Pizzicotti n. 2 all’amministrazione Variati dieci anni dopo le sue Linee programmatiche per Vicenza città del verde, dell’architettura e della mobilità accessibile e sicura: data da aggiornare ad oggi

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*”L’amministrazione intende valorizzare il verde pubblico a partire dai parchi e dai giardini attualmente esistenti. Quest’opera richiede di agire non solo sulla dotazione di servizi all’interno delle aree verdi, ma anche sugli strumenti di deterrenza contro i fenomeni di degrado che talvolta compromettono la fruibilità sociale delle aree verdi. Vi sono situazioni che richiedono un intervento in tempi urgenti, ad esempio l’area di Campo Marzio adiacente a via Gorizia. Ma l’attenzione del Comune non si limiterà alle zone prossime al centro storico e sarà rivolta a tutti i quartieri e a tutte le frazioni“. Intenzione apprezzabile come spesse volte accade quando si vuole attirare l’attenzione di un vasto pubblico, in questo caso gli abitanti di una intera città.


Tanto apprezzabile quanto disattesa. L’incuria dei parchi pubblici vicentini e dei giardini, sempre quelli pubblici, spesso anche quelli destinati ai giochi dei bambini è praticamente generale. Eppure stando ai bilanci i soldini per un verde pubblico, almeno in teoria, si spendono. Sottolineo in particolare questo brevissimo passaggio del testo programmatico “Quest’opera richiede di agire (da parte della amministrazione)… sugli strumenti di deterrenza contro i fenomeni di degrado che talvolta compromettono la fruibilità sociale delle aree verdi.” Ovverossia rendere i nostri parchi e i nostri giardini, pubblici, utilizzabili in totale sicurezza dai piccini e dai vicentini in generale. Non mi pare proprio che le cose stiano così, nemmeno dieci anni dopo che questa frase è stata scolpita nelle sacre memorie del Consiglio Comunale. Ora vi è chi, nel segno della continuità, si propone alla nostra attenzione con le stesse intenzioni e naturalmente la “sicurezza” come una assoluta priorità. Di sicuro vi è solo che di promesse questa città non ha proprio necessità.
**”…. è intenzione dell’amministrazione studiare le forme più opportune per sfruttare meglio l’identità di Vicenza come città dell’architettura. Sarà valutata la forma più efficace per realizzare in città un progetto culturale di ampio respiro dedicato ai temi dell’architettura, intesi non solo nel senso dell’omaggio alla tradizione palladiana, ma anche come finestra aperta sulle evoluzioni, le innovazioni e in generale i temi dell’architettura internazionale contemporanea. Una speciale attenzione sarà dedicata alla Biblioteca Bertoliana, che compie 300 anni di storia. La Biblioteca Bertoliana, che è la terza biblioteca per importanza del Veneto (dopo la Marciana di Venezia e la storica dell’Università di Padova) presenta indubbie criticità strutturali e di fruibilità. La mancanza di spazi adeguati per la ricerca, consultazione, lettura e uso di materiali audiovisivi, è oggetto di studio da ormai troppi anni. Servono soluzioni innovative che ben si armonizzino con il tessuto urbanistico e sociale della città“. Una bella intenzione quella della nostra amministrazione comunale ma, per quanto ne so, rimasta, in dieci anni, una pura intenzione, lodevole quanto si vuole ma nulla di più. In quanto all’omaggio alla tradizione palladiana qualche dubbio mi sfiora pensando a certi utilizzi del Teatro Olimpico e agli allestimenti per le mostre in Basilica Palladiana che non erano, indipendentemente dalle mostre stesse, molto rispettosi dello straordinario salone. Ma il punto delicato è quello della Bertoliana. Nel 2008 si celebrava il 300° anniversario della Biblioteca. Un caro amico mi informava che la prima biblioteca pubblica di Parigi veniva aperta più di 50 anni dopo la Bertoliana. Ma ora la nostra Biblioteca di anni ne ha 310 e quello che è stato fatto, il restauro di Palazzo Cordellina, sebbene inaugurato da Variati, è stata merito esclusivo della amministrazione Hüllweck. In dieci anni nulla di nuovo, salvo grandi promesse non mantenute, è avvenuto. La Bertoliana attende ancora le “soluzioni innovative” quelle che dovrebbero armonizzarsi con il tessuto urbano e sociale di Vicenza. Nel frattempo utenti delle Bertoliana attendete e sperate.
***”Garantire una mobilità accessibile e sicura. Vanno come detto eliminate le barriere architettoniche, ma anche garantita la sicurezza di pedoni e ciclisti. In questo senso, si dovrà come detto procedere al completamento di una rete cittadina di piste ciclabili. Inoltre andrà garantita una manutenzione costante e più puntuale del sistema dei marciapiedi, della segnaletica orizzontale e dell’illuminazione stradale, perché in questo caso l’investimento sulla manutenzione ordinaria è un’azione necessaria a garantire la sicurezza della rete stradale urbana. Questo importante capitolo, molto significativo per i cittadini e in particolare per quelli meno protetti (pedoni, anziani, diversamente abili), è stato negli ultimi anni fortemente trascurato, portando alla situazione di degrado oggi sotto gli occhi di tutti: per sanare tale degrado saranno necessari investimenti pesanti e tempi non brevi“. Questo brandello di un lunghissimo testo parte con un impegno importante che sottolineo “garantire una mobilità accessibile e sicura“. Bellissimo, anzi buonissimo. Peccato che le piste ciclabili messe in atto siano, in buona parte. una sfida alla fortuna. Del ciclista e del pedone. Vi sono quelle che corrono parallele al marciapiede, cosa giusta ma che improvvidamente girano l’angolo dove, invisibile all’ardimentoso che va in bicicletta, appare uno sprovveduto pedone che si azzarda a imboccare le strisce pedonali. Oppure la pista ciclabile sale sul marciapiede e la bicicletta, che sappiamo bene non inquina, si trova a fronteggiare il sempre sprovveduto pedone che, per salvarsi si schiaccia sul muro oppure sfida il traffico automobilistico. Ma restando sui marciapiedi, piste o non piste, la promessa è anche quella di curarne la manutenzione costantemente. Purtroppo è un sogno e lo sa qualsiasi vicentino, e foresto, che si trovi a passeggiare per la città. Una cosa condivido quasi al cento per cento, quando leggo che il capitolo della manutenzione “molto significativo per i cittadini e in particolare per quelli meno protetti (pedoni, anziani, diversamente abili), è stato negli ultimi anni fortemente trascurato, portando alla situazione di degrado oggi sotto gli occhi di tutti”. Verissimo, salvo la data che è da sostituire.

