Carissimi, la Quaresima 2020 sarà ricordata anche per l’inedito e imprevisto “digiuno dalla scuola” che stiamo affrontando. Si tratta di un momento che crea non pochi disagi a quanti abitano il mondo della scuola: studenti, insegnanti, genitori, personale. A tutti costoro vorrei esprimere la mia vicinanza attraverso questo messaggio.
La sospensione del regolare servizio scolastico ha messo in difficoltà tante famiglie. Il disagio viene percepito anzitutto sul versante dell’organizzazione domestica: chi si occuperà dei figli in età scolare durante il lavoro dei genitori? Ma il problema non riguarda solo la custodia dei minori o l’impiego del tempo. Che cosa ci manca davvero quando chiude la scuola? Per quanto siano necessarie, come in questo caso, le motivazioni che la determinano, la chiusura di una scuola rappresenta sempre la sparizione di un bene comune che arricchisce tutta la comunità. La scuola infatti è una risorsa enorme per la nostra società, perché ad essa viene affidato il compito di generare la cultura dei nostri giovani. Nella semina del sapere che la scuola offre agli studenti, si realizza l’umanizzazione delle persone che siamo e della nostra comunità. Sarà bene ricordarcene quando le scuole riapriranno. Allora i giovani potranno riassaporare pienamente il gusto di imparare, i docenti riprenderanno a esercitare il dono dell’insegnamento e il mondo degli adulti ad avere maggiore stima e fiducia dell’istituto scolastico.
Ma oggi? Che fare in questi giorni di sospensione? Il primo pensiero è agli alunni e agli studenti che trascorrono questo tempo a casa. Cari ragazzi, abbiate cura delle vostre giornate. Il presente è sempre prezioso: non disperdetevi nell’ozio. Anche se lo studio vi risulterà difficoltoso o impedito, prendetevi cura di voi e del vostro futuro, facendo qualcosa che vi fa crescere. Studiate ciò che dalla scuola vi inviano, cogliete appieno le possibilità datevi dai vostri insegnanti attraverso le lezioni a distanza che le nuove tecnologie rendono possibili, ma anche leggete, guardate, ascoltate qualcosa che interessa a voi. Prendetevi del tempo per pensare. Curate la vostra anima. Se potete, dedicate del tempo a chi vi sta accanto. Non abbiate paura di vivere qualche momento di silenzio interiore ed esteriore.
Le giornate senza scuola interrogano poi chi ha un ruolo educativo. Le notizie che ascoltiamo ci inducono a guardare al domani con preoccupazione. Chi ha a cuore il futuro dei giovani non può fermarsi a questo. A voi genitori e a voi insegnanti è chiesto oggi il grande compito di saper trasmettere speranza, colma di fiducia, di coraggio e di forza interiore. Questi giorni rappresentano l’opportunità di dire ai giovani, magari in forme nuove, che la vita merita di essere vissuta, perché ci sono buone ragioni per viverla. C’è un di più e di meglio che va raccontato, ora più che mai.
Vorrei dedicare un ultimo pensiero alle scuole paritarie di ispirazione cristiana. Siano scuole dell’infanzia, anche con i nidi integrati, primarie o secondarie, esse realizzano da sempre la passione educativa della Chiesa. Come le famiglie, anch’esse in questi giorni si chiedono con sofferenza: “chi si prenderà cura dei “nostri” ragazzi?” E, come i papà e le mamme, anche le nostre scuole si stanno domandando dove trovare le risorse per affrontare questa avversità. Per questo mi permetto di ricordare alle istituzioni di tentare ogni strada perché tutte le famiglie siano sostenute nel momento in cui viene a mancare un servizio così prezioso come è la scuola, ogni scuola. E alle famiglie che frequentano le “nostre” scuole chiedo di avere fiducia nella volontà e nello sforzo degli Enti gestori di andare loro incontro, nei limiti del possibile, per alleviare il disagio anche economico di questi giorni e trovare soluzioni eque a questa involontaria interruzione del servizio. A tutti assicuro la mia preghiera e benedizione.