La pista di Bob della discordia. Una vicenda che agita le acque in vista delle Olimpiadi Milano Cortina, ovvero i 25esimi Giochi olimpici invernali in programma dal 6 al 22 febbraio 2026 a Milano e Cortina d’Ampezzo, città assegnatarie della manifestazione in forma congiunta.
Proprio oggi si è appreso che il Comitato Civico Cortina, composto da 1.185 cittadini, ha indirizzato una lettera a Thomas Bach, Presidente del Comitato Olimpico Internazionale contro il rifacimento della pista di bob per le Olimpiadi 2026. Sulla questione è poi intervenuto Luca Zaia, presidente della Regione del Veneto, che in passato ha speso parole di elogio per l’ottenimento della importante manifestazione sportiva.
In sostanza, i cittadini vogliono manifestare il loro dissenso al presidente del Cio che fra due giorni, venerdì 16 settembre 2022, sarà presente a Roma per ricevere il Collare d’oro al merito sportivo del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
Nel testo (che puoi scaricare da qui) si chiede che il Comitato Olimpico Internazionale imponga alla Regione Veneto, al Comune di Cortina d’Ampezzo e alla Fondazione Milano Cortina 2026 di rinunciare alla costruzione della pista di bob a Cortina d’Ampezzo perché non sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale.
Come è noto, l’opera riguarda l’adeguamento di una pista di bob olimpica preesistente, intitolata ad Eugenio Monti ma dismessa e poi chiusa nel 2008. L’opera costerebbe circa 85 milioni di euro e il comitato contrario afferma: “Fondi statali per un’opera dedicata a pratiche sportive che in tutta Italia contano circa 34 praticanti tra bob, slittino e skeleton, maschile e femminile”.
I cittadini ritengono che più che di adeguamento si provvederà a ingenti lavori per rifare quasi interamente l‘impianto sportivo, adeguato agli standard di sicurezza di oggi. “Rifare la pista nell’attuale sito – dicono -, con nuove strade di accesso alle zone di partenza ed arrivo, nuova finish area, nuovo ponte sul torrente Boite con relativi piazzali ed aree per le tribune e le strutture televisive, comporterebbe la distruzione di una grande fascia boschiva nella parte nord e di case, strade e attrezzature urbane e sportive nella parte sud“.
Dunque un bagno di sangue sia in termini economici che ambientali. Come detto dalla rappresentante del Comitato, Marina Menardi, “la pista di bob è ormai un emblema che testimonia come i principi che ispirano l’organizzazione delle Olimpiadi, sostenibilità sociale, economica ed ambientale in particolare, possano essere forzati, anche contro l’evidenza dei fatti e del buon senso. E questo non è un buon segnale per le future candidature”.
L’inziaitiva civica ha fatto molto rumore. Tale da arrivare anche alle finestre di Palazzo Balbi e provocando una presa di posizione da parte del Governatore: rispetto per tutti – in sintesi -, ma ora il Cio deve decidere.
“Ho il massimo rispetto per le idee di tutti – dice Zaia -. Vorrei però spiegare che qui non c’è qualcuno che ha capito tutto del mondo e chi non ne ha capito niente e spreca. Se oggi abbiamo le Olimpiadi a Cortina, con una ricaduta già palpabile e un aumento del Pil stimato da prestigiose Università di almeno un miliardo di euro è per la vittoria di una candidatura che aveva come asse portante del dossier proprio il Bob.
“Ricordo – prosegue il Governatore – che siamo stati premiati per il progetto di Olimpiadi meno costose, sostenibili, e con un asse portante nel Bob. Con l’ulteriore progetto di estendere il tutto all’intera area dolomitica, oltre Cortina. Faccio queste premesse perché questo dibattito rischia anche di dar vita a leggende metropolitane.
Hanno scritto al Cio? – aggiunge il Presidente della Regione – ebbene, ora il Cio, che peraltro ha dato vita a questo dibattito tempo addietro, si esprima in modo chiaro e inconfondibile, magari spiegando quali ricadute si avrebbero su Cortina spostando il Bob e quali realizzandolo dove è previsto”.
Poi il Governatore veneto rincara sul concetto di indispensabilità del Bob: “Se non avessimo avuto lo storico Bob di Cortina, il più vecchio al mondo datato 1928, e protagonista delle Olimpiadi del 1956, non avremmo presentato questa candidatura.
Bisogna riguardare proprio al 1956: anche allora si investirono se non ricordo male 30 milioni di vecchie lire per il Bob. A proposito di fondi, vorrei anche ricordare agli smemorati che l’opera non è finanziata dalla Regione, ma con fondi nazionali. Lo dico semplicemente per evitare che qualcuno si spinga troppo avanti con certe affermazioni”.