Pista da Bob a Cortina, posizioni “vicentine”. Ciambetti: “Per me è sì”. Guarda: “Si vada ad Innsbruck”

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pista da bob cortina
Roberto Ciambetti e Cristina Guarda

La Pista da Bob da fare/non fare a Cortina per le Olimpiadi invernali continua a catalizzare la polemica politica veneta. Il governatore Zaia ha assunto una posizione “attendista”, rimettendosi alle decisioni di chi gli è amministrativamente superiore (leggi qui).

Oggi, sulla vicenda, si registra un capitolo “vicentino” del campionario di opinioni. A scriverlo, con le loro dichiarazioni diametralmente opposte, sono il presidente del Consiglio della Regione Veneto, Roberto Ciambetti (Lega) di Sandrigo, e la consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda, cresciuta a Lonigo.

Ciambetti è favorevole all’opera: “Perché dico sì alla pista da Bob a Cortina? Perché quando ci candidammo per ospitare le Olimpiadi invernali del 2026 sapevamo che dovevamo predisporre impianti adeguati alla più importante manifestazione sportiva mondiale. Quando si decise cosa ospitare a Cortina si indicarono lo Sci alpino, il Bob, lo Skeleton, lo Slittino e il Curling. Fu una scelta ponderata e si sapeva dall’inizio che Cortina aveva bisogno di un impianto adeguato: il Cortina sliding Centre.

Abbiamo preso un preciso impegno con il Comitato Olimpico internazionale e l’intera comunità sportiva. L’inaffidabilità – prosegue il presidente del consiglio regionale – è costante in un Paese dove predomina la sindrome del Nimby, Not in My Back Yard (non nel mio cortile) cioè la resistenza e protesta contro opere di interesse pubblico, sindrome che porta all’immobilismo sostanziale soprattutto se combinata con la sindrome del Nimto, Not in My Term of Office (non durante il mio mandato elettorale) che colpisce la classe politica e gli amministratori locali”.

E, in conclusione: “Non realizzare la pista da Bob a Cortina significherebbe limitare la partecipazione Olimpica veneta a un paio di gare di Sci alpino, indubbiamente importanti ed emozionanti, ma con impatto e ritorno analogo a quello di una normale gara di coppa del Mondo di Sci, demotivando ogni altro investimento infrastrutturale pensato per l’evento. I danni, oltre alla perdita di credibilità e alla figuraccia fatta, alla fine rischiano di essere veramente pesanti e viene da chiedersi a chi giovi veramente il ‘No’ alla pista da Bob”, ha concluso Ciambetti.

Di fronte all’impasse nella quale si è infilata la realizzazione ex novo dell’impianto sportivo, si è subito fatta strada l’alternativa di spostare le gare del bob da Cortina a un’altra località già dotata di pista idonea, individuata nell’austriaca Innsbruck. Ipotesi caldeggiata dalla Guarda.

“C’è una proposta dai gestori della pista esistente più vicina, quella di Innsbruck: 12,5 milioni per il noleggio, l’organizzazione di tutta la gara Olimpica e i test di prova, il 10% del costo della sola ricostruzione totale della Pista a Cortina. Oppure c’è la possibilità di ricorrere a una pista naturale a St. Moritz, ricevendo una deroga dal Cio e dalle Federazioni di Slittino, Bob e Skeleton.

Entro i prossimi due giorni, invece – sostiene la consigliera -, verrà deciso se continuare ad accanirsi nella costruzione di un’opera che il Comitato Olimpico Internazionale ha consigliato di non realizzare.

Di fronte ai messaggi accorati del Comitato Olimpico, al voto unanime della Camera dei Deputati per fermare la costruzione di una nuova pista da bob a Cortina e alle manifestazioni che ormai da 3 anni riempiono le strade di Cortina con centinaia di cittadini ampezzani, veneti e non solo, è inaccettabile che un presidente di regione scelga di insistere nello sperpero di 124 milioni di euro di fondi pubblici, per costruire un’opera impossibile da mantenere visti i costi di manutenzione attualmente stimati attorno i 500.000 euro all’anno”.