Più di 300 le persone che hanno seguito la nuova tappa del roadshow di presentazione della mostra “Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi” che aprirà al pubblico in Basilica Palladiana il prossimo 6 dicembre. Nell’incontro di ieri sera martedì 9 luglio, in Basilica Palladiana a Vicenza, terza tappa della serie di incontri di avvicinamento alla grande mostra (un centinaio le opere esposte) un pubblico attento – composto da operatori professionali del settore turistico, albergatori e commercianti, ma anche da cittadini e appassionati – ha seguito con particolare interesse l’evento. Ad aprire la serata il saluto dell’Assessore alla Cultura, Simona Siotto, che ha conferito alla mostra il valore di “una dichiarazione d’amore a questa Città, che di cultura potrebbe vivere, alla sua Basilica, a Palladio e a tutti i suoi gioielli, che a volte diamo per scontati, con l’auspicio di guardare al nostro patrimonio di bellezza con un cuore più aperto e uno sguardo illuminato”.
Guido Beltramini, direttore del Palladio Museum, dopo aver presentato il team di lavoro del progetto triennale (il rilancio dei grandi eventi in Basilica Palladiana), formato da Stefania Portinari, curatrice della mostra su Ubaldo Oppi, e da Francesca Borgo della St. Andrew University di Edinburgo, Ana Debenedetti, del Victoria and Albert Museum di Londra, Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, apparso in un breve video di saluto agli intervenuti, Luca Massimo Barbero, della Fondazione Cini di Venezia, tra i primi studiosi da avere proposto il rilancio della Basilica Palladiana come sede di grandi mostre sull’arte del ‘900, già negli anni Novanta, Davide Gasparotto, responsabile dipinti del Getty Museum di Los Angeles, Xavier Salomon curatore della Frick Collection di New York, dallo stesso Beltramini e da Howard Burns, della Scuola Normale Superiore di Pisa, tra i massimi esperti mondiali di arte rinascimentale, curatore della grande mostra su Andrea Palladio del 1973 in Basilica, ha insistito sul concetto di ri-partenza e sulla costruzione di una nuova idea di Città. Come il progetto del giovane Andrea Palladio per le logge della Basilica seppe nel 1549 riunire una Vicenza spaccata in due tra le istanze filo spagnole dei Valmarana e quelle filo francesi dei Thiene e Chiericati, così il nuovo progetto culturale per la più bella sede espositiva del Mediterraneo – come viene talvolta definito il monumento palladiano che identifica la Città – potrà essere il motore di trasformazione per un rilancio complessivo di Vicenza, a cui tutti sono chiamati a partecipare.
A concludere la presentazione, dopo la narrazione fascinosa delle opere e della vita spericolata del pittore, a cura della curatrice, è stato Pier Giacomo Cirella, Segretario Generale della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, a cui è affidata la gestione operativa del progetto complessivo, offrendo l’illustrazione delle iniziative concrete e della azioni previste per gli operatori (albergatori, commercianti, ristoratori, servizi per il turismo) e lanciando una call to action finale per raccogliere ulteriori idee e suggerimenti (scrivendo a info@mostreinbasilica.it).
Particolarmente suggestiva e ricca di emozioni è stata la presentazione della mostra e delle sue sezioni, dalla viva voce della curatrice, Stefania Portinari, docente di Arte Contemporanea all’Università Ca’ Foscari di Venezia, studiosa dell’Arte del Novecento, esperta di collezionismo, moda, e design. “Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi”, che sarà in Basilica Palladiana dal 6 dicembre 2019 al 13 aprile 2020, è una mostra promossa dal Comune di Vicenza, in collaborazione con il CISA Andrea Palladio, la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e l’Accademia Olimpica; la mostra propone un modello espositivo originale e inconsueto (non solo dipinti e disegni, ma sculture, oggettistica, abiti e gioielli d’epoca), per offrire uno sguardo nuovo sul pittore Ubaldo Oppi, un protagonista assoluto della vita culturale e mondana degli anni Venti, anche se il suo nome non è così conosciuto al grande pubblico, una mostra che giunge proprio 50 anni dopo la celebre esposizione realizzata da Licisco Magagnato, per il Comune di Vicenza a Palazzo Chiericati.
Cresciuto a Vicenza ma formatosi fra Vienna, Parigi e Venezia, Ubaldo Oppi (Bologna 1889 – Vicenza 1942), viene scoperto a Milano da Margherita Sarfatti e Ugo Ojetti che promuovevano all’epoca un’arte nuova, all’insegna di una ‘classicità moderna’, che prenderà forma anche nel Realismo Magico di cui il pittore, uomo bellissimo e affascinante, diventerà l’esponente più rappresentativo.
Ma non solo le opere di Ubaldo Oppi saranno esposte in mostra, ma anche quadri molto importanti di artisti entrati in contatto con lui (alcuni di questi non sono mai usciti dalle celebri sedi museali a cui appartengono), partecipi a pieno titolo di quell’ambiente artistico cosmopolita, ricco di fermenti e suggestioni, che nutre la poetica del pittore; è così il pubblico della mostra in Basilica potrà ammirare opere di Klimt, Picasso, Modigliani, Sironi e Casorati, in una narrazione senza precedenti di un’epoca controversa, gli anni Venti, in cui molti cambiamenti contribuiscono a creare la modernità, attraverso un’evoluzione dei ruoli sociali, del gusto e dell’arte. Grandi protagoniste di questi cambiamenti sono le donne e proprio a loro, in particolare, è dedicata questa mostra. Nell’Europa degli anni Venti le donne cominciano a conquistare un ruolo autonomo: sempre più indipendenti, seduttive e moderne, i loro capelli si accorciano così come la lunghezza delle gonne, mentre la loro influenza nella società e nella cultura si fa sempre più intensa. Coco Chanel cambia la moda, Amelia Earhart attraversa in volo l’Atlantico, i balli di Josephine Baker incantano Parigi, questo lo spirito del tempo degli anni Venti. E in mostra saranno esposti anche splendidi abiti e preziosi gioielli, per far rivivere al visitatore un’esperienza avvincente e totalizzante di quell’epoca.
Nell’Italia appena uscita dalla Prima guerra mondiale sarà proprio il pittore Ubaldo Oppi, bolognese di nascita, vicentino d’adozione, ad offrire un ritratto nuovo e magnetico di questa nuova figura di donna, così diversa dal modello anteguerra, ritraendola in immagini che escono dalla cronaca per rievocare un mito, quello di donne fatali e potenti come le amazzoni o di muse ritratte in una magica sospensione, eternate nei valori di un seducente classicismo. Immagini di grande fascino che sapranno conquistare i visitatori della mostra in un racconto inedito della modernità degli anni Venti, rappresentato dalle donne icone della pittura di Ubaldo Oppi.
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