“Quali misure sono previste dalla Regione per evitare che la popolazione veneta, e in particolare quella anziana, debba subire i disagi e i disservizi conseguenti alla chiusura di uffici di Poste italiane o alla riduzione delle giornate e degli orari di apertura?”.
La domanda viene posta attraverso un’interrogazione dai consiglieri regionali del Partito Democratico Jonatan Montanariello e Vanessa Camani che evidenziano: “Poste Italiane ha deciso di razionalizzare la gestione di numerose sedi, con chiusure, riduzioni di orario e di giornate di apertura di ben 67 uffici postali in tutto il Veneto, a partire dal 16 dicembre. Ciò sta creando numerosi disagi ai cittadini, in particolare quelli anziani, che si vedono costretti a recarsi in altri uffici postali più distanti, oppure a compiere le operazioni tramite il servizio di home banking, con tutti i disagi che ne derivano per quella parte di popolazione scarsamente digitalizzata”.
Gli esponenti dem riportano una stima, diffusa dalla Spi Cgil Veneto, secondo la quale “Circa un pensionato veneto su tre riceve l’assegno previdenziale in posta e preleva al Postamat. Le riduzioni o cancellazioni di servizi andranno a impattare principalmente sulle zone periferiche del Veneto, in particolare le provincie di Belluno e Rovigo, che già soffrono di problemi logistici e di collegamento e nelle quali non risulta agevole raggiungere gli altri uffici postali. Non solo: questa situazione rischia indirettamente di aumentare i fenomeni di truffa informatica proprio a danno degli utenti meno esperti”.
“Mettere in campo le adeguate contromisure – concludono Montanariello e Camani – è un dovere della Regione”.