Alcune domande (e una constatazione) su “prescrizione e fine processo mai”.
Si parla tanto del “giusto processo” che deve essere svolto in tempi ragionevoli. Si parla tanto anche della prescrizione e della necessità di mantenerla così com’è per garantire agli imputati di non essere costretti al “fine processo mai”. E si confondono i termini facendo sembrare che un giusto processo possa esistere solo con la prescrizione.
Il “solito” Renzi (quello del jobs act, tanto per intenderci) si schiera con la destra parlamentare in questa sua “battaglia di civiltà”. Bisogna garantire agli imputati il “diritto” di fine del processo dopo un certo numero di anni si ripete da più parti. Bene … ma a chi giova la prescrizione? A chi può permettersi di pagare avvocati che “tirano per le lunghe” e che hanno come obiettivo quello di non arrivare alla condanna attraverso il diritto alla prescrizione o a chi, innocente, vorrebbe essere giudicato prima possibile? E a chi ha fatto comodo fino ad oggi?
Si potrebbero fare alcuni esempi …
Marzotto: nel febbraio 2017 viene depositata la sentenza che nega la rivalutazione dei contributi previdenziali a ottanta operai che sono stati esposti al rischio amianto nello stabilimento di Salerno della Marzotto. Nonostante la sentenza di primo grado avesse condannato l’INPS a riconoscere l’esposizione professionale, le sentenze di secondo e terzo grado hanno riconosciuto l’avvenuta prescrizione del reato.
Inchiesta Cassiopea: Inchiesta iniziata nel 1999 che finisce con il rinvio a giudizio di imprenditori e faccendieri che devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale e all’avvelenamento delle acque. Il processo, iniziato nel 2003, vede una serie infinita di rinvii e nel 2011 scatta la prescrizione.
Eternit: il 19 novembre 2014 viene dichiarato prescritto il processo a carico dello svizzero Schidtheiny per le morti negli stabilimenti Eternit.
Ex ILVA: il 15 gennaio 2020 viene annullata senza rinvio la sentenza di condanna emessa con rito abbreviato il 30 novembre 2017 a carico di Roberto Primerano che “falsificò dati sulla diossina favorendo i Riva”
Discarica di Bussi: pur confermando l’avvelenamento, nell’ottobre del 2020 la Cassazione dichiara la prescrizione per gli imputati di disastro colposo
… e si potrebbe continuare.
In pratica ci sono evidenti gravissimi reati senza che i responsabili (anche se riconosciuti e spesso condannati in primo grado) vengano puniti. Questo accade non perché i processi sentenziano l’innocenza degli imputati ma perché si “estinguono” a causa della prescrizione. Più che “fine processo mai”si dovrebbe affermare “certezza di impunità sempre”, quando gli imputati sono “lorsignori” e le vittime “gente comune” visto che i processi vengono “tirati per le lunghe” grazie anche all’abilità degli avvocati “eccellenti” e ben pagati della difesa che trovano cavilli e impedimenti di ogni genere e che ricorrono in appello solo per dilatare i tempi del processo e perché è conveniente farlo tanto in appello la pena non è mai aumentata rispetto al primo grado.