Presentato Danza in Rete Festival Vicenza – Schio 2020

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È stata presentata oggi, giovedì 30 gennaio 2020, la terza edizione di Danza in Rete Festival | Vicenza – Schio che si svolgerà, in varie sedi delle due città, da venerdì 31 gennaio a giovedì 23 aprile 2020; sono intervenuti alla presentazione alla stampa e agli operatori, l’Assessore alla Cultura del Comune di Vicenza, Simona Siotto, il Presidente della Fondazione Teatro Civico di Schio, Silvio Genito, l’Assessore alla Cultura del Comune di Schio, Barbara Corzato, il Segretario Generale della Fondazione, Pier Giacomo Cirella e Alessandro Bevilacqua, curatore della sezione Danza in Rete Off.

Il Festival Danza in Rete (direzione artistica di Pier Giacomo Cirella in collaborazione con Loredana Bernardi), giunge alla sua terza edizione, presentandosi come evento consolidato nello scenario di danza contemporanea nazionale, grazie alla molteplicità delle sue espressioni (è dedicato infatti al genere coreutico in tutte le sue forme, artistiche, performative e negli sviluppi di welfare culturale) e grazie al riconoscimento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo fin dalla prima edizione, per avere pienamente raggiunto gli obiettivi dichiarati nel progetto e per la qualità artistica delle proposte.

Si tratta di un evento diffuso, programmato in sedi diverse, nei teatri principali e in spazi artistici e monumentali e nelle piazze delle due città, Vicenza e Schio, che dura oltre due mesi (13 settimane di programmazione) e che si compone di 51 appuntamenti tra spettacoli, performances, incontri di approfondimento con gli esperti di danza e con gli artisti, percorsi di audience development e di engagement, con il coinvolgimento attivo del pubblico nell’esperienza di danza e pratiche inclusive di danzaterapia, una mostra sulla danza di cimeli e memorabilia nel Foyer de TCVI.

Il Festival si presenta dunque come un evento “globale” – promosso dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e dalla Fondazione Teatro Civico di Schio – che pervade i luoghi di spettacolo e gli spazi urbani delle due città, ponendo la Danza, le sue modalità espressive e le sue potenzialità di relazione, come segno forte e di identità del territorio. E il marcatore dell’edizione 2020 del Festival è rappresentato proprio dalla relazione e incontro con l’Altro, inteso non solo come “prodotto artistico” (l’estrema varietà dei generi, con le 11 diverse sezioni in cui il Festival è strutturato, dalla grande danza delle compagnie internazionali, agli spettacoli mattutini per le scuole, dagli Incontri con i critici alle classi di danza inclusive per il Parkinson) o incontro in luoghi consueti o meno per la rappresentazione di danza (i Teatri, ma anche gli spazi alternativi come le piazze scenario di danza urbana o luoghi monumentali come Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari, sede museale di Intesa Sanpaolo), quanto soprattutto come inclusione dello spettatore nel processo creativo della danza, fino a diventarne testimone e interprete, anche in senso fisico, grazie ai percorsi di audience development (Teatro con Vista per gli under 18 e Spettatori Danzanti, per i maggiorenni, con il coinvolgimento fisico dei partecipanti nella restituzione finale).

Gli scenari del Festival si sviluppano in sedi diverse, grazie al sistema di rete messo in atto: innanzitutto i tre teatri e le quattro sale delle due Fondazioni che lo promuovono, individuando al loro interno aree dedicate alla ricerca coreografica contemporanea, quindi la Sala Maggiore, il Ridotto e il Foyer del Teatro Comunale Città di Vicenza; il Teatro Astra e il Teatro Civico di Schio (utilizzando anche la platea); come spazi teatrali alternativi di Vicenza, lo Spazio AB23, il Teatro Spazio Bixio e, per la prima volta il Teatro Astra, luogo storico dell’innovazione teatrale, come sedi della sezione off. E ancora: l’Odeo del Teatro Olimpico e Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari, come luoghi monumentali della città d’arte; e gli spazi aperti di Piazza dei Signori a Vicenza e Piazzetta Garibaldi a Schio, come sedi della danza urbana.

Partecipano a Danza in Rete Festival come stakeholder del progetto Operaestate Festival Veneto e La Piccionaia – Centro di Produzione Teatrale, con cui sono state siglate delle intese per il sostegno alla giovane danza d’autore e agli artisti locali.

