Posto ergo cogito? Regolamento by Giovine (e duce?): meglio se lo approva il popolo del web ma se fa chiudere gli studi pugliesi noi Rucco non ce lo riprendiamo!

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Silvio Giovine in bianco e... nero
Silvio Giovine in bianco e... nero

Non vedevamo l’ora di toccare con mano, nella nostra rubrica Posto ergo cogito?, fino a che punto potesse spingersi l’italica cultura sul web nel commentare fatti ed eventi rilevanti di questo Paese e qualche giorno fa l’assessore con deleghe in materia di commercio e attività produttive, politiche del lavoro, turismo, valorizzazione del centro storico e coordinamento di eventi e manifestazioni del comune di Vicenza, il dott. Silvio Giovine ce ne ha dato l’occasione…e che ghiotta occasione!

Posto ergo cogito?
Posto ergo cogito?

Il fatto: in quanto valorizzatore del centro storico della città del Palladio, patrimonio dell’UNESCO, l’assessore Giovine si fa promotore di un nuovo regolamento sulle attività commerciali lecite e illecite nel centro storico, che poi la maggioranza della giunta dovrà votare e approvare (funziona più o meno così nelle democratiche amministrazioni italiane). Tuttavia, il prode difensore della tradizione merceologica e gastronomica locale, il dott. Silvio Giovine, pensa bene di postare sul nostro preferito moltiplicatore di opinioni al vetriolo perlopiù non richieste, vale a dire Facebook, il contenuto di tale provvedimento, con il quale si pone l’obiettivo di alzare «la qualità dell’offerta commerciale incidendo sulle nuove aperture, definendo standard minimi a cui bar e ristoranti dovranno attenersi e prevedendo sanzioni progressive per chi sgarra».

I punti del provvedimento che "cambierà il volto del centro storico di Vicenza" sul profilo FB di Silvio Giovine
I punti del provvedimento che “cambierà il volto del centro storico di Vicenza” sul profilo FB di Silvio Giovine

Attenzione ora: la qualità dell’offerta commerciale è messa in stretta relazione ad una serie di parametri, tra cui l’etnicità dei prodotti, nel senso che non sarà consentito aprire negozi di «oggettistica etnica», fast food di «Kebab», «macelleria e polleria non italiana», «grandi catene che somministrano prodotti non riconducibili alla tradizione alimentare locale»; la moralità della prestazione, per cui saranno vietati «prodotti a base di cannabis», «sexy shop» e «centri massaggi non abbinati ad attività estetica», interessante sottigliezza linguistica e concettuale che sottrae il massaggio al beneficio estetico; nonché l’economicità del servizio, infatti non possono aprire le serrande negozi di «chincaglieria e bigiotteria di bassa qualità», «usato, fatta eccezione per abbigliamento e accessori vintage, arredo e oggetti da collezione», «lavanderie self service», «distributori automatici di cibi e bevande» e, infine, «compro oro», giacché è notorio che a Vicenza l’oro si vende, mica si compra!

Rucco e Giovine
Rucco e Giovine

Chiariamo: si tratta di un regolamento non ancora approvato, ma solo proposto da Giovine, infatti il sindaco Rucco ha aperto a modifiche, ma che ha già fatto parlare molto di sé, approdato sulle pagine di Repubblica, scatenando accuse di razzismo, fascismo (prima ancora che Giovine “si complimentasse” per le buone opere del duce, ndr), snobismo, classismo (che non sono affatto peregrine quando dal punto di vista valoriale compaiono discorsi che legano la qualità all’etnicità, alla moralità e all’economicità), ma, soprattutto, di incostituzionalità, perché in Italia a nei paesi occidentali, di cui difendiamo le radici e le tradizioni, l’iniziativa economica privata è libera, come recita l’art. 41 della nostra Costituzione.

Il popolo del web: ovviamente la mossa è ben architettata dal punto di vista elettorale, infatti quel moltiplicatore fittizio di consensi, quale è il web con i suoi social network, che al tempo stesso genera pericolosamente una coscienza collettiva che si abbevera alla fonte delle stronzate che leader autoinvestiti di autorità a partire dal numero di followers che sparano, fa il suo dovere, mettendo in bella mostra, ad oggi, 450 like, 25 cuori e 3 abbracci, per un totale di 478 consensi, a fronte di 261 risate, 44 incazzati, 13 piangenti e 6 attoniti, per un totale di 320 utenti che mostrano perplessità, ma non è detto che poi prendano le distanze concretamente dal provvedimento e da chi l’ha pensato, ma qui mi fermo perché non vorrei produrmi in un’analisi elettorale che è fin troppo chiara.

Ma, come è tradizione della nostra rubrica, non possiamo non richiamare gli insuperabili commenti del popolo del web, alcuni davvero esilaranti, altri del tutto incomprensibili, come chi elogia l’assessore «Lei è un bravissimo assessore e glorioso del territorio dove vive», mostrando un uso alternativo della lingua italiana, oppure chi fa notare che «Centro Storico Medievale non si dovrebbe riferire al modo di amministrarlo», che si guadagno il nostro premio simpatia, e chi, tra molti che si chiedono se siano decorosi ed etnicamente accettabili sandali, mocassini e ballerine, si domanda se «È previsto anche un dress code? Così, tanto per essere certa di non sbagliare e far fare brutta figura» oppure chi, batte in ritirata e si autodenuncia «Mi scusi, mi può bannare? É per solidarietà con alcuni miei amici. Grazie». Troppo scontato, ovviamente, ironizzare sulle preferenze culinarie locali, che al posto dei kebab di pollo, agnello e manzo vorrebbero veder roteare alla sbarra verticale carne di gatto, in ottemperanza alla solida tradizione locale. Meno scontato, invece, è il commento di chi fa notare che la pizza è napoletana, il sushi giapponese e il McDonald’s americano e che, se il provvedimento dovesse essere adottato dal Comune di Vicenza, appena la catena americana farà ricorso al TAR, saranno costretti a capitolare rovinosamente.

Un appello personale a Giovine: mi raccomando, che non le venga in mente di far chiudere anche gli studi legali associati del centro storico di chi non è nato a Vicenza, giacché in quel caso il sindaco Rucco noi in Puglia non ce lo riprendiamo!

Francesco Rucco... saluta
Francesco Rucco… saluta

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