La settima puntata della nostra rubrica sulla disinformazione via web, Posto ergo cogito?, si è soffermata sulle reazioni al video anti tedesco di Tullio Solenghi focalizzandoci, a proposito dei comment (tutti “consultabili” qui dove è anche visionabile il video con oltre 50.000 visualizzazioni, ndr), sulle accuse di qualunquismo, ma la disinformazione suscita e genera altre accuse reciproche.
Al di là della complessa materia economica, alla quale possiamo solo accennare, dal momento che preferiamo rimandare, per chi lo volesse, ad altri articoli di questa testata giornalistica, ciò che sorprende della diatriba che divide la popolazione europea in questi giorni, vale a dire “MES o Eurobond?”, è che i commenti al video del nostro ormai carissimo Tullio Solenghi sono in maggioranza in lingua inglese o tedesca.
Ho fatto questa semplice analisi statistica tra i commenti, che nel frattempo sono arrivati a circa 1800, e ho scoperto che la parola Eurobond compare circa una ventina di volte e solo due o tre in lingua italiana, mentre cinque o sei in lingua inglese e altrettanti in lingua tedesca (molte sono ripetizioni all’interno dello stesso commento). Per quanto riguarda, invece, il nome più specifico di Coronabond, esso appare una decina di volte e, analogamente al precedente, è distribuito maggiormente tra i commenti in lingua tedesca e inglese piuttosto che tra i commenti in lingua italiana. Se poi si guarda al nome degli utenti, si può constatare che per affrontare questioni complesse di carattere economico, molti italiani preferiscono esprimere le loro opinioni in lingua inglese.
Certamente l’utilizzazione di una lingua diversa dall’italiano su questo tema, oltre a testimoniare la diffusione internazionale del video, fa supporre una maggiore capacità dei madre lingua inglesi o tedeschi o di chi usa quegli idiomi ad affrontare il tema specifico.
Occorre, infatti, registrare, al tempo stesso, che la discussione sul piano nazionale su questo tema attraverso il web è pressoché inesistente, nonostante che i pochi commenti in lingua italiana siano anche abbastanza interessanti: «Lo sfogo è troppo sopra le righe. Ciò non significa che non esista un problema serio. Molto serio. Il braccio di ferro è tutto politico, perché ancora una volta è una questione di costi e di distribuzione degli oneri. In altre parole: quanto costerà la crisi e chi ne pagherà il conto. […] Dalla partita sugli Eurobond all’utilizzo del Mes, il meccanismo salva Stati, dall’intervento senza più limiti della Bce al ritorno di Mario Draghi, ecco i protagonisti e le posizioni in campo di questa crisi eccezionale, perché porta con sé tre choc contemporaneamente: sanitario, da offerta e da domanda».
Senza entrare nello specifico, altrimenti anche noi della rubrica Posto ergo cogito?commetteremmo l’errore di addentrarci in tematiche che non ci competono, crediamo di non far torto a nessuno se ci assumiamo la responsabilità di schematizzare in questo modo la differenza tra le due tipologie di aiuti che l’Italia potrebbe ricevere dall’Europa in questo momento per far fronte alla crisi economica dovuta all’arresto della produzione per l’emergenza Coronavirus: il Meccanismo europeo di stabilità (MES) è una specie di salvadanaio, interno ai paesi europei, in cui ogni Stato, in base alla popolazione al proprio prodotto interno lordo, versa una quota (la Germania è la prima contribuente e la Francia la seconda), che poi può essere prestata a chi dovesse averne bisogno. Ovviamente, se uno ti presta i soldi, poi dopo vorrebbe riottenerli e, quindi, ti pone delle condizioni affinché tu possa restituirli ed evitare che i suoi soldi finiscano all’interno di meccanismi strani, può succedere che si disperdano nei meandri della politica e di scelte poco chiare, soprattutto se chi deve gestire i soldi non gode di buona fama.
Gli Eurobond, ribattezzati Coronabond per la specifica circostanza, sarebbero, invece, dei titoli che l’Europa intera dovrebbe emettere per ottenere liquidità da investitori esterni, che possono essere privati, stranieri oppure altri Stati, e così far fronte alle difficoltà economiche che attualmente solo alcuni Stati stanno mostrano, tra cui i maniera massiccia l’Italia e la Spagna. E qualcuno, a suo modo, mette anche in evidenza questa disparità tra gli Stati: «Gli Eurobond non sono un “prestito a noi poveri”, ma una condivisione del debito emesso che porta alcuni paesi VIRTUOSI a perdere soldi a causa di Paesi con conti pubblici disastrati, come l’Italia, che da 40 anni riesce a fare la cicala accumulando debito costantemente per fare mance elettorali».
Ecco, senza condizionare troppo il dibattito sull’opportunità di accedere al MES o agli Eurobond, che è anche e soprattutto un dibattito politico, si comprende subito come si schierano le popolazioni europee, in particolare i tedeschi e gli italiani sul tema: «Deutschland muss deutlich JA sagen für Eurobond!» (La Germania deve dire chiaramente SÌ per Eurobond!) – Commento di un utente italiano che scrive in tedesco per essere sicuro di farsi comprendere; «Nein zu Eurobonds!!! Helfen gerne, aber nur dort, wo es auch geschätzt wird». (No agli Eurobond !!! Aiutare volentieri, ma solo dove è apprezzato) – Commento di un utente tedesco che evidentemente non ha gradito la presa per il culo di Solenghi e quindi penso che voglia dire qualcosa come “cornuto e mazziato!”
Tuttavia, la confusione tipica della politica italiana non agevola gli osservatori stranieri: «In Italy, Lega politicians as well as ministers of the ruling five-star movement gave the impression that Eurobonds were the ideal way for Italy to obtain greater financial resources without having to repay any debt afterwards» (In Italia, i politici della Lega e i ministri del Movimento 5 Stelle al potere hanno dato l’impressione che gli Eurobond fossero il modo ideale per l’Italia di ottenere maggiori risorse finanziarie senza dover ripagare alcun debito in seguito). All’estero fanno sempre fatica e seguire l’evoluzione dei nostri governi: la Lega, certamente euroscettica, ma con idee poco chiare in merito al MES e agli Eurobond, adesso è all’opposizione!
È chiaro, dunque, per lo meno nell’abito dell’analisi di Posto ergo cogito? che a livello europeo la logica è questa: perché si dovrebbero contrarre altri debiti con gli Eurobond se il MES i soldi ce li ha già? In fondo, basta solo capire come vengono spesi e restituirli! Ma noi siamo italiani e certe cose le guardiamo con lungimiranza, soprattutto se ci fa comodo: «I Coronabond sono una sfida che come Europa dobbiamo affrontare al pari del coronavirus. Bisogna continuare ad insistere su una strada che potrebbe essere il primo tassello per un bilancio comune Europeo. C’è una possibilità da cogliere…»
Qui e anche qui tutte le puntate di Posto ergo cogito?