“Poetry Vicenza”, sospeso il festival che avrebbe ospitato 23 poeti

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La sesta edizione del festival “Poetry Vicenza”, a poche ore dal suo varo, viene sospesa alla luce dei recenti DPCM del Governo. Nel 2020, Poetry Vicenza aveva in progetto di ospitare le letture di 23 poeti da varie parti d’Italia e d’Europa, un collegamento speciale dalla Cina, cinque mostre d’arte legate alla poesia, eventi su grandi protagonisti del mondo poetico del Novecento, una esclusiva finestra sulla poesia italiana contemporanea (in collaborazione con il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati di Ca’ Foscari, Venezia), incontri per i giovani di cinque istituti superiori della città, e letture in palazzi istituzionali, gallerie d’arte e spazi culturali.  
Anche quest’anno la musica sarebbe stata co-protagonista, non solo grazie a musicisti professionisti ma anche grazie a numerosi poeti che avrebbero valicato il confine tra la poesia e la musica, trasformandosi in speciali interpreti e performer della parola.  
Poetry Vicenza, per la direzione artistica di Marco Fazzini, giunta ormai alla sesta edizione, è diventata una delle più prestigiose manifestazioni di poesia contemporanea in Italia. Il progetto, sostenuto fin dal suo avvio, nel 2015, da Intesa Sanpaolo e dal Comune di Vicenza, realizzato dall’associazione TheArtsBox in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, il Festival Jazz e altre realtà pubbliche e private, rinnova la virtuosa collaborazione tra l’Amministrazione comunale, le Gallerie d’Italia – sede museale di Intesa Sanpaolo a Vicenza – e importanti istituzioni culturali del territorio.   
  
Il libro della sesta edizione, a disposizione da oggi, e purtroppo sola testimonianza d’un progetto complesso maturato in mesi difficili di grave emergenza sanitaria, contiene testi poetici, descrizioni di mostre tra arte visiva e poesia, e speciali finestre su poeti internazionali – Edwin Morgan, primo poeta laureato di Scozia, di cui si celebra quest’anno il centenario della nascita; John  Lennon di cui ricorre l’ottantesimo anniversario della nascita; e uno speciale documentario, diretto e montato da Pierantonio Tanzola, con interviste a poeti “impegnati” che hanno fatto della libertà e dei diritti civili la bandiera del loro operato: Manuel Alegre, Ishmael Reed, Riszard Krynicki, George Elliott Clarke, Jack Hirschman e Ko Un. 
Come ha scritto l’assessore Simona Siotto nella sua introduzione al volume: “È questo, in fondo, che anche quest’anno torna a dirci Poetry Vicenza: che in questo tempo inquieto, vi è più che mai bisogno di poesia. Perché, come diceva Italo Calvino, la poesia è l’arte di far entrare il mare in un bicchiere: è insomma una bellissima utopia, impossibile e necessaria al tempo stesso.”  
Nelle parole di Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo, la partecipazione della banca al festival era “un segno concreto dell’impegno con il quale il museo vicentino di Intesa Sanpaolo contribuisce, da oltre vent’anni, alla vivacità e all’ampliamento dell’offerta culturale in città, favorendo al tempo stesso la diffusione e la conoscenza della poesia internazionale nel Paese. Le nostre Gallerie d’Italia si fanno così anche luogo di esplorazione di un linguaggio, come quello della poesia, che con i suoi significati profondi è capace di affermare, in ogni epoca, valori autentici e universali.” 
La poesia quale ricetta per affrontare la sfida e l’incertezza dei tempi? In una battuta risponde il Direttore artistico Marco Fazzini: “Coscienti, parafrasando un titolo d’un vecchio ibro di Patrizia Cavalli, che spesso le nostre poesie non cambieranno il mondo, non dovremmo però fare a meno di ascoltare quei poeti che, scrivendo dentro e per la storia del loro paese, ci hanno convinto del contrario, che sì, qualche volta, i versi hanno davvero cambiato il mondo!” 
  
I poeti finora invitati al festival Poetry Vicenza – circa 200, per un totale di oltre 30 lingue e più di 40 paesi – hanno più volte evocato quei valori, facendoci ridere, commuoverci e piangere con loro, e condividere la tragicità delle loro storie e delle loro metafore. Iosif Brodskij, che di sofferenza ed esilio ne sapeva qualcosa, scrisse sulla poesia: “Sono certo, certissimo, che una persona che legge poesia si fa sconfiggere meno facilmente di una che non la legge”. 
Con queste parole, su cui è importante riflettere, soprattutto in tempi in cui la battaglia è contro una calamità che ci coinvolge tutti, Poetry Vicenza dà l’arrivederci al suo pubblico al prossimo anno.