Le notizie di queste ore sulla presenza di Pfba-Pfas a ridosso dei cantieri della Superstrada Pedemontana Veneta nel Vicentino – scrive nella nota che pubblichiamo Massimo M. Follesa portavoce ovestVI CoVePA – sono inquietanti. Bene ha fatto Arpav a chiedere che siano controllate tutte le aree di lavoro in cui queste sostanze potrebbero essere utilizzate: per esempio nel caso di impiego della tecnica del cemento o del calcestruzzo spruzzato. Oppure in quei casi in cui si ricorre al consolidamento dei terreni con le iniezioni come nel caso del Sito di Importanza Comunitaria delle Poscole.
Poco felice, se non al limite del ridicolo, è stata invece l’uscita dei sindaci di Castelgomberto e Malo, rispettivamente Davide Dorantani e Moreno Marsetti, i quali, in modo fantozziano, hