Pista da bob per i Giochi Olimpici di Cortina, il Movimento 5 Stelle porta la vicenda in Parlamento

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La costruzione della pista da bob per i XXV Giochi Olimpici invernali Milano – Cortina d’Ampezzo 2026 avrà, oltre all’impatto economico, un enorme impatto ambientale con l’abbattimento di circa 5 ettari di bosco, ma tutta l’area interessata ai lavori sarà di circa 12 ettari. Verranno eliminati – dichiarano l’On. Enrico Cappelletti e la Sen. Barbara Guidolin del M5S  – circa 500 larici, alti anche 30 metri, che hanno più di 70 anni di età, coprenti un’area di 35.000 mq, che fanno parte di un ambiente naturale unico alla quota di 1.200 metri, comprendendo l’intero crinale di una montagna;

La struttura per il bob, di proprietà del comune di Cortina, lunga 1.700 mt, nata nel 1923, è stata utilizzata durante le olimpiadi del 1956 ed è stata chiusa nel gennaio del 2008 a causa dei costi di gestione troppo elevati e quasi completamente demolita nel 2023 su autorizzazione del Ministero della cultura.

Il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) aveva consigliato di utilizzare un impianto già esistente – proseguono Cappelletti e Guidolin – in modo da risparmiare circa 120 milioni di euro, e limitare l’impatto ambientale; tale impianto era stato individuato nella pista della città austriaca di Innsbruck il cui sindaco lo scorso agosto aveva scritto direttamente all’ amministratore delegato della Fondazione Milano – Cortina 2026 per confermare la dissponibilità.

A tale proposito abbiamo presentato oggi come M5S una interrogazione parlamentare per sapere se i Ministri di competenza siano a conoscenza della situazione qui evidenziata, quale sia il costo complessivo finale del nuovo sliding centre di Cortina d’Ampezzo, comprensivo degli oneri necessari per ottemperare alle prescrizioni del Ministero della cultura. Non solo ma se sia stata valutata l’offerta dell’amministrazione di Innsbruck in merito alla possibilità di disputare le gare di bob, slittino e skeleton in quella città e se sia stato valutato l’impatto ambientale dell’opera ai sensi della Direttiva europea 85/337/CEE e della giurisprudenza eurounitaria.

Infine, se sia stata effettuata una specifica verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale – concludono i parlamentari dei 5 stelle – ai sensi degli articoli 6, comma 6, e 19 del Codice dell’Ambiente.


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