“Mi giunge da parte di un genitore di un ragazzo di prima superiore una segnalazione che, a maggior ragione di questi tempi, ritengo sconcertante. Un istituto tecnico di Vicenza, l’Almerico da Schio, ha infatti deciso di prevedere tra le proprie attività formative anche quella di avvicinare i ragazzi minorenni alla pratica del tiro a segno portandoli direttamente al poligono. Nel sito web della scuola tuttavia questa attività non compare tra quelle legate al piano dell’offerta triennale.
Posso capire che il tiro a segno sia una disciplina sportiva che, come tutte, punta a creare vivai e promuove la diffusione tra i giovani. Ritengo tuttavia che l’utilizzo di pistole ed armi, seppur ad uso sportivo, non debba essere promosso in alcun modo dalla scuola pubblica.”
Lo dice il consigliere regionale Andrea Zanoni (PD), che oltre alla denuncia del fatto incalza così la Regione: “Mi rivolgo al presidente Luca Zaia e all’assessore all’istruzione Elena Donazzan affinché facciano luce sul caso auspicando soprattutto che intervengano per bandire dal Veneto ogni tipo di attività scolastica che preveda l’uso di armi, anche se ad aria compressa. Sarebbe un atto doveroso e di responsabilità: non è infatti accettabile che la scuola diventi luogo nel quale facilitare l’avvicinamento e la pratica di strumenti che, al netto del risvolto sportivo, restano drammaticamente ed in via prioritaria strumenti di offesa e morte. Tanto più alla luce dei recenti e periodici fatti di sangue che hanno trasformato le scuole negli Stati Uniti in tragici luoghi di mattanza: non c’è davvero bisogno di inseguire, neppure alla lontana, questo modello totalmente negativo.”
Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico della Regione Veneto