Confente: “Prima ero tesserato per il Chievo, poi mi sono svincolato e quando è arrivata la chiamata, in un paio di giorni abbiamo chiuso subito. Mi piaceva l’idea di venire qui, di giocarmi il posto, sapendo comunque di arrivare per ultimo, perché giustamente c’erano già delle gerarchie, però volevo mettermi a disposizione e provare a giocarmela. Voglio provare a mettermi a disposizione della squadra, prima di tutto. Sono stato accolto benissimo e mi sono trovato benissimo fin da subito. Non ci sono problemi fra di noi, anzi, c’è una rivalità positiva.
Negli ultimi anni sono migliorato tanto nelle uscite e anche nel gioco con i piedi, ma comunque c’è da migliorare in tutto e per tutto. Adesso sono venuto qui e stiamo lavorando sul mio modo di parare, per avere dei benefici in futuro. Ho sempre avuto un’impostazione molto bassa del mio corpo e stiamo cercando di alzarla, stanno cercando di aiutarmi a seguire più il gioco, invece di tenere la centralità, per spostarmi di conseguenza. Con i piedi? Mi trovo bene, mi piace giocare la palla. Nel calcio moderno il portiere deve saper fare un lancio giusto e giocare con i piedi il più possibile, perché comunque in futuro il portiere diventerà un giocatore degli undici e non più solo portiere, secondo me.
Modelli? Il mio idolo indiscusso era Alisson, nel periodo in cui giocava alla Roma, per il modo in cui parava ed era impostato. Anche Silvestri mi piace molto come para.
Ranocchia: “I contatti erano cominciati ad inizio agosto, poi ci sono stati vari problemi a livello di giocatori a centrocampo nella Juventus, quindi con la società avevamo concordato di aspettare fino alla fine. Poi si è protratta nel tempo, fino all’ultimo, ma l’importante è essere arrivati. Prima volta al Menti? Con la Nazionale era la prima volta qui, sono rimasto sorpreso, è uno stadio molto bello e credo che con i tifosi sarà ancora più caldo e quindi ora non vedo l’ora di giocare davanti ai tifosi.
Zauli? L’ho avuto due anni come allenatore, prima di venire qui ci siamo un po’ parlati, lui mi ha detto che ci sono stati tanti giocatori forti in passato, si riferiva a lui ovviamente (ride, ndr). Mi ha parlato benissimo di Vicenza, mi ha consigliato di impegnarmi perché come ho detto questa maglia l’hanno indossata molti giocatori forti e mi ha detto di dare il massimo per raggiungere gli obiettivi sia della squadra che personali.
La chiamata in Nazionale? È stato un piccolo traguardo, spero che non sia l’ultima, il mio obiettivo è di restare nel gruppo under 21 e ovviamente dovrò fare bene e dimostrare le mie qualità. Ruolo? Negli ultimi anni ho fatto la mezz’ala principalmente oppure giocato nel centrocampo a due, il play l’ho fatto più nel settore giovanile.
Modelli? Il mio giocatore preferito da piccolo era Kakà, poi negli ultimi anni, uno dei centrocampisti più forti credo sia Kroos, è un modello a cui ispirarsi, anche se ovviamente sono molto lontano.
Il ritiro con la Juve? Sicuramente sono stati due mesi che mi hanno fatto crescere molto perché il livello è molto alto, sia negli allenamenti che nelle partite che sono riuscito a disputare. Sono riuscito a incontrare anche dei giocatori molto forti con i quali confrontarmi e poi giocare affianco a dei giocatori che giocano in Serie A e sono i più forti della categoria, mi ha aiutato molto a crescere.
Obiettivo personale? Il mio obiettivo è di giocare il più possibile e di fare bene, aiutare la squadra a raggiungere i propri obiettivi. La squadra è forte e non dobbiamo porci limiti negli obiettivi di squadra, perché le qualità ci sono e dobbiamo riuscire a sfruttarle. Probabilmente nella fase difensiva ci sono alcuni aspetti che devo migliorare e anche nella copertura del campo. Comunque la fase difensiva è sicuramente quella che mi manca un pochino di più e negli ultimi anni però sto lavorando continuamente per arrivare ad essere efficace.
Numero di maglia? Quando facevo l’attaccante l’11 è stato il mio primo numero e ho scelto di prendere questo”.
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Fonte originale: Presentati Alessandro Confente e Filippo Ranocchia