Venerdì 30 settembre, nell’ambito della due giorni “Una nuova primavera per le ville venete” promossa a Treviso dall’Associazione Premio Letterario Giuseppe Mazzotti nel 70esimo anniversario della mostra – denuncia di Bepi Mazzotti, anche la premiazione di tre esperienze di gestione virtuosa delle ville venete (qui nostre notizie su queste ville, ndr). Il riconoscimento è stato consegnato al Comune di Caldogno (Vicenza), per l’impegno dell’amministrazione pubblica nella valorizzazione della Villa di Caldogno, all’Associazione Ville Venete per il ruolo di riferimento per i proprietari di ville, e al FAI – Fondo Ambiente Italiano del Veneto per il restauro e il rilancio di Villa Vescovi a Luvigliano di Torreglia (Padova).
Ciò che accomuna le tre esperienze è l’aver saputo trasformare le ville in centri capaci di promuovere e irradiare nel territorio economia e cultura di qualità: è proprio questa la via identificata per la loro rivitalizzazione attraverso il “Manifesto di Treviso per la salvaguardia e il rilancio delle Ville Venete”, presentato a fine seminario.
Nella ricorrenza del 70esimo anniversario dalla mostra – denuncia “Le Ville Venete” organizzata a Palazzo dei Trecento, a Treviso, da Giuseppe Mazzotti per il riconoscimento e la tutela di un patrimonio architettonico unico al mondo, l’Associazione Premio Letterario Giuseppe Mazzotti ha selezionato e premiato oggi venerdì 30 settembre a Palazzo Rinaldi, Treviso, con il “Premio Mazzotti Contemporaneo – Lampadiere dell’ambiente” tre esperienze attuali di recupero e valorizzazione virtuose di altrettante ville venete (un esempio di gestione pubblica, uno di gestione privata e uno di gestione di una fondazione).
Si tratta dell’impegnativo e complesso restauro, completato nel 2016, della Villa Caldogno, struttura palladiana che sorge a Caldogno (Vicenza): è stato premiato il Comune di Caldogno, che ne è proprietario e la utilizza per eventi e iniziative culturali, e a ritirare il riconoscimento è intervenuto l’assessore alla cultura Monica Frigo. A questa si affianca l’Associazione Ville Venete, che ha la propria sede operativa a Susegana, Treviso, alla quale è riconosciuto il ruolo di propulsore nella salvaguardia e promozione delle splendide dimore, anche attraverso turismo e didattica: il premio è stato consegnato a Isabella Collalto, presidente dal 2019. Infine, a completare il podio, il FAI – Fondo Ambiente Italiano del Veneto, a cui è riconosciuto il merito dell’esemplare restauro e del rilancio di Villa Vescovi a Luvigliano di Torreglia, Padova: il riconoscimento è stato dato alla presidente Ines Lanfranchi Thomas.
Le tre esperienze si inseriscono nel solco della strategia di gestione e valorizzazione che Mazzotti auspicava per le ville venete, monumenti dei quali tra i primi riconobbe nel dopoguerra il valore e l’unicità e, soprattutto, per i quali per primo promosse una campagna di sensibilizzazione senza precedenti, che si tradusse in un vero e proprio movimento di opinione. Tutto iniziò con la grande mostra fotografica “Le Ville Venete”, che esordì nel 1952 a Palazzo dei Trecento, a Treviso, per poi attraversare l’Europa e approdare a New York; seguì la pubblicazione del catalogo delle Ville Venete, primo reale inventario di quello straordinario patrimonio diffuso, al quale fece seguito, nel 1957, il ponderoso e fortunato volume edito da Bestetti, pietra miliare della bibliografia mazzottiana, e l’istituzione dell’Ente per le Ville Venete, frutto della Legge di tutela n. 243/1958, redatta in collaborazione con Silvio Negro.
La premiazione si è svolta nel corso della giornata di studio dal titolo “La salvaguardia delle ville venete come patrimonio culturale e bene comune”, che ha coinvolto i maggiori esperti delle ville venete, patrimonio inestimabile che si compone di 4.234 edifici, di cui 3.807 in Veneto e 435 in Friuli – Venezia Giulia (di queste l’85% di proprietà privata e il 15% di proprietà pubblica o ecclesiastica).
“Le ville – ha sottolineato Amerigo Restucci, presidente dell’Istituto Regionale Ville Venete, al quale è stata affidata l’apertura del seminario a Palazzo Rinaldi – sono elementi di salvaguardia del territorio, non solo per se stesse, ma per tutto il paesaggio in cui sono inserite. Ho dato questo spunto per la redazione del il Piano Paesaggistico Regionale del Veneto. Senza dimenticare che esse sono punti identitari anche per il settore turistico del Veneto, prima regione turistica d’Italia”
“È indispensabile – ha ammonito Giuseppe Rallo, architetto paesaggista, già – avviare un tavolo di lavoro urgente tra organismi ministeriali, Regione e organismi che rappresentano le ville e le questioni pressanti sono tre: la definizione dei paesaggi di villa, che vanno ugualmente tutelati, la cura del sistema idraulico secondario, ora che i campi non vengono più coltivati, e il tema dell’energia, che non può essere risolto in forma singola”
A conclusione della mattinata l’Associazione Ville Venete ha lanciato la prima edizione delle Giornate delle Ville Venete che si terranno il 22 e 23 ottobre prossimi in collaborazione con l’Istituto Regionale Ville Venete, per far scoprire e vivere le dimore storiche.
