Premiati Maestri Artigiani, Dirigenti e Pensionati Benemeriti, Confartigianato Vicenza: un esempio di ?dignità? sia come cittadini che imprenditori

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Si è svolta al Teatro Comunale di Lonigo, proseguendo la formula itinerante avviata lo scorso anno, la 56ª edizione della proclamazione dei Maestri Artigiani, tradizionale appuntamento primaverile di Confartigianato Vicenza. “Quelle raccontate oggi sono storie di successo – commenta il presidente Agostino Bonomo- ma non di quel successo superficiale, tanto appariscente quanto effimero, che oggi abbaglia gli occhi di chi è disposto a crederci. Si tratta di Maestri nel lavoro e nella vita, un esempio di “dignità”, sia come cittadini che come imprenditori”.

I dieci Maestri Artigiani Benemeriti di quest’anno sono: Gaetano Dalla Gassa (Ingegneria geotecnica, perforazioni e opere speciali, Cornedo Vicentino); Luigi Dario (Materie plastiche, Gambellara); Lisetto Disconzi (Impianti elettrici, Lonigo); Antonio Galvan (Carpenteria metallica, Romano d’Ezzelino); Renato Novello (Riparazione macchine agricole e movimento terra, Breganze); Silvano Rocchetti (Carrozzeria, Arsiero); Lino Silvestri (Lavorazione legno, Vicenza); Emilio Stenco (Lavorazioni meccaniche, Arzignano); Gustavo Vergeat (Lavanderia, Schio); Antonio Zaniolo (Carpenteria metallica, Grumolo delle Abbadesse).
Saranno invece insigniti del titolo Dirigente Artigiano Benemerito per il loro ruolo associativo: Sergio Dalla Vecchia (Autotrasporti, Schio) e Manuel Schizzarotto (Produzione smalti, vernici e colori da pittura, Malo); mentre la qualifica di Pensionato Artigiano Benemerito per il loro impegno nel gruppo Anap Confartigianato andrà a Giovanni Ferriotti (ex acconciatore, Valdagno), Plinio Gianesini (ex metalmeccanico, Chiampo) e Annita Toniolo (ex estetista, Velo d’Astico). _Per il sesto anno verrà anche consegnato il premio Imprenditore d’Eccellenza, attribuito a due figure di particolare valore: Luigi Borgato, creatore di pianoforti a Sossano, e Susanna Martucci, produttrice di oggetti ricavati da riciclo e riuso con la ditta Alisea di Monticello Co. Otto.
Nell’ambito della manifestazione saranno inoltre festeggiati con il Premio Fedeltà cinque dipendenti di imprese artigiane distintisi per attaccamento al lavoro e all’azienda di appartenenza da almeno 30 anni. Si tratta di: Erminio Castagna (Golo srl, Malo); Vinicio Crivellaro (Zaniolo snc, Grumolo delle Abbadesse); Maurizio Ferraro (Bordignon snc, Rosà); Roberto Marchioro (Falloppi snc, Valdagno) e Ruggero Tessarolo (Italform srl, Marostica).
Il titolo di Maestro Artigiano “ad honorem” per il 2018 andrà all’associazione di volontariato “Surgery for Children”, fondata a Vicenza nel 2006 e formata da medici e infermieri per la cura delle malformazioni congenite in Paesi a basso e medio sviluppo socio-economico (ritira il premio il dottor Sergio d’Agostino).

 

Relazione del presidente Agostino Bonomo in occasione della 56ª proclamazione “MAB”

Autorità, signore e signori, cari colleghi artigiani, benvenuti a questo incontro che, con cadenza annuale, ci vede premiare i Maestri Artigiani e i Dirigenti Benemeriti della nostra associazione: un appuntamento che ormai fa parte della nostra lunga storia e che, dalla scorsa edizione, abbiamo voluto rendere “itinerante”, proprio per testimoniare come tutta la provincia vicentina sia un luogo in cui la piccola impresa esprime i suoi migliori talenti di laboriosità, impegno, responsabilità.
Non è certo un caso che questo territorio rimanga ai vertici della produzione e dell’export nazionali, anche dopo la pesante, tormentata stagione delle criticità economiche e bancarie. E non è un caso perché qui il rapporto fra impresa e tessuto sociale resta un cardine fondamentale, perché spesso la parola “azienda” e la parola “famiglia” si saldano strettamente, consentendoci di reggere agli scossoni esterni e di guardare al futuro con una legittima dose di speranza.

