Anche il presidente di Anci Veneto, Mario Conte, è intervenuto sulla questione delle PM10 nelle città venete di pianura, che stanno rendendo irrespirabile l’aria e che nemmeno i blocchi o le limitazioni alla circolazione sembrano riuscire a contenere. Conte ha chiesto un incontro urgente al Ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin per affrontare una situazione che in Pianura Padana rappresenta un problema cronico e strutturale: “Ormai è una vera e propria urgenza, che va affrontata a livello governativo e comunitario”.
Il presidente di Anci Veneto riconosce ai Comuni del Veneto l’aver agito autonomamente, con progetti per migliorare la qualità dell’ambiente e dell’aria, ed è la strada giusta da seguire, ma non è sufficiente. “Da soli i Comuni – spiega – non possono fare miracoli. È necessario un intervento straordinario da parte del governo. Serve, ad esempio, una detassazione per gli investimenti ambientali da parte dei privati. Servono anche fondi straordinari per i piani di sostituzione delle caldaie obsolete, e per la riforestazione urbana, in tempi rapidi e con un sistema di erogazione agile ed efficiente.” Anci Veneto, promette Conte, su questo versante farà la sua parte: “Faremo pressioni sul Governo affinché queste misure siano prese in tempi celeri e con adeguata copertura finanziaria.” I dati dei bollettini ARPAV da metà gennaio in poi mostrano livelli di polveri sottili costantemente oltre i limiti in quasi tutto il Veneto. Per questo non è esagerato parlare di emergenza, che come tale va trattata per la salute e il futuro delle comunità.
“Lancio un appello – aggiunge Conte – anche ai miei colleghi della Pianura Padana, perché è un problema che dobbiamo affrontare tutti insieme a causa della conformazione geografica del nostro territorio dove il ricambio dell’aria è minore che nel resto d’Europa. Chiederemo un intervento urgente anche a Bruxelles, perché l’area padana è uno dei casi più critici, e l’unica soluzione è un piano straordinario a tutti i livelli e dunque anche l’Europa deve fare la sua parte. Già lavorare sulle caldaie potrebbe senza dubbio giovare alle nostre popolazioni – chiude Conte – Ma non ci si può più nascondere: i Comuni, come detto, stanno facendo quanto possono con le risorse in loro possesso. Ora però serve un investimento dall’alto”.