La giunta comunale oggi ha approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica per la tutela, conservazione, restauro, fruizione, valorizzazione e digitalizzazione dei portici di Monte Berico.
Il Comune di Vicenza potrà quindi partecipare al bando del Ministero della cultura che nel 2020 ha messo a disposizione 30 milioni di euro per progetti di questo tipo con scadenza il 31 agosto.
L’investimento complessivo sarà di 1.250.000 euro, di cui 1.000.000 euro (80%) chiesti al MIC e 250.000 euro (20%) di cofinanziamento.
“Il progetto per il restauro e la valorizzazione dei portici di Monte Berico – annuncia il sindaco Francesco Rucco – si inserisce nel percorso verso le celebrazioni del sesto centenario della prima apparizione della Vergine Maria avvenuta il 7 marzo del 1426. Fra circa cinque anni la struttura organizzativa che abbiamo creato porterà a termine l’iter già avviato che culminerà non solo con gli eventi religiosi, ma anche con la chiusura di interventi strutturali sui portici, sulle scalette e sul museo annesso alla Basilica. Un percorso che va anche alla ricerca dei finanziamenti necessari su più fronti, compresi i fondi a disposizione dal 2022 per il turismo religioso”.
“Stiamo riservando un’attenzione particolare ai portici di Monte Berico, a cui i vicentini sono molto legati perchè conducono al santuario, luogo di devozione – spiega il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Matteo Celebron -. Il restauro consentirà di sistemare le infiltrazioni e si interverrà anche sugli intonaci e sulla pavimentazione. L’importante somma di 1.250.000 euro consentirà un recupero complessivo dei portici che andrà a migliorare uno dei luoghi più apprezzati dai turisti e pertanto ci auguriamo di ottenere il finanziamento richiesto”.
Il progetto, curato dal servizio LL.PP. e Manutenzioni d’intesa con la Soprintendenza di Verona, è stato redatto dal Laboratorio di archeologia ingegneria restauro e architettura L.A.I.R.A. srl di Padova per una spesa di 10 mila euro circa.
I portici di Monte Berico, progettati da Francesco Muttoni tra il 1717 e il 1741 e realizzati dal 1746 al 1780, hanno uno sviluppo di 700 metri con 150 arcate ripartite a gruppi da 10 che seguono l’andamento del pendio. 15 cappelle sono dedicate ciascuna ad un Mistero delle vita della Vergine Maria e presentano una lunetta decorata.
Il progetto ha l’obiettivo di restaurare il percorso dei portici che ha un’importante valenza architettonica, simbolica e religiosa, intervenendo sulle cause e sugli effetti del degrado che ne pregiudica la consistenza materica, valorizzandone la funzione urbanistica e devozionale e approfondendo, ove possibile, la conoscenza attraverso strumenti digitali che sperimentino la ricostruzione della sua consistenza spaziale e di un apparato decorativo visibile nelle immagini storiche di alcuni tratti di portici. Opportune indagini stratigrafiche e studi di approfondimento a campione con le ricostruzioni tridimensionali del sistema arcata-cappella forniranno la base non solo di un supporto digitale conoscitivo, ma anche uno schema funzionale per declinare di volta in volta gli interventi di restauro e conservazione. Si interverrà per restaurare la copertura, gli intonaci, gli elementi lapidei e la pavimentazione in trachite.
Per quanto riguarda la copertura si prevede la rimozione del manto, della guaina granigliata, ove esistente, e delle tavelle, con cernita degli elementi riutilizzabili, la revisione dell’orditura lignea principale e dell’estradosso delle volte, la verifica dello stato di conservazione degli elementi strutturali e loro connessioni, per esempio dei tiranti metallici, la posa di una nuova orditura secondaria con la formazione di un’intercapedine ventilata. Verrà posata una nuova guaina di impermeabilizzazione e realizzato un manto di copertura con coppi di recupero e nuovi coppi con intonazioni cromatiche diverse a integrazione di quelli non riutilizzabili in quanto rotti o ammalorati.
Per il restauro degli elementi lapidei e degli intonaci di volte e pareti si prevede una descialbatura per la verifica dello stato di conservazione del substrato e della presenza di apparati decorativi ulteriori rispetto alle incisioni visibili sulle arcate, un trattamento con biocida per la disinfestazione da agenti biodeteriogeni, la rimozione accurata degli intonaci cementizi e/o di malta senza danneggiare gli strati inferiori e adiacenti, la pulitura delle superfici, il consolidamento dei laterizi e degli elementi lapidei.
Il restauro della pavimentazione in trachite avverrà tramite smontaggio, pulitura e rimontaggio degli elementi lapidei monolitici (adeguatamente stoccati e identificati in loco), previa sistemazione del fondo di posa, per porre rimedio alle sconnessioni presenti. In caso di blocchi altamente degradati ne sarà valutata la sostituzione e/o l’integrazione per garantire una fruizione sicura del percorso.
La digitalizzazione sarà utile sia come forma di documentazione ma anche nell’ottica della fruizione condivisa e di una valorizzazione post restauro. Verrà utilizzato il laser scanner 3D che consente di ricavare elaborati bidimensionali e tridimensionali.