Fare impresa non è mai stato facile. Non lo è stato in passato, non lo è oggi: per questo, da cinquantasei anni, noi vogliamo segnalare alla pubblica opinione i protagonisti di tante storie positive, vogliamo stringere la mano a persone che hanno creduto in se stesse e negli altri, dando vita ad aziende dove molte altre persone hanno trovato un ambiente capace di farle crescere.
Sono storie di successo, quelle che anche oggi racconteremo? Certo che lo sono. Ma non di quel successo superficiale, tanto appariscente quanto effimero, che oggi abbaglia gli occhi di chi è disposto a crederci. No: quello che noi vogliamo celebrare è il percorso di imprenditori che ce l’hanno fatta a costo di duri sacrifici, che hanno costruito mattone su mattone la loro attività, che hanno saputo resistere agli inevitabili momenti di difficoltà e di dubbio, e che nel contempo hanno avuto brillanti intuizioni, che hanno progredito avendo l’umiltà di formarsi continuamente, avendo la pazienza di migliorarsi, oltre alla volontà di mettersi accanto e di far crescere tanti collaboratori, spesso giungendo a considerarli quasi dei “familiari aggiunti”, dei compartecipi di un destino da forgiare con tenacia e pazienza, giorno dopo giorno.
Ecco perché il loro cammino ha potuto poggiare su solide basi. Ecco perché il loro progetto imprenditoriale ha saputo espandersi. Ecco perché, soprattutto, essi hanno saputo conquistarsi la fiducia della loro clientela sulla base di una comprovata serietà. Se dovessimo usare per loro una sola parola, potremmo dire che i nostri Maestri e Dirigenti sono, semplicemente, un esempio di “dignità”, sia come cittadini che come imprenditori.

Ma c’è anche un altro elemento che, oggi più che mai, va sottolineato nel ricorrere di questa nostra cerimonia. E cioè che i colleghi che stiamo festeggiando in questi ultimi anni, non sono più quei “pionieri” appartenenti alla generazione di quanti avevano rimesso in piedi l’Italia durante la Ricostruzione del dopoguerra. Qui infatti ci troviamo di fronte a persone che si sono affacciate successivamente sullo scenario economico. E, tuttavia, il loro compito non è stato meno impegnativo o importante.
Perché a loro è toccato il destino di essere protagonisti di un ulteriore passaggio storico decisivo: quello cioè che ha visto bussare alla porta delle aziende l’era dell’innovazione nei processi produttivi. Dalla seconda metà del Novecento, infatti, le cose hanno cominciato a evolvere a una velocità mai conosciuta prima, sia sul versante tecnologico che nel progressivo aprirsi dei mercati. Anche la concorrenza si è intensificata, così come si è manifestata una inedita varietà di richieste da parte della committenza, della clientela, delle altre aziende con cui si intrattenevano rapporti.
Insomma, ogni imprenditore – e a maggior ragione se piccolo o medio imprenditore – si è trovato nella necessità di rimettere in discussione se stesso e la sua sfera operativa. Magari non avrà dovuto ripartire da zero ma quasi, perché certe richieste ed esigenze, tanto interne quanto esterne, erano sempre più pressanti, per non dire ineludibili: pena il rischio di chiudere bottega, di scomparire.

Ebbene, anche in quella stagione la risposta non si è fatta attendere: la sfida è stata raccolta, accettata e affrontata, con volontà e intelligenza: sono progressivamente cambiati macchinari, strumenti, apparecchiature e relative mansioni, richiedendo impegnativi investimenti. Sempre più l’elettronica ha trovato spazio nelle attività quotidiane, così come i risultati della ricerca scientifica hanno trovato applicazione pratica, generando materiali e procedure inediti e, di conseguenza, il bisogno di conoscerne le caratteristiche d’uso. Anche negli uffici amministrativi annessi a ogni ditta, ecco comparire prima il telefax e poi il computer per lo scambio di documenti “in tempo reale”, una possibilità che pareva fino ad allora fantascientifica; per non parlare dell’introduzione dei Sistemi di Qualità, altra rivoluzione epocale in termini di requisiti previsti nella manifattura per le prestazioni d’opera.
Inoltre, in quegli anni sono cresciute le attenzioni in tema di tutela dell’ambiente, della sicurezza sui luoghi di lavoro, così come – per merito delle nostra Associazione – ha preso il via la contrattazione di livello regionale, si è consolidata l’esperienza degli enti bilaterali, si sono sviluppati consorzi di ogni tipo, compresi quelli di garanzia per il credito. In tale contesto, si sono schiusi orizzonti impensabili poco prima, ma è aumentata anche la complessità di molte procedure. E non sono mancate le delusioni: vedi la presenza di una burocrazia che, invece di farsi più leggera e agevolativa, si è via via appesantita fino ad essere asfissiante.

Eppure, di fronte a tutto ciò, i nostri artigiani hanno saputo adeguarsi, reinventarsi, organizzarsi, senza abbandonare la loro preziosa presenza in ambito territoriale, il loro ruolo di bacino occupazionale. Rivelandosi, in tal modo, i precursori di quel fenomeno che oggi è ancora più evidente, e va sotto il nome di “innovazione continua”. Quell’innovazione che adesso spetta ai loro eredi, spesso proprio ai loro figli, portare avanti, raccogliendo l’eredità di quanto hanno saputo trasmettere coloro che li hanno preceduti, con altrettanta tenacia e dedizione.

