitigni internazionali sul terreno del Friuli Venezia-Giulia. Alla vista questo vino si presenta con una bellissima nuance ramata senza riflesso, assolutamente limpida e brillante. Appena si avvicina il bicchiere al naso, la prima sensazione è di stupore assoluto per il ricco bouquet che sprigiona: un fruttato con sensazione di ananas, pera e litchi. Nelle fragranze del floreale la prima cosa che colpisce è il sentore di rosa, per poi percepire la peonia e il profumo dell’ortensia. Si avvertono, inoltre, un tra le erbe aromatiche sentori di lemon grass, timo e zafferano, con una lieve nota di rosmarino. È straripante la mineralità di questo vino, che s’impone al naso con profumi di gesso, che diventano presto talco e cipria, così come si percepiscono con una forte intensità le tostature di vaniglia, la cannella, la curcuma e la radice di liquirizia, note che elevano il vino ad una nobiltà e complessità unica. Infine, tra le note balsamiche si percepisce quella freschezza tipica dell’eucalipto, che lascia il posto, tra le sensazioni eteree, a note di erbe medicali. Inutile dire che si tratta di un vino meraviglioso, che raccoglie in sé un’ampiezza olfattiva e un turbinio di profumi così vasto che è difficile da trovare nei vini bianchi, al punto che addirittura la salivazione è in trepidante attesa in preparazione al sorseggio. E, in effetti, il vino non delude al gusto: secco e al tempo stesso caldo, la sua avvolgente morbidezza lo fa quasi percepire come dolce con una punta citrina, che tende a venir fuori verso la fine del sorso. Questo vino, con la sua sapidità, che aiuta il sorso, si presenta come un vino di corpo, una concezione estrema per un vino bianco, che si ritrova generalmente come accezione dei vini rossi, ma il suo equilibrio, la sua lunghezza gustativa, che resta in bocca per molto tempo dopo l’assaggio, ne fanno un prodotto di qualità definita, un vino trasversale che può essere abbinato quasi a tutto per gusto, ma anche per colore.

Le Fornaci, Rosé 2020 Tommasi, alcol 12,5% vol.

Le Fornaci, Rosé 2020 Tommasi
Le Fornaci, Rosé 2020 Tommasi

Lasciando da parte la spettacolarità conclamata del Pinot grigio, a noi della Wine Specialists Council piace anche valorizzare i vitigni autoctoni e Le Fornaci, vino rosé veneto della cantina Tommasi, si caratterizza per un interessante blend di uve Turbiana (90%) a bacca bianca e uve Rondinella (10%) a bacca nera prodotte nella zona del Lago di Garda tra Sirmione e Peschiera del Garda. Dal colore provenzale senza unghia, risulta brillante e trasparente, all’olfatto fruttato con fragolina di bosco, mora e agrumato, mentre nel floreale si avverte una nota molto leggera di lillà. Un leggero vegetale di erba tagliata anticipa i sentori di timo tra le erbe aromatiche e poi nel minerale si avverte una nota leggera di gesso per lasciare la sensazione di un vino di intensità semplice, ma di una complessità interessante. Al primo sorso lo avvertiamo secco, caldo, avvolgente nelle morbidezze, fresco, ma anche salato e con corpo esile. Le prospettive di consumo sono di un vino pronto, come molti rosé beverini del nostro nord-est, che nell’abbinamento viene consigliato con prodotti sapidi locali per antipasti veloci, ma a noi il rosé piace anche consigliarlo con la pizza!

 Di Erika Lumento e Michele Lucivero