Il vicepremier e ministro Infrastrutture Matteo Salvini si è espresso sul caso della scuola chiusa per Ramadan a Pioltello, comune della città metropolitana di Milano che il prossimo 10 aprile resterà chiusa.
Sul caso Pioltello – come riporta Ansa – si è espresso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo”, ha scritto in una lettera di risposta alla vicepreside dell’istituto comprensivo statale Iqbal Masih, che a lui si era rivolta invitandolo a visitare la scuola.
Salvini, ospite a porta a porta su Rai 1 ha replicato: “Occorre la reciprocità, non credo che in nessun Paese islamico chiudano per la Santa Pasqua o per il Santo Natale“, definendo la decisione “un pessimo segnale”.
“È un segnale di cedimento e arretramento chiudere per il Ramadan – ha aggiunto -. È giusto spiegare ai bambini di ogni etnia e religione quanto è bello conoscersi, però siamo in Italia”.
Il Corriere della Sera, raccoglie le reazioni a sinistra alle parole del leader del Carroccio: “Il Pd reagisce immediatamente con la capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi: «Non vorremmo che queste dichiarazioni del vicepremier abbiamo altre finalità e rappresentino un attacco al Presidente della Repubblica, nelle cui mani il ministro Salvini ha giurato. Meloni ci spieghi cosa va dicendo il suo vicepremier».
E poi ancora: «Salvini non vuole favorire i processi di integrazione, ma al contrario identificare nella presenza degli alunni migranti uno dei problemi di funzionamento della scuola. Il messaggio è identico a quello che viene veicolato ogni giorno in tema di immigrazione e quindi è utile ed è giusto limitare il numero degli alunni stranieri nelle nostre classi».
Ma il leader della Lega – prosegue il Corsera – rilancia e invita a correre ai ripari: «Bisogna mettere un tetto agli alunni stranieri in ogni classe. Un 20% di bambini stranieri in una classe è anche stimolante perché conosci lingue e culture. Ma quando gli italiani sono il 20% dei bambini in classe, come fa una maestra a spiegare?», ha concluso.