Se qualcuno aveva dubbi, ora può toglierseli – così scrive nella nota che pubblichiamo l’Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –. L’atteggiamento del Governo polacco verso la Unione europea era: noi facciamo quel che ci pare e voi dateci i soldi. Ora la Corte dei diritti dell’uomo (CEDU) ha condannato la Polonia per il suo sistema giudiziario.
La CEDU è un organo giurisdizionale internazionale, istituita dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
La condanna si riferisce alla mancanza di indipendenza del Consiglio nazionale della magistratura polacco, riempito di nomine governative, che non assicurano un processo equo, perché non è indipendente e imparziale.
Già la Corte di giustizia della UE (da non confondersi con la CEDU), il mese scorso, aveva condannato la Polonia a una multa di un milione di euro al giorno per non aver sospeso l’attività della Sezione disciplinare della Corte Suprema polacca, che limita l’indipendenza e l’imparzialità dei giudici e che, quindi, non garantisce il rispetto dello Stato di diritto in Polonia.
Il Governo polacco deve decidere se stare dentro l’Unione europea e rispettare le regole comuni che aveva sottoscritto 17 anni fa, oppure, prendere la via dell’uscita. Nel frattempo, è bene bloccare i fondi comunitari fino a quando il Governo polacco decida cosa fare. Si tratta di 36 miliardi del Recovery Fund e di 120 miliardi di fondi strutturali. E’ altrettanto bene che la Commissione europea assuma decisioni chiare e definitive nei confronti della Polonia e di altri Paesi (vedi Ungheria) che non rispettano le regole che tutti si sono dati volontariamente, senza costrizione alcuna.
Primo Mastrantoni, Aduc