Quella parte dei testi qui riportati con i vari * è del giugno 2008, e appartiene alle “Linee programmatiche di governo relative al mandato amministrativo 2008-2013” e presentate in Consiglio Comunale il 20 giugno 2008 con la firma del sindaco Achille Variati.

In verità a leggerle oggi pare proprio che siano datate marzo 2018.

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Mario Giulianati
Nato a Thiene (Vicenza) il 21 aprile 1934 Residente in Vicenza - Piazzetta San Pietro n. 5 Già insegnante di educazione artistica presso le Scuole Medie della Città e della Provincia . Successivamente , in qualità di docente di ruolo, insegnante di Disegno Tecnico e Tecnologia delle Costruzioni presso l’Istituto Statale per Geometri “A. Canova” di Vicenza. Ricercatore presso l’Istituto Universitario di Venezia – Facoltà di Architettura - Dipartimento di Restauro dei Monumenti (coordinatore: prof. Romeo Ballardini). Attualmente in pensione- Organizzatore di rassegne d’arte e contitolare per un decennio della Galleria l’Incontro - alla Casetta del Palladio in Vicenza Già : * Consigliere Comunale dal 1970 al 1995; * Assessore alla Cultura di Vicenza dall’Aprile 1987 all’ottobre 1992; * Vice sindaco dal Maggio 1990 all’ottobre 1992. * Presidente della Istituzione pubblica “Biblioteca Civica Bertoliana” dal Marzo 1999, all’ottobre 2008 * Presidente della Fondazione “Vicenza Città Solidale”.Onlus * Presidente della Associazione Culturale “11 settembre” *Coordinatore Comitato Scientifico per le celebrazioni del 60° della Costituzione - fino al 150° della Unità d’Italia nel 2011- Prefettura di Vicenza - Decreto Prefetto dott. Mattei - Prot. 2007/4 Area Gab - * Per sei anni collaboratore della Fondazione Brodolini (emanazione del Ministero del Lavoro) di Roma occupandosi del rapporto tra il mondo del lavoro e le scuole professionali ad indirizzo artigianale - artistico. Ha scritto per varie testate