I premiati.
- Comune di Caldogno, Vicenza. Villa seicentesca progettata da Andrea Palladio, rimase di proprietà della famiglia Caldogno fino al 1867, anno della scomparsa di Pier Angelo Caldogno senza eredi. Nel 1930 viene trasformata dalla sorella di Pier Angelo in istituto per bambini bisognosi e nel 1944 occupata dai tedeschi. Viene acquistata nel 1987, in pessime condizioni, dal Comune di Caldogno che nel 1994 avvia un complesso restauro concluso nel 2016. Il restauro ha riportato alla luce nel seminterrato della villa padronale tracce architettoniche medioevali preesistenti sulle quali è sorto l’articolato e unico nel proprio genere sistema di canalizzazioni per l’uso dell’acqua, domestico nelle cucine e ornamentale nel giardino. “La villa – riconosce l’Associazione Premio Letterario Giuseppe Mazzotti – è diventata il vivace e frequentatissimo centro culturale e sociale della cittadina”.
- Associazione Ville Venete, Treviso. L’unione fa la forza, e non fa eccezione il contesto delle ville venete private: l’associazione fondata nel 1979 e presieduta dal 2019 da Isabella Collalto, e prima di lei dal Conte Alberto Passi, nell’ultimo decennio ha conosciuto un radicale rinnovamento “ascoltando e coinvolgendo i soci, realizzando una fruttuosa ricerca di fondi, stabilendo proficui rapporti con analoghe istituzioni nazionali e internazionali e, infine, istituendo un Comitato scientifico capace di rispondere ai vari problemi dei soci”, come ricorda l’Associazione Premio Letterario Giuseppe Mazzotti. Ente di riferimento dei proprietari delle ville, oggi dialoga e supporta continuativamente oltre 1100 dimore; le è stato inoltre riconosciuto lo status di osservatore in seno all’EHHA – Associazione Dimore Storiche Europee.
- FAI – Fondo Ambiente Italiano del Veneto, Padova. Villa dei Vescovi, a Luvigliano (Padova), è stata donata al FAI nel 2005 da Maria Teresa Olcese Valoti e PierPaolo Olcese, in memoria di Vittorio Olcese, imprenditore, politico e amante delle arti che la acquistò negli anni Sessanta dalla Curia Padovana. Oggi la dimora cinquecentesca è uno dei beni che il Fondo ha restaurato con cura e aperto al pubblico. Il primo restauro è stato eseguito nel 2011, mentre nel 2021 è stato attuato un intervento più sostanziale sulle superfici intonacate. “Con il restauro – sottolinea l’Associazione Premio Letterario Giuseppe Mazzotti – sono iniziati i progetti e le programmazioni per le attività che, dopo il restauro, avrebbero fatto conoscere, apprezzare e ammirare la villa ubicata nello splendido paesaggio dei Colli Euganei. Da allora il FAI si è messo a servizio dei cittadini per far scoprire e amare la villa. Si è fatto carico di un dovere avvertito come risposta di positiva gratitudine per quanto era stato donato, generando il passaggio dal dovere al piacere per ciò che si fa. Una vita nuova e rigeneratrice, un forte esempio da seguire per tutti noi”.
Il manifesto di Treviso.
I tre casi premiati sono stati presentati nel pomeriggio, che si è concluso con l’illustrazione e la discussione del “Manifesto di Treviso per la salvaguardia e il rilancio delle Ville Venete”, introdotto dal presidente del Premio Gambrinus Mazzotti Pier Francesco Ghetti: lo scopo del manifesto è “rilanciare il ruolo delle ville venete, anche come una delle ultime opportunità rimaste per valorizzare il contesto paesaggistico, che può trarre valore dalla bellezza e dal buon funzionamento del ‘Complesso di Villa’” ed è significativo che questo impulso giunga proprio dalla Treviso di Bepi Mazzotti, nella ricorrenza dei settant’anni della sua prima fondamentale battaglia per le ville.
Il manifesto riconosce come la villa veneta in questa fase storica risulti particolarmente minacciata e avverte che “difficilmente potrebbe sopravvivere se protetta esclusivamente con logiche di tipo vincolistico”. La soluzione? “Per poter vivere (la villa) deve tornare ad essere economicamente autoportante ed anzi capace di coinvolgere il proprio territorio” e per fare ciò è necessaria la partecipazione dello Stato alle spese sostenute dai privati per la conservazione del bene monumentale vincolato, attraverso sconti sulle imposte o finanziamenti mirati. Il documento ora verrà promosso in tutte le sedi idonee per far sì che i principi si traducano in azioni concrete attraverso adeguate decisioni politico amministrative.
Per informazioni: www.premiomazzotti.it