Quello della Politica Energetica per ridurre l’inquinamento da Co2, ma anche per ovviare alla crisi del settore condizionata dal conflitto in Ucraina, è un tema di forte interesse in questo periodo. In merito interviene anche Più Europa Vicentino attraverso il rappresentante territoriale, Luciano Fabris.
Quest’ultimo, dopo aver citato un recente intervento di Davide Sguazzardo, componente dell’Assemblea di Più Europa, il quale ha sottolineato che “servono tutte le fonti d’energia low carbon e le rinnovabili intermittenti non bastano”, che bisogna guardare alla Germania che impiega il carbone per compensare solare ed eolico e che è necessario pensare a tutte le alternative possibili, spiega in uno scritto il suo punto di vista.
“I cambiamenti climatici – dice Fabris – sono sotto i nostri occhi, non serve andar lontano in paesi tropicali per vederli. Il problema è nella crescita dei gas effetto serra, non c’è da perder tempo su quale tecnologia mettere a terra per ridurre CO2 nell’atmosfera perché servono tutte. Ieri l’European Parliament ha confermato la tassonomia proposta dalla Commissione Europea con favore del JRC: non si perda tempo, serve una politica energetica con tutte le opzioni disponibili.
Secondo l’Atto Delegato approvato dalla Commissione Europea e ora anche dall’Europarlamento, l’energia nucleare è inclusa in Tassonomia se l’impianto soddisfa i seguenti vincoli:
1) il progetto deve essere approvato entro il 2045;
2) deve rispettare i più elevati standard di sicurezza, già imposti da enti internazionali come EURATOM e IAEA;
3) il Paese deve avere un piano per disporre di un deposito per i rifiuti nucleari ad alta attività funzionante entro il 2050.
Oltre alla costruzione di nuovi impianti, viene ammessa anche la possibilità di finanziare i lavori per l’ammodernamento di centrali esistenti, al fine di mantenerle in operatività per altri 20 anni circa.
Il nucleare è dal 1993 la prima fonte elettrica dell’UE: far funzionare questi reattori il più a lungo possibile è quindi l’azione più veloce da compiere per raggiungere un mix energetico pulito.
Il JRC, ovvero l’organismo tecnico che si occupa di fornire pareri indipendenti su questioni scientifiche a supporto della Commissione Europea, ha analizzato la compatibilità dell’energia nucleare relativamente al criterio “do no significant harm” in un report molto dettagliato. L’analisi “non ha rilevato alcuna evidenza scientifica che l’energia nucleare arrechi un danno maggiore alla salute umana o alle persone rispetto ad altre fonti elettriche già incluse nella Tassonomia”, come le fonti rinnovabili. Anche altri enti hanno analizzato l’impatto del nucleare raggiungendo le stesse conclusioni”.
Fabris conclude: “Se vogliamo fermare il CO2 entro i limiti indicati dalla scienza e dagli esperti dobbiamo correre con un mix di fonti energetiche, se vogliamo dare un futuro alle generazioni prossime. Razionalmente dobbiamo rimuovere pregiudizi e ideologie. La realtà ci chiede pragmatismo”.