“La Consulta ha confermato le nostre perplessità e dichiarato incostituzionale la legge sulle sanzioni amministrative del 2019 voluta da Zaia e dalla Lega, un provvedimento ‘salva furbetti’, l’ennesimo favore a chi non rispetta le regole: in caso di violazione di una norma o un provvedimento regionale non era previsto un euro di multa, se scoperti si poteva sanare la propria posizione, a costo zero. Uno schiaffo a chi si comporta onestamente. Per fortuna la Corte Costituzionale ha rimesso a posto le cose”. Così il consigliere regionale Andrea Zanoni (Partito Democratico) commenta in un comunicato la bocciatura da parte della Consulta della legge 25/19 ‘Norme per introdurre l’istituto della regolarizzazione degli adempimenti o rimozione degli effetti nell’ambito dei procedimenti di accertamento di violazioni di disposizioni che prevedono sanzioni amministrative’, approvata il 16 luglio di due anni fa.
“Secondo i giudici la legge regionale ‘omette infatti radicalmente di definire il preciso ambito di applicazione dell’istituto’, non fissa il termine entro cui il trasgressore deve mettersi in regola né indica le conseguenze della regolarizzazione. Sono doppiamente soddisfatto – puntualizza il consigliere – per questa sentenza: in aula avevamo avvisato la maggioranza ‘in tempo reale’ invitandola al ritiro del testo, poi una volta approvato, avevo presentato un esposto sia al Governo ribadendo i punti a rischio illegittimità – ricorda il consigliere – Governo che ha impugnato il provvedimento poiché alcune norme erano in contrasto con tre articoli della Costituzione: art. 3, art. 25 e art. 97. Di fatto, si trattava di una delega in bianco alla Giunta, che non chiariva gli ambiti a cui si applicava né, come quali fossero le conseguenze della regolarizzazione. I fatti ci hanno dato ragione, un’altra battaglia legale con Roma dall’esito già scritto, il cui conto sarà pagato dai contribuenti veneti”, conclude Andrea Zanoni.
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