Nuovo ponte di Debba: cittadini sostengono di avere una soluzione migliore e meno costosa

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Il Ponte di Debba mostra i segni del tempo

È possibile restaurare e ristrutturare il vecchio ponte di Debba anche con doppia corsia, in tempi brevi e con costi contenuti, risolvendo i problemi di alluvione nelle strade adiacenti e migliorando complessivamente la viabilità dell’area interessata.

Ne sono convinti molti cittadini che con le associazioni Civiltà Verde e Italia Nostra tentano di opporsi alla realizzazione di un nuovo viadotto a sostituzione del vecchio ponte sul Bacchiglione che mostra da tempo, inequivocabili, i segni del tempo. In ballo c’è una progettazione per l’opera sostituiva che si avvia verso lo stadio definitivo, come abbiamo più volte scritto da queste pagine (leggi).

L’incontro è in programma giovedì 6 ottobre 2022, alle 20 e 15 presso il teatro parrocchiale della frazione di Debba e ha un titolo esplicativo: Ponte di Debba, una soluzione a breve termine e a basso costo.

“Nel corso dell’iniziativa pubblica – fanno sapere gli organizzatori – l’architetto e ingegnere Giandomenico Mazza illustrerà la sua esperienza relativa al recupero di un ponte simile e coevo al nostro a Motta di San Bonifacio e il geologo Roberto Rech presenterà una reale proposta alternativa: dal Ponte di Motta al Ponte di Debba. Seguirà un dibattito e un confronto propositivo su questa importante tematica”.

Le ragioni del No. Come anche altre voci (leggi qui), le contrarietà alla realizzazione di un nuovo ponte sono prettamente di natura ambientale ed economica, in riferimento ai costi previsti.

Il nuovo viadotto, infatti, prevede una estensione delle opere ben oltre il letto del Bacchiglione, con piloni da realizzare nei campi e fino alla rotatoria posta all’incrocio tra via dei Ponti di Debba e strada San Pietro Intrigogna. Il tutto per un’altezza di 7 metri, una larghezza di circa 12 metri e una lunghezza di quasi mezzo chilometro.

Per i contrari, dunque, un’opera dal forte impatto su un’area che prevede vincoli ambientali, ritenuta non funzionale dopo l’apertura della Valdastico Sud, molto costosa (13 milioni di euro) e che avrà ripercussioni negative per gli abitanti del posto. (consulta il documento)

In merito, nel corso di un recente Consiglio comunale di Vicenza, il sindaco e presidente della provincia, Francesco Rucco, ha detto: “Il ponte è marcio e prossimo al crollo. Riconosceteci di essere stati lungimiranti nell’investire in questa opera”.