Le dichiarazioni rese ieri da Luca Zaia sulla Pista da Bob di Cortina sono suonate come uno stop, una marcia indietro, un fallimento. In sintesi, il governatore ha detto (leggi qui): “La pista di bob di Cortina è un elemento fondante del dossier di candidatura. Cercheremo di capire comunque quali saranno le decisioni finali del Commissario e del governo rispetto a tutto questo“.
Ma la maggiorparte delle critiche piovute sulla sua testa oggi sembrano essere messe in relazioni a una sua frase circa l’alternativa “Innsbruck”, per la quale Zaia ha detto: “Dovremo capire bene dai tecnici rispetto all’offerta di Innsbruck quali siano le spese reali che dovremmo sostenere per andarci, dopodiché immagino che qualcuno dovrà prendere una decisione”.
Tra le prime reazioni quelle dei parlamentari veneti del Movimento 5 Stelle, Enrico Cappelletti e Barbara Guidolin che parlano di “repentino voltafaccia di Zaia” sulla questione della Pista da bob di Cortina: “Da fiero sostenitore dell’opera – dicono i due -, il governatore si è trasformato in un osservatore distante, con un ‘guardiamo con favore alla pista di Innsbruck’ (in realtà, come riportato sopra, non sono state esattamente queste le parole di Zaia, ndr).
È plausibile ipotizzare che dietro a questo repentino cambio di posizione – proseguono Cappelletti e Guidolin – ci sia la difficoltà nel trovare un’impresa disposta a realizzare l’opera, garantendo il rispetto dei tempi stabiliti. È, tuttavia, un bene che Zaia abbia riconsiderato la questione”.
Passando dal Parlamento a Palazzo Ferro Fini, si segnala la nota sull’argomento del Gruppo Pd in consiglio regionale. “Con la Pista da Bob di Cortina, Zaia ha giocato d’azzardo e la scommessa non gioca a suo favore. Non possiamo consentire al presidente di fare lo scaricabarile come avviene in queste ore. Perché in origine fu proprio lui a rivendicare con orgoglio di avere avuto l’idea di questo impianto, descritto come il cavallo di Troia per aggiudicarsi la candidatura di Cortina per le Olimpiadi 2026. Dunque, per onestà, Zaia la smetta con i bluff e dica che se l’operazione non andrà in porto, il flop sarà tutto suo”. La presa di posizione è dei consiglieri regionali del Partito Democratico, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni, Francesca Zottis, Anna Maria Bigon e Chiara Luisetto.
In particolare la capogruppo dem Vanessa Camani, ha ricordato come in consiglio regionale, a dicembre del 2022, Zaia si attribuì la paternità del progetto sul bob a Cortina: “Inequivocabilmente il presidente Zaia si assume la paternità del progetto relativo alla pista da bob e non vale l’alibi secondo il quale i soldi li mette lo Stato e non la Regione. Perché si tratta sempre di risorse o di sprechi a carico dei contribuenti. Questa idea partorita dal presidente si sta rivelando ben più costosa rispetto alle premesse, non priva di impatto ambientale accumulando un ritardo ormai incolmabile. Zaia, se ne assuma le colpe”, conclude la consigliera Camani.
Di “retromarcia” parla invece il consigliere regionale Arturo Lorenzoni (Portavoce opposizione): “Finalmente la ragionevolezza sembra prevalere sulla cieca ostinazione – commenta -. Posto che la decisione finale sulla pista da bob a Cortina non spetta, e non è mai spettata neanche in passato, alla Regione del Veneto, va dichiarato apertamente che un’altra delle opere, da lui stesso definite identitarie delle legislature di Zaia, sta svanendo.
Bene, dunque, addossare la colpa della mancata costruzione al CIO, al governo romano o alla sorte avversa – conclude Lorenzoni – ma non si può non stigmatizzare una gestione approssimativa delle opere olimpiche, oggi evidente anche agli osservatori più distratti”.
“Zaia venga in aula a spiegare”, ha invece chiesto Elena Ostanel, consigliera regionale del gruppo Il Veneto che Vogliamo: “Sostenevamo da tempo la contrarietà alla nuova Pista da bob di COrtina, con la necessità di valutazioni più pragmatiche e obiettive su un impianto che avrebbe un successivo utilizzo risicato e costi di gestione importanti.
Proprio qualche giorno fa, con la consigliera regionale Cristina Guarda, abbiamo depositato un’interrogazione che chiede al presidente Zaia di riferire sulle determinazioni che la Regione intende adottare, dopo il documento contrario votato dalla Provincia di Belluno”.
Proprio la Guarda (EV), chiude la fila ricordano un particolare: “Sono felice – ha detto – che ci si stia rendendo conto di come il progetto della nuova Pista da bob di Cortina sia una follia. Lo è anche perché nel 2008 la pista fu chiusa, come ricorda il Comitato Civico di Cortina, dopo il grave e indifferente silenzio di Regione, con Zaia vicepresidente, e del Coni, chiamati in causa dall’allora sindaco alla disperata ricerca di fondi per ristrutturarla”.