E anche come Confartigianato, nel nostro consueto ruolo di sostegno, rappresentanza e indirizzo, siamo impegnati a moltiplicare gli sforzi per trasmettere ai nostri soci le conoscenze relative alla frenetica evoluzione in atto oggi, una innovazione basata su campi operativi quali le macchine “intelligenti” e l’Internet delle Cose, l’impresa 4.0 e il commercio elettronico, la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico, nuove forme di promozione e di marketing, le Reti d’Impresa, il concetto di Smart City basato sulla mobilità alternativa e il rendimento degli edifici, oppure il ruolo del welfare aziendale. Persino l’artigianato di tradizione, che nel mondo è visto come l’incarnazione più genuina del Made in Italy, ha individuato spazi di valorizzazione ormai illimitati facendosi conoscere sul Web, una vetrina dove è possibile trovare non solo estimatori ma anche clienti, ricevendo ordini per prodotti sempre più personalizzati.
E mentre alle nostre imprese diciamo quanto è essenziale rimanere al passo coi tempi, come associazione non possiamo non rivolgerci pure alla politica, specie in questa fase di transizione verso un nuovo governo, perché all’interno dei palazzi si deve capire che l’intero Paese ha bisogno di essere guidato con la consapevolezza delle urgenze cui è sottoposto il mondo dell’impresa.
Come dicevo poc’anzi, il nostro sistema economico dimostra di saper stare sui mercati, di riuscire a competere sul piano internazionale. Ma viene da chiedersi quanto riuscirebbe a correre ancora più velocemente, se il legislatore concepisse norme meno complicate, inutili, farraginose, se il peso fiscale fosse meno opprimente, se l’apparato amministrativo fosse davvero al servizio dei cittadini e non un insieme di uffici dove tutto si complica, si allunga nei tempi, nelle irresponsabili liturgie burocratiche.

Tornando a noi, l’importante dunque è non avere paura del “nuovo”, così come non hanno avuto paura i Maestri Artigiani nel servirsi delle nuove tecnologie: si tratta infatti di strumenti di lavoro che dobbiamo imparare a sfruttare e non a temere, pensando che anche il più evoluto dei robot non potrà mai sostituirsi alla mente e alla mano dell’uomo. Così come è accaduto per tanti altri macchinari che oggi usiamo con disinvoltura, governare quel robot servirà invece a farci fare meno fatica dal punto di vista fisico, ci eviterà mansioni ripetitive, e potrà consentirci di dedicare maggiore attenzione agli aspetti più raffinati del nostro mestiere, a quel valore aggiunto fatto di creatività, di flessibilità a seconda dei casi da affrontare, di passione per la “regola d’arte”.


Cari colleghi,

già altre volte ci è capitato di dire che il futuro, ogni futuro, va costruito. Specialmente in una terra come la nostra, capace di imporsi a livello globale con le sue doti produttive. Ebbene: la costruzione di questo futuro, che spesso appare tanto nebuloso quanto tumultuoso, ci intimorisce meno se solo pensiamo a ciò che hanno affrontato gli artefici di una tradizione che ha trovato in se stessa la concreta capacità di rinnovarsi e di guardare avanti coltivando le doti del coraggio, della lungimiranza e la capacità di “saper fare”, magari a prezzo di tante notti insonni, basandosi sulle proprie forze, sul sostegno della famiglia.
Perciò, ogni volta che parliamo di “valori”, intendiamo proprio tutto questo. Il valore della persona che diventa il valore dell’azienda, di un mondo di piccole imprese dove il legittimo profitto non è disgiunto dalla coscienza di condividere il proprio destino tutti insieme, titolari, soci e collaboratori. Un mondo dove ci si guarda ancora in faccia e si procede fianco a fianco, per il bene comune.
Questo ci hanno insegnato i Maestri Artigiani, i Dirigenti Benemeriti, i Pensionati che ancora oggi sanno mettersi a disposizione degli altri, assieme a quei collaboratori che hanno legato il loro progetto di vita a quel posto di lavoro che li ha accolti, li ha fatti crescere professionalmente, e al quale essi hanno contribuito con dedizione. E questo ci insegnano anche gli Imprenditori d’Eccellenza che ogni anno segnaliamo, personaggi che hanno saputo inseguire una “visione” sorprendente per creatività e darle forma, imporla grazie alla sua ingegnosità, come nessun altro era riuscito a fare prima.
E, poiché nessuna espressione economica è separata dal destino di altri uomini e altre donne, con orgoglio e riconoscenza in questa giornata nominiamo anche un “Maestro Artigiano ad honorem” – sia esso una persona singola oppure un ente, cioè una comunità di persone – attivo nel campo della solidarietà. Il premio in questione che oggi consegneremo al dottor Sergio D’Agostino per Surgery for Children ONLUS, da quest’anno, è intitolato alla figura indimenticabile di Gino Cogo, uno di quegli imprenditori che seppero sì “farsi con le loro mani”, ma che volle sempre far leva anche sul proprio cuore, mettendosi a disposizione degli altri con una generosità esemplare, esplicata nei tanti ruoli di dirigente della nostra associazione.
Grazie dunque a tutti voi presenti qui, ai nostri bravi premiati di oggi, e grazie a Gino Cogo per lo spirito di servizio che ci ha insegnato. Seguire il suo cammino sarà per noi un impegno d’onore.