La tematica della tutela paesaggistica dell’ambito PIRUEA Cotorossi si è sviluppata attraverso un confronto tra il Comune e il Ministero per i beni e le attività culturali con una serie di comunicazioni.
Per riepilogare, verso la fine del 2018 il Ministero ha chiesto chiarimenti al Comune circa l’applicazione della tutela paesaggistica per l’ambito del PIRUEA visto che a partire dal 2014 esso non risultava più assoggettato a vincolo.
Il Comune ha evidenziato che il PAT e il PI avevano escluso tale ambito dal vincolo in forza dell’applicazione dei criteri di esclusione previsti dalla normativa in materia che dispongono l’esclusione delle aree che alla data del 6 settembre 1985 erano classificate dal PRG comunale come zone territoriali omogenee A e B.
Il Ministero in prima battuta ha comunicato che la classificazione delle zone urbanistiche del PRG di Vicenza vigente al tempo, non era adeguatamente chiara e pertanto l’ambito era da considerarsi vincolato.
A seguito di questa prima comunicazione, il Comune ha trasmesso al Ministero una circostanziata relazione sulla evoluzione della strumentazione urbanistica comunale, ribadendo la posizione assunta in sede di PAT e PI in merito alla ricognizione dei vincoli e tutela effettuata.
In riscontro a tali precisazioni, il Ministero ha confermato le proprie conclusioni, ritenendo pertanto l’ambito del PIRUEA Cotorossi soggetto a vincolo e ha invitato il Comune a dare corso alle verifiche e ai provvedimenti finalizzati alla regolarizzazione delle eventuali pratiche edilizie prive di autorizzazione paesaggistica.
Il Comune ha quindi preso atto della determinazione ministeriale e, informata la competente Soprintendenza, ha effettuato puntuale verifica, riscontrando in assenza di autorizzazione paesaggistica una serie di pratiche edilizie riguardanti varianti ai permessi di costruire relativi agli edifici privati, i quali risultano rilasciati con regolare autorizzazione paesaggistica.
Il Comune ha pertanto invitato la società attuatrice a presentare domanda di accertamento di compatibilità paesaggistica, al fine di provvedere alla regolarizzazione delle modifiche apportate all’aspetto esteriore degli edifici prive della necessaria autorizzazione. Onde evitare ulteriori interventi in assenza di preventiva valutazione paesaggistica, il Comune ha diffidato la società a non dare corso a opere che comportano alterazioni all’aspetto esteriore degli edifici fino alla definizione del procedimento di compatibilità paesaggistica.
La società ha recentemente presentato le domande di accertamento di compatibilità paesaggistica, i cui procedimenti in corso sono stati sottoposti alla valutazione di merito da parte della Soprintendenza.
Sulla vicenda intervengono il nuovo assessore al territorio Marco Lunardi e il presidente della III^ Commissione Territorio Marco Zocca.
“E’ una vicenda che abbiamo ereditato dalla precedente amministrazione a cui, però, dobbiamo dare risposta – afferma l’assessore Marco Lunardi – contrariamente a quanto fatto in precedenza ci siamo attivati fin da subito, agendo secondo legalità e dando una risposta precisa e immediata; in pratica, stiamo lavorando per sopperire alle negligenze altrui. Un esempio: in materia di autorizzazioni paesaggistiche, l’amministrazione Variati, pur istituendo il Comitato tecnico per il paesaggio nel 2010 per conformarsi alle direttive statali e regionali, non ha poi dato corso alla sua completa operatività, cosa fatta solo dal sindaco Rucco con provvedimenti del gennaio di quest’anno”.
Rincara la dose il presidente Marco Zocca: “Il PIRUEA, approvato nel 2003, così come gli originari titoli edilizi sono muniti dell’autorizzazione paesaggistica, quindi gli edifici sono regolari. Quello che viene messo in discussione oggi, sono le varianti dal 2014 in poi, alle quali non era stata più richiesta l’autorizzazione paesaggistica per un indirizzo della precedente amministrazione. Ci siamo quindi trovati nella condizione di dover rispondere al Ministero e alla Soprintendenza proprio su quanto accaduto dopo il 2014. Questa amministrazione ha dovuto pertanto invitare la società attuatrice a presentare domanda di accertamento di compatibilità paesaggistica, al fine di provvedere alla regolarizzazione delle opere previste dalle varianti dopo quell’anno.
Ora gli scenari possono essere due: la pratica paesaggistica può aver una risposta positiva da parte della Soprintendenza, e in questo caso la vicenda si chiude, oppure, in caso di risposte negative, le configurazioni esterne degli edifici dovranno essere ripristinate secondo lo stato autorizzato, ovvero secondo le eventuali nuove disposizioni della Soprintendenza.
Ciò non vuol dire procedere alla demolizione (perché i permessi di costruire degli edifici sono stati regolarmente autorizzati, anche sotto il profilo paesaggistico) ma si tratterà eventualmente di modificare ciò che i permessi iniziali già permettevano, attraverso interventi di adeguamento o ripristino.
Non è escluso che, in caso di pareri negativi dalla Soprintendenza, possa nascere una vertenza legale con la società privata e, in quel caso, siamo pronti a valutare con la nostra avvocatura l’opportunità che il Comune si costituisca parte lesa chiamando a rispondere la precedente amministrazione”.