Quando si parla di “fortuna dei principianti” spesso si fa riferimento a quell’insieme di fortuite circostanze che portano anche chi è poco esperto a ottenere un successo: un luogo comune che, nel gioco più che in altre situazioni, attribuisce alla fortuna il buon esito di una partita a carte anche per chi è ancora inesperto. Questo modo di dire contrappone la bravura e le competenze consolidate alla fortuna, trascurando un elemento importante: il margine di incertezza che è insito in ogni cosa ha un ruolo chiave che non va sottovalutato.
Nel poker, ad esempio, il rischio è un elemento decisivo, che ogni bravo giocatore è in grado di capitalizzare, ma è spesso al centro di una errata percezione, figlia della paura di tutto ciò che è incerto e quindi difficile da controllare. Eppure proprio quella combinazione di abilità, strategia, fortuna e incertezza può offrire spunti importanti per capire la vita. Ne è convinta la giornalista e psicologa Maria Konnikova che proprio a queste dinamiche ha dedicato uno dei suoi libri: “Il grande bluff. Abilità. Fortuna. Controllo. Giocare a poker per capire il gioco della vita”.
Scommettere sull’incertezza
L’autrice, che ha iniziato il suo percorso con il poker online per arrivare in poco tempo ad affermarsi nei più prestigiosi tornei internazionali, ha applicato gli insegnamenti del suo maestro, il campione Erik Seidel, alla realtà quotidiana: nella vita, come al tavolo verde, non esistono certezze, ed è per questo che proprio dal poker e dai suoi meccanismi è possibile imparare a gestire le incognite che l’esistenza ci riserva. Maria Konnikova lo sa bene: la sua passione per il poker è nata in un momento difficile della sua vita, un momento in cui le risposte che cercava sono arrivate proprio grazie alle carte e alle dinamiche del gioco. Questa rivelazione l’ha portata a osservare il mondo con occhi diversi e a fare del poker un prezioso modello decisionale.
Poker e pensiero probabilistico
Uno dei temi a cui la Konnikova ha dedicato ampio spazio tra le pagine del suo libro è lo stretto legame tra il poker e il pensiero probabilistico. Molto spesso nel leggere numeri e percentuali ci si ferma alle apparenze: qualsiasi cosa probabile al 90% appare come certa, ma è in quel 10% che si annida la differenza. L’esempio delle presidenziali americane del 2016 spiega bene proprio questo punto: i sondaggi davano Hillary Clinton vincitrice al 71%, ma nessuno considerò il 29% di possibilità che Trump aveva di portare a casa la partita, cosa che poi accadde. Quella percentuale, che a tutti sembrò trascurabile, era in realtà altissima e chi ha esperienza nel poker lo sa: il gioco allena la mente a osservare la realtà in termini probabilistici.
Concentrarsi sui processi mentali: imparare dal poker
Chiunque abbia esperienza al tavolo da gioco sa quanto la capacità di mantenere la concentrazione sia cruciale: in particolare, sottolinea Maria Konnikova, il poker insegna a prestare ascolto al ritmo del proprio pensiero. Durante una partita è necessario valutare la situazione in chiave matematica, ma è altrettanto importante tenere il punto sui propri processi mentali: solo in questo modo sarà possibile mantenere la calma e continuare a giocare senza cadere preda dello stress, che può indurre in valutazioni sbagliate. Quello della Konnikova è un approccio innovativo, anche perché ha trasformato il poker in un vero e proprio metodo didattico: durante la pandemia, infatti, la psicologa, lo ha messo al centro di un ciclo di lezioni dedicate ai bambini, che negli ultimi anni sono stati messi a dura prova dalle dinamiche legate alla didattica a distanza.
Quando la mancanza di certezze diventa una risorsa
Capacità decisionale, concentrazione e pensiero probabilistico: queste tre abilità che grazie al poker è possibile affinare, aiutano l’individuo a muoversi nel campo dell’incerto. Mentre il pensiero razionale invita a riporre fiducia in tutto ciò che è sicuro, ammesso che esista, è l’incertezza il potente motore alla base di tutte quelle capacità che supportano l’individuo anche nelle situazioni più complesse. Da questo punto di vista il poker, come sostiene la psicologa Maria Konnikova, rappresenta un paradigma da applicare anche alla quotidianità per mettere in atto tutte quelle dinamiche che nella vita, come al tavolo da gioco, possono fare la differenza. Va da sé che all’origine di un successo non ci sia solo la bravura, o la fortuna, ma soprattutto la capacità di trasformare la mancanza di certezze in una risorsa.