Politiche 2018, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ed il valore del diritto – dovere di voto

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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione dell’imminenza delle elezioni politiche 2018, intende evidenziare l’importanza del momento politico attuale, sottolineando la necessità in ogni scuola di avviare delle riflessioni sul valore del diritto – dovere di voto. La disaffezione politica, la superficialità, il degrado morale che stanno imperversando e influenzando pesantemente le coscienze, soprattutto dei più giovani, devono essere fugate dall’esercizio del dialogo, del confronto e della ricerca, al fine di riappropriarsi della conquista più esaltante e “trascurata”, nelle ultime votazioni, del nostro Novecento: la facoltà di esprimere le proprie preferenze politiche in modo libero e democratico estesa a tutti gli esseri umani indipendentemente dall’appartenenza sociale, dal sesso o da altro.
I diciottenni di oggi che si apprestano a votare devono vivere tale strumento, le elezioni, con grande consapevolezza e gratitudine; con medesima disposizione interiore dovrebbero accostarsi alle urne i loro padri o nonni. Non è retorica dire che, considerando il clima di incertezza e inquietudine anche internazionale in atto, ciascuno dovrebbe valutare con fermezza, senza altri condizionamenti o secondi fini, quanto reputa più adatto per il proprio Paese. La nostra Costituzione prevede che la durata della legislatura sia di cinque anni e che quindi si possano avvicendare diverse forze politiche.
Un lustro è un periodo abbastanza lungo per produrre effetti catastrofici o apportare migliorie in Italia; ci auguriamo che si continui a parlare di educazione alla legalità, ai diritti umani e al rispetto dell'”altro” nel senso più ampio e corretto possibile.
Riteniamo fondamentale che le forze politiche attente a tali problematiche vogliano nei primi cento giorni del loro mandato riproporre l’inserimento del Diritto in ogni scuola di ordine e grado: la rinascita, il progresso e la civiltà di una nazione si misurano dal peso attribuito alla scuola e non dai soli indicatori economici. Robert Kennedy in un suo famoso discorso del 18 marzo del 1968 in merito al PIL sosteneva: Il Pil non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago.
Auspichiamo fortemente che il prossimo team di Governo non consideri l’istruzione pubblica come un capitolo di spesa da tagliare per ridurre la spesa pubblica, ma come il propellente per far decollare nuovamente l’Italia.
“Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.” (Art. 48 Cost. c.1, c.2, c.4)

Prof. Romano Pesavento, presidente Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani