Una tesi ma anche l’opposta per i tempi di prescrizione, che dal 1° gennaio si fermeranno al momento della pronuncia della sentenza di primo grado per i reati commessi successivamente e su cui abbiamo chiamato a supporto Rodolfo Bettiol, già docente di procedura penale all’Università di Padova: “La prescrizione in tempi rapidi avvantaggia chi delinque e può farla franca, vedi i processi per i crac bancari” e “Non è giusto tenere sulla graticola a tempo indeterminato chi subisce gli effetti negativi dell’essere indagato a causa di una procedura processuale che rischia di essere ancora più lenta di quelli attuale se i tempi di prescrizione dovessero essere allungati“.
Intorno a queste due osservazioni, giuste per ognuno dei rispettivi fautori, si gioca spesso a rimpallo tra chi, sentendosi o difendendo un colpevole, propugna tempi di prescrizione corti all’insegna della ragionevole durata del processo (ma spesso solo delle indagini perché a processo spesso neanche si fa) e chi, sapendo di essere o di difendere un innocente, vuole soprattutto andare in aula quanto prima possibile e non evitare il giudizio.
Chi ha ragione? Tutti e nessuno ci dice nella sua video riflessione l’avv. Rodolfo Bettiol, che recentemente ci ha parlato di “ergastolo ostativo“, prima bocciato dalla Grande Chambre e ora anche dalla Corte Costituzionale: “vi dò il mio parere ma i processi si fanno rapidamente solo con le giuste risorse e non con un coacervo di leggi, spesso contraddittorie”.