Venezia, Amsterdam e Brooklyn sono tutte città famose per i loro ponti storici, simboli che le rendono riconoscibili ovunque nel mondo. Altrettanto non si può dire però della nostra Vicenza, dove pure si trovano capolavori edilizi privi della giusta fama che invece meriterebbero.
Ponte Novo
A fare da collegamento tra le due rive del Bacchiglione ci pensa Ponte Novo. Si è guadagnato questo nome in quanto lo ricostruirono nel 1793 e perciò è considerato nuovo. In passato, infatti, la vicinanza ad un monastero adibito al “recupero” delle giovani donne, gli attribuiva l’essere conosciuto come Ponte di Santa Maria Maddalena o delle Convertite. Questo ponte storico vicentino risale al 1500, quando il doge della Repubblica di Venezia diede il via alla sua costruzione. Inizialmente realizzato in legno, presto ci si accorse che risultava poco robusto e, nonostante i provvedimenti adottati, non riuscì a resistere all’alluvione del 1650. Ripristinato nel 1702, l’infausto destino del ponte non si arrese e fu vittima di un’altra alluvione. Come ultimo tentativo lo si riedificò in legno e durò effettivamente fino al 1793 quando divenne appunto l’attuale Ponte Novo, poiché ricostruito in mattoni.
Ponte Pusterla
Tra le vie del centro si trova, poi, Ponte Pusterla un altro dei ponti storici, il cui nome deriva da “Posterula” ovvero piccola porta. Questa si differenziava infatti dalle altre della città, ovvero Porta Feliciana e Porta San Pietro, che erano invece più grandi. C’erano anche una piccola torre, una saracinesca e un ponte levatoio. Inizialmente in legno ma ricostruito poi in pietra nel 1231, in epoca moderna lo restaurarono e modificarono per adattarlo all’odierna vita cittadina.
Ponte degli Angeli
Ponte degli Angeli (in copertina, ndr) prende il proprio nome per la vicinanza con la chiesa di Santa Maria degli Angeli. Anticamente lo si conosceva anche come Ponte di San Pietro per l’omonima porta poi scomparsa e varie furono le sue ricostruzioni dovute alle inondazioni del fiume Bacchiglione. Dapprima realizzato in ferro e ghisa e poi in cemento armato, nel 1561 fu oggetto di interesse per Andrea Palladio, che ne propose e progettò un elemento in modo da agevolare il defluire dell’acqua. Nel 1882 il ponte non resistette e crollò a causa di un’alluvione e lo ripristinarono successivamente con una struttura in ferro.
Ponte San Michele
Rimane invece immutato dal 1628 l’aspetto di Ponte San Michele, costruito in pietra e dalle sembianze molto caratteristiche. In passato sulla sponda opposta al fiume sorgeva la Chiesa di San Michele e il rispettivo convento: solo il secondo, però, è in parte ancora visibile. Risalgono al 1200 le prime informazioni sul ponte, costruito originariamente in legno poi sostituito nel 1400 dalla pietra estratta nelle cave di Montecchio. Purtroppo crollò nel 1600 per cedimento strutturale ma fu ripristinato più solido di prima con ispirazione al Ponte di Rialto divenendo uno degli storici ponti vicentini.
Ponte San Paolo
Suo vicino e parallelo è Ponte San Paolo, che risale all’epoca romana. Inizialmente era composto da tre archi, tra i quali quello centrale era maggiore e più robusto secondo la descrizione che ne riporta anche Palladio. Successivamente ci furono varie manutenzioni finché, poco dopo la metà dell’800, a causa delle sue precarie condizioni, lo sostituirono con un altro ponte che si conserva ancora oggi.
Ponte delle Barche
Risalente al Medioevo (anche se si pensava erroneamente che fosse di epoca romana) e antico vicino di un castello è Ponte delle Barche, il più antico tra i ponti storici vicentini, che ancora conserva l’aspetto originale.
Ponte Furo
Non si hanno certezze sull’origine del nome per quanto riguarda Ponte Furo, che conserva l’aspetto medievale e regala una vista suggestiva sulle case lungo il Retrone e sulla Basilica. Anche questo ponte si credeva fosse di origine romana, invece probabilmente risale al 1200.
Ponte di Santa Libera o Campo Marzo
Il ponte più “onorevole” è, infine, Ponte di Santa Libera o Campo Marzo realizzato in onore del Sovrano d’Austria Francesco I. Nel 1816 costui giunse infatti a Vicenza e in quest’occasione nacquero il rettilineo di Campo Marzo e il ponte. Quest’ultimo ospitava una targa che ne spiegava le ragioni di costruzione, oggi esposta ai giardini del Teatro Olimpico.