Sembrerebbe che una volta lo chef inglese Gordon Ramsey, durante una visita in Puglia, davanti alla distesa sterminata delle coltivazioni di grano della Murgia barese, che si apre da Minervino Murge fino a Santeramo in Colle, passando per Poggiorsini, abbia pensato che la Puglia fosse la regione più povera d’Italia!
Probabilmente è questa l’idea che si potrebbe ricavare dalla vista di enormi distese di campi di grano disseminate per tutta l’Alta Murgia, un luogo caratterizzato da dolci colline, in cui si ha la netta sensazione di essere completamente isolati. Tuttavia, sebbene solo oggi con il conflitto tra Russia e Ucraina si scopra, tristemente, che non siamo autosufficienti nella produzione di grano, la Murgia si conferma ancora nel 2021 come il granaio d’Italia, insieme alla Pianura Padana.
Del resto, non è un mistero che i pugliesi possano vantare, oltre al primato di maggiori consumatori di pasta nel mondo, anche una buona tradizione di pasta fatta a mano, tra orecchiette, strascinati e cavatelli!
Un aspetto altrettanto interessante di quel video in cui lo chef Ramsey interagiva con i bambini murgiani era relativo alla sua meravigliava davanti al fatto che i pargoli pugliesi in età di scuola dell’infanzia conoscessero già i nomi di molti ortaggi, circostanza che gli pareva così assurda al punto di affermare che in Inghilterra probabilmente molti bambini non hanno nemmeno visto realmente degli ortaggi!
All’interno del Parco nazionale dell’Alta Murgia, dunque, quello visitato da Gordon Ramsey, che si estende tra la provincia di Bari a sud e quella di Barletta-Andria-Trani a nord, si trova un paese che vale davvero la pena di visitare per la sua unicità paesaggistica: Poggiorsini.
Si tratta di un paesino situato al confine con la Basilicata a 460 metri circa slm. Con i poco più di mille abitanti, Poggiorsini ha una storia molto antica da raccontare.
Il borghetto si dipana lungo una sola strada principale, possiede una sola piazza centrale con un palazzo ducale in pietra bianca locale e un poggiolo, dal quale si può ammirare a perdita d’occhio la bellezza dei campi coltivati a grano…uno spettacolo da gustare soprattutto al tramonto (in basso), quando il sole cala ad ovest dietro le colline.
E proprio da quel poggiolo, che dà il nome all’insediamento di Poggio degli Orsini, bisogna partire per ricostruire la storia più recente di questo interessante paesino. Al di là, infatti, della sua preistoria paleolitica e della storia medievale, legata perlopiù al feudo normanno degli Altavilla di Andria con sede nel Castello di Garagnone in territorio di Spinazzola, la rinascita di Poggiorsini si deve propriamente alla famiglia degli Orsini, un ramo di quegli Orsini romani che, nella loro abile politica machiavellica di trovare alleanze matrimoniali con normanni, svevi, angioini e aragonesi, si erano con il tempo ben radicati nella feudalità meridionale e, tra le altre cose, avevano anche ridato lustro con Vicino Orsini al Parco di Bomarzo.
Grazie alla famiglia Orsini, nella prima metà del 1700, dunque, Poggiorsini diventa un borghetto di tutto rispetto nel contesto dell’Alta Murgia barese, anche dal punto di vista toponomastico, considerato il fatto che precedentemente la zona era indicata variamente come Monte Folicato, Grottellini o Macchia Vetrana. Il suo palazzo ducale, la sua chiesa dedicata a Maria Santissima dei sette dolori e il famigerato poggiolo, che si apre sulla vallata del torrente Roviniero, diventano così il marchio di fabbrica di una famiglia feudale integrata e radicata nel territorio, anche dal punto di vista produttivo, giacché a loro si deve la costruzione del molino, del forno e di varie infrastrutture.
C’è da dire che negli ultimi anni, prima dell’irruzione del Covid, il turismo in questi paesini pugliesi si è mostrato in forte ripresa. Non c’è da aspettarsi molto in queste zone, ma il turismo responsabile sa che a Poggiorsini, oltre al buon cibo, anche una passeggiata in primavera tra le murge è un’esperienza sensoriale che ti connette con l’intera natura, con la flora spontanea, con il profumo di grano appena mietuto e con la possibilità di ammirare qualche falchetto che si libra nei cieli tersi, quei cieli che Federico II di Svevia conosceva molto bene al punto da farne la sua patria elettiva.