Povertà, don Enrico Pajarin: “la Caritas diocesana rifletterà sulla possibilità di superare il modello di welfare attuale per approdare a un welfare di comunità sabato 20 gennaio”

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L’Italia è il Paese nell’Unione europea con il maggior numero assoluto di persone “a rischio di povertà”. Lo ha affermato recentemente Eurostat: si parla di 17 milioni 470 mila persone nel 2016, ovvero oltre due milioni e mezzo in più rispetto ai 15,08 milioni che si contavano nel 2008. A fronte di famiglie sempre più fragili, di una solitudine sempre più vasta, di uno Stato sempre più in “ritirata” rispetto al suo ruolo sociale di ri-equilibratore della crescente disuguaglianza economica, quali possono essere le vie di uscita? La risposta può essere individuata in un ritrovato senso di comunità, nella creazione di reti e in un welfare non assistenzialistico ma che renda protagoniste le persone aiutate?

E’ attorno a questi temi che si svilupperanno le riflessioni della quarta tappa della proposta annuale di formazione permanente organizzata dalla Caritas Vicentina e dedicata agli aspetti socio-culturali.
Segni di speranza in un’epoca di cambiamenti. Dalle reti di comunità al welfare generativo: percorsi possibili” è infatti il tema dell’incontro che si terrà sabato 20 gennaio (inizio alle 14.30) presso il teatro del Seminario Vescovile di Vicenza (entrata e parcheggio da via Rodolfi).
Interverranno Daniele Marini, docente di sociologia all’università di Padova e Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan.
Povertà in aumento, disuguaglianze crescenti, disoccupazione giovanile, disagio – afferma il direttore della Caritas Diocesana Vicentina, don Enrico Pajarin (nella foto) sono fenomeni che interpellano infatti non solo la politica ma tutta la società e in particolare noi cristiani, come non manca di ricordarci Papa Francesco. La povertà, in particolare, non è più un fenomeno transitorio ma ha assunto i connotati di un’involuzione strutturale, che allarga progressivamente le disuguaglianze sociali e intacca i diritti fondamentali dei cittadini. Per questo chiama in causa le grandi scelte politiche e richiede la mobilitazione di tutte le forze culturali e sociali. Rifletteremo attorno alla possibilità di superare il modello di welfare attuale, basato quasi esclusivamente sulla raccolta e distribuzione di risorse, per approdare a un welfare di comunità, che rigeneri le risorse disponibili, responsabilizzando  e rendendo protagoniste le persone che ricevono aiuto.”

Caritas Vicentina