Il punto di partenza

Dal punto di vista della rendicontazione, l’edizione 2019 del Festival è andata ben oltre le aspettative: più di 10.000 le presenze (+20% rispetto alla prima edizione), 30 le compagnie che si sono esibite per un totale di 217 artisti, 12 le scuole primarie e per l’infanzia (con 1.082 alunni) coinvolte nella partecipazione agli spettacoli di Danzare per Educare, 1.136 le allieve e gli allievi delle scuole di danza di Vicenza e provincia, 2 i progetti di audience development e audience engagement, 1 residenza artistica, 15 incontri con gli artisti, 2 masterclass, 70 partecipanti alle lezioni di Dance Well, 1 laboratorio per bambini e famiglie.

Alla sua terza edizione il Festival Danza in Rete può dirsi dunque una consuetudine per il pubblico della danza nel territorio veneto, un pubblico già consapevole, appassionato ed esigente, grazie agli oltre venti anni di accurata programmazione di danza svolta a Vicenza, ma anche disponibile a farsi coinvolgere nella sfida ad esplorare le nuove forme coreografiche e performative della scena internazionale. E questo è anche uno dei dati più significativi delle prime due edizioni: l’attrazione di un nuovo, numeroso pubblico interessato alle forme più sperimentali e interdisciplinari, multilinguistiche e radicali della scena contemporanea, un pubblico che apprezza anche il talento emergente e le grandi formazioni nazionali ed internazionali.

La nuova edizione

Forte del consenso ricevuto, Danza in Rete 2020 rinnova e consolida il netto sostegno alle esperienze emergenti e in “emersione”, contaminando le diverse sezioni di programmazione: quella mainstream internazionale e nazionale, quella in residenza, fino alle proposte di scouting con il Progetto Supporter e allo spazio dedicato al teatro di danza per i piccoli spettatori. Non si tratta così solo di offrire uno spazio di prova e un luogo di rappresentazione; nella rete di azioni che sostengono il progetto artistico c’è un mirato lavoro sul pubblico, basato sulla comprensione della poetica dell’autore, un lavoro che fornisce agli spettatori gli strumenti per avvicinarsi all’incontro e al coreografo uno spazio libero per potersi esprimere, altamente professionale.

L’edizione 2020 di Danza in Rete Festival Vicenza – Schio (oltre due mesi di programmazione, dal 31 gennaio al 23 aprile, 29 date di spettacolo e appuntamenti vari) mantiene il format originale, ovvero la capacità di portare in scena grandi formazioni nazionali e internazionali, cifra che storicamente connota la stagione di danza del Comunale, con nomi come Batsheva Dance Company, Alonzo King Lines Ballet, Malandain Ballet Biarritz (in prima ed esclusiva nazionale) e Les Ballets Jazz de Montréal, Nuovo Balletto di Toscana, Naturalis Labor, accanto alle compagnie e gli interpreti italiani di maggior prestigio come Silvia Gribaudi, Nicola Galli, Fabula Saltica, Francesca Foscarini e Cosimo Lopalco; e ancora la scoperta di nuove generazioni di artisti, coreografi e danzatori, tipica invece della sezione Off che presenta progetti di artisti e ensemble come Nicolas Grimaldi Capitello, Hamdi Dridi, Esklan Art’s Factory, Bassam Abou Diab, Pablo Girolami, Giselda Ranieri, Lucrezia C. Gabrieli, Chiara Ameglio, Daniele Ninarello, Lucrezia Maimone, Carlo Massari C&C Company e Sara Sguotti.

Ed è stata proprio l’originalità del format, a caratterizzare Danza in Rete, un crossover di generi coreutici che ha saputo intercettare anche pubblici nuovi e diversi, concedendo alla danza il ruolo di traino e di trasformazione nei modi, nella partecipazione e nella fruizione dell’evento artistico, “accendendo” nel pubblico un nuovo interesse grazie ad una proposta diversificata e molto ricca, con azioni performative e di empowerment rispetto al fatto artistico, in grado di catalizzare spettatori di tutte le età.

Non solo una vocazione all’innovazione, tipica del Festival, o la presentazione di eventi in “prima visione” (altro elemento fondante di questo tipo di eventi) con 8 prime nazionali, 3 anteprime nazionali, 11 prime regionali e 1 studio, quanto la proposta di numerosi e inediti percorsi artistici e creativi, con il sostegno alla produzione di 9 titoli di altrettanti giovani artisti (6 coproduzioni e 3 produzioni), sono la cifra saliente dell’edizione 2020 del Festival.

In ottica di rete, continua proficuamente la relazione con istituzioni e sedi del territorio, per presentare come luoghi di spettacolo siti che appartengono al ricco patrimonio storico, artistico e di archeologia industriale delle due città e per realizzare azioni concrete di sostegno alla giovane danza d’autore e agli artisti locali.

 

Informazioni, biglietti e abbonamenti

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