Porte girevoli 2 da vigilata Barclays a vigilante Bankitalia: versione 1 girava solo dalla controllante alla controllata BPVi… Ora verifichi Mattarella!

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Porte girevoli 2
Porte girevoli 2

Una volta, e si gridò allo scandalo solo pochi anni fa e, comunque, molti, troppi anni dopo i “fatti”, esistevano porte girevoli, denunciate dallo stesso presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche Pier Ferdinando Casini, quelle da cui si usciva da Banca d’Italia per entrare negli istituti prima “vigilati”, segnatamente nella BPVi di Gianni Zonin.

Lo scrivemmo il 1° novembre 2017 in maniera dettagliata, dopo averne già riferito in precedenza,  sotto il titolo “Le porte girevoli da Bankitalia a BPVi c’erano, eccome: lo conferma la smentita di Ignazio Visco, lo “documenta” a Pier Ferdinando Casini un ex dirigente di Via Nazionale” .

Lì facemmo riferimento (di seguito* il nostro vecchio e documentato articolo) a Giannandrea FalchiLuigi Amore e Mariano Sommella, tutti passati alle dipendenze in ruoli di rilievo di Gianni Zonin, come confermato dal procuratore di Vicenza Antonino Cappelleri, e a Lucio Menestrina, entrato in Banca Popolare di Vicenza immediatamente dopo la visita ispettiva del 2001 come denunciato da Roberto Baldassarre, un ex dirigente di Via Nazionale, stretto collaboratore di Zonin.

Ebbene, dopo i vari crac, le cose non migliorano ma, sembrano, istituzionalmente, peggiorare perché questa volta le porte girevoli si aprono non dalla vigilante a un vigilata, ma dalla vigilata Barclays Italia alla vigilante Bankitalia.

Scrive, infatti, oggi Il Fatto Quotidiano: “al fine di integrare il Direttorio, il Consiglio (di Banca d’Italia, ndr) ha nominato quali vice il ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco… e Alessandra Perrazzelli… Il nome che più colpisce è quello di Perrazzelli, attuale capo di Barclays Italia: è il primo caso di passaggio da una banca vigilata al direttorio di Via Nazionale…“.

Commenti? Uno solo.

Presidente Mattarella, siamo d’accordo con Lei quando vuole difendere Palazzo Koch da una campagna di discredito dell’Istituzione per mano di una nuova commissione d’inchiesta, il cui presidente in fieri è l’ex conduttore di La gabbia, Gianluigi Paragone, che ha già decretato, come è abituata a fare in molti casi la peggiore stampa contemporanea, chi è il “colpevole” prima di valutare fatti e documenti nuovi da acquisire.

Ma se lo scopo della Commissione fosse, come dovrebbe essere, quello di individuare chi, uomini e non articoli della Costituzione e delle leggi dello Stato, avesse infranto i doveri di Banca d’Italia, presidente Mattarella acceleri il processo per individuare i “giudici” più corretti degli uomini di Bankitalia ma non tardi oltre altrimenti sarà l’Istituzione a crollare con decisioni come quella delle porte girevoli al contrario!

 

*Le porte girevoli da Bankitalia a BPVi c’erano, eccome: lo confema la smentita di Ignazio Visco, lo “documenta” a Pier Ferdinando Casini un ex dirigente di Via Nazionale

Le porte girevoli denunciate dallo stesso presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche Pier Ferdinando Casini, quelle da cui si usciva da Banca d’Italia per entrare negli istituti prima “vigilati, segnatamente nella BPVi di Gianni Zonin, non sono un fenomeno esclusivo in questo mondo regolato da soldi e interessi personali e non, almeno, anche generali. Che un calciatore alla Higuain o alla Neymar lasci il club, che fino al giorno prima dispensava di baci e abbracci, è cosa a cui abbiamo fatto il vezzo così come abbiamo fatto, peggio ancora, l’abitudine ai sindacalisti che, dismessi i panni di difensori dei lavoratori, assumono posizioni di vertice e magari nelle stesse aziende, pubbliche e private, che prima “combattevano” .

Per fare un esempio ulteriore, poi, delle porte girevoli più utilizzate, per non parlare di magistrati e giornalisti abituati a diventare colleghi dei politici sui quali prima “indagavano, che dire dei parlamentari che cambiano casacca un giorno sì e l’altro ancora in base a cariche e incarichi promessi e mai rispettando quello che doveva essere il mandato conferito dai loro elettori?

Da questo malvezzo, che spesso sconfina nel malfatto e che Casini insieme a Renzi e Orfini ha denunciato anche per gli ispettori della Vigilanza di Palazzo Koch, ci ha tenuto a dissociarsi fermamente l’entourage del confermatissimo Ignazio Visco, a dispetto di una sfiducia generale di cui la mozione tanto discussa del Pd, di fatto contro sua conferma e approvata invano dalla Camera dei deputati, è solo la punta emergente dell’icerbeg: “nessuno degli ex dipendenti della banca assunti dalla Banca Popolare di Vicenza è stato ispettore nella banca veneta. Nessun caso di porte girevoli: stop alle illazioni“, c’era scritto nella nota diffusa da Bankitalia il 30 ottobre sera come se i tre casi, a cui ha fatto riferimento il procuratore di Vicenza Antonino Cappelleri e che sono quelli di Giannandrea FalchiLuigi Amore e Mariano Sommella, tutti passati alle dipendenze in ruoli di rilievo di Gianni Zonin.

Se gli uomini di Visco difendono l’ex banca centrale e i loro ex colleghi con l’affermazione che Giannandrea Falchi, capo segreteria del Direttorio durante la gestione di Mario Draghi, non avesse ruoli ispettivi e come se un personaggio del suo livello non potesse avere influenze  e “compiti” ancora maggiori, è la stessa Bankitalia a confermare che Amore e Sommella erano, sì, ispettori della Vigilanza ma mai avrebbero esercitato le loro funzioni sull’istituto vicentino e su sue controlalte come se le loro relazioni con i colleghi che hanno “visitato” via Btg Framarin, per nulla potessero interferire.

La Banca d’Italia ha ritenuto, così, di smentire il fatto che alcuni suoi funzionari (anche ispettori, quindi) siano stati poi assunti dalla Banca Popolare di Vicenza zoniniana.

Ma a tal proposito addirittura un ex dirigente di Via Nazionale, stretto collaboratore di Zonin, smentisce la Banca di Visco, e documenta il fatto che ex ispettori sono stati assunti in Popolare subito dopo l’ispezione (insieme a tanti altri ex illustri) in una mail che ha inviato direttamente a Pier Ferdinando Casini e che riportiamo qui, scusandoci di non averlo fatto ieri per… carenza di risorse, con un semplice copia e incolladella mail indirizzata pproprio al presidente della Commissione

Da: Roberto Baldassarre
Data: 31 ottobre 2017 08:14:21 CET
A: pierferdinando.casini@senato.it
Oggetto: BANKIT: PORTE GIREVOLI
On.le Presidente Dott. Pierferdinando Casini,
i quotidiani di oggi (31 ottobre, ndr) danno notizia delle precisazioni di Banca d’Italia in ordine alle c.d. “porte girevoli” con la Banca Popolare di Vicenza. I titoli dei giornali sono per una smentita delle Sue affermazioni. Ma così non è. Le invio una precisazione che conferma quando da Ella dichiarato.  Ha ragione a sostenerlo: ci sono state “porte girevoli in Banca Popolare di Vicenza” e a tal proposito Le invio la conferma documentale.
La Banca d’Italia si smarca facendo specifico riferimento agli unici tre nomi fatti in Commissione. Ma altri sono i soggetti (Magistratura, Guardia di Finanza, Prefetti, Ambasciatori, etc.) che sono stati ingaggiati dalla Banca Popolare di Vicenza, Anche provenienti da Bankit e che hanno addirittura fatto parte del Team Ispettivo oggetto di scandalo (2001).
Tra questi il dott. Lucio Menestrina, entrato in Banca Popolare di Vicenza immediatamente dopo la visita ispettiva del 2001. Allego la copia del frontespizio dell’Ispezione della Banca d’Italia condotta alla Popolare di Vicenza nel 2001 che riporta i nomi degli ispettori, tra i quali il citato dott. Menestrina (clicca qui, ndr).
Appena lasciata la Banca d’Italia entra in Banca Popolare di Vicenza a fare, nientepopodimeno, che il CFO ovvero il responsabile finanziario che comprendeva anche la gestione del rischio proprietario, il capitale della Banca, come si può rilevare dal CV del dott. Menestrina inviato a Borsa Italiana.
Con i migliori saluti e auguri di buon lavoro,
Roberto Baldassarre