Preghiere e mense a turno: «C’è più tempo per il Signore»

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Rosari e preghiere speciali, un’attenzione ancora maggiore ai più fragili, uno per banco in cappella, a mensa distanziati. È la nuova vita all’interno delle principali Congregazioni religiose in Diocesi. Don Venanzio Gasparoni della Pia Società San Gaetano, con sede in Stradella Mora a Vicenza, ci scherza su: «A tavola siamo così distanti uno dall’altro che sembriamo tutti arrabbiati». In realtà la rabbia non c’è, anzi, i padri vivono in una ritrovata serenità, divisi in tre piccole comunità ma più uniti spiritualmente, riscoprendo le possibilità del tempo dilatato, all’insegna soprattutto dell’incontro con il Signore. «Non c’è più la fretta del fare, le ore sono ritmate dalla preghiera. Ho più tempo per me stesso. Ho letto due libri che avevo messo da parte e che, probabilmente, senza questa emergenza non avrei mai preso in mano. La pila sul comodino si sta riducendo. Trascorro molto tempo al telefono con persone care, parenti, amici, persone bisognose di una parola. Avevo dei viaggi programmati in Italia e all’estero, tutto sospeso». La Pia Società San Gaetano a Vicenza è composta da tre comunità (24 padri in tutto) che ora vivono e mangiano separate, da uno è passata a tre rosari giornalieri, un’ora di adorazione comune e un pomeriggio intero davanti al tabernacolo, a turno. «Pregare costa, ma fa bene» sorride il sacerdote. Poi c’è la messa in diretta streaming ogni domenica alle 9.30 sul sito www.piasocietasangaetano.it, fino a Pasqua celebrata proprio da don Venanzio. «Non si può uscire dalla porta – continua il prete -, ma abbiamo la fortuna di avere un bel cortile dove più d’uno si tiene in forma durante il giorno. Lo utilizza per la corsa anche la signora che ci aiuta con le pulizie, non ha idea di quanti giri fa e non si stanca mai».

A Monte Berico, diventato il centro pulsante della Diocesi, dove il Vescovo celebra la messa con i Padri Servi di Maria in diretta su Telechiara e Radio Oreb, il giardiniere si prende cura degli ulivi. La giornata dei frati trascorre senza l’ingrediente essenziale del loro servizio, i pellegrini: «Ogni servizio è stato cancellato e rimane il vuoto. Il vuoto però è un momento di grazia per rientrare in noi stessi, rivisitare la nostra vita di Congregazione e tutto ciò che riguarda l’incontro con Dio – sottolinea il rettore della Basilica e priore della comunità padre Carlo Maria Rossato -. Vedo i confratelli che passeggiano in Santuario, in silenzio, pregando e meditando. C’è un ritorno all’incontro con il Signore in modo più autentico e vivo, un ritorno all’ intimità che rischiava di essere soffocato dalla logica dell’esserci, degli orari, dell’efficienza». Sono settimane ormai che il Vescovo celebra qui con i padri, da quando l’Italia intera è diventata zona rossa: «È una gioia per noi e, credo,  un grande conforto per mons. Pizziol che si sente accolto, sostenuto, prova calore umano e spirituale. C’è un comune sentire tra il Vescovo e noi Padri, il solenne affidamento alla Madonna è nato insieme».

In comunità i Servi di Maria non prendono particolari precauzioni: «Ci comportiamo come una normale famiglia, anche perché ci sentiamo protetti dall’isolamento – continua il rettore -. I dipendenti impegnati nei servizi di prima necessità continuano invece il loro lavoro con tutti i dispositivi di protezione: le cuoche, gli addetti alla pulizia, al guardaroba, alla lavanderia». E, appunto, il giardiniere: «Il nostro giardino è un’esplosione di vita e colori, ci deve essere qualcuno che si prende cura di lui» continua padre Rossato. «Sono convinto che alla fine di tutto conosceremo noi stessi in modo diverso».

In continuità con l’affidamento della Diocesi alla Madonna di Monte Berico della sera del 24 marzo, la comunità delle suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria, con sede in Contrà San Francesco Vecchio a Vicenza ha indetto 24 ore di preghiera con le comunità all’estero: una lunga implorazione internazionale che ha coinvolto Italia, Brasile e Mozambico, fino alla sera del 25 marzo. «La supplica continua poi quotidianamente, preghiamo perché l’emergenza passi. Abbiamo ampliato la proposta ad amici, parenti, laici e la risposta è stata commovente» racconta la Superiora generale suor Maria Luisa Bertuzzo. Le Orsoline – in linea ,con il loro carisma – sono vicine in particolar modo anche alle donne: «Sappiamo che molte mamme con bambini che già erano in difficoltà adesso vivono in modo drammatico, le sosteniamo concretamente con denaro, pagando bollette, donando loro alimenti in collegamento con Caritas e  altre strutture».

Le suore della Divina volontà, con sede principale in via Beata Giovanna a  Bassano del Grappa, sono invece in rete con Caritas Internationalis: «Doniamo quello che possiamo» spiega suor Giordana Bertoldi, segretaria e prima Consigliera della Madre Generale. La Casa Generalizia ospita 30 suore che vivono insieme rispettando attentamente le direttive governative. «Non usciamo, lo fanno solo alcune di noi per estrema necessità, spesa e farmacia. Siamo attentissime all’igiene  e alla pulizia dei locali.  Non riceviamo persone dall’esterno, tutte le nostre strutture che ricevevano gruppi sono chiuse, non celebriamo più la messa in casa, la seguiamo ogni mattina in diretta da Santa Marta a Roma. I momenti di preghiera sono aumentati con un’adorazione continua, turnandoci». «Personalmente – continua suor Giordana – vivo un tempo complesso. Ero sempre attiva, in viaggio, ora cerco di organizzare tutto, ma lo faccio con più difficoltà. A luglio era in programma il nostro Capitolo Generale. Stiamo decidendo cosa fare, siamo in attesa di capire se sarà possibile confermarlo. Le mie attività esterne, tra cui la partecipazione al consiglio pastorale parrocchiale, mi mancano molto». La Congregazione delle suore della Divina Volontà è presente anche in Camerun, Brasile, Ecuador, Benin e Albania. Sempre a Bassano  gestisce anche  una casa di riposo che ospita oltre 40 suore anziane. Per il momento nessun contagio. Alcune situazione erano dubbie, ma si sono rivelate negative al Covid-19: «Siamo baciate dal Signore» conclude suor Giordana Bertoldi. 

Intanto Casa Sacro Cuore, in corso Padova a Vicenza, una delle strutture delle suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori, apre le sue porte al personale sanitario dell’Ulss 8 impegnato in prima linea contro il Covid-19. «Ci siamo chieste come potevamo scendere in campo per l’emergenza – spiega la vicaria generale suor Luisella Gosmin -. Abbiamo così deciso di ospitare gratuitamente i medici e gli infermieri che non se la sentono di rientrare in famiglia per paura di contagiare i propri cari». «Per il momento abbiamo accolto due infermieri che lavorano all’ospedale San Bortolo – continua la religiosa -. La Casa è organizzata in modo che non ci sia alcun contatto con la comunità di suore che vive all’interno e ci stiamo organizzando per spostare in Casa Madre le suore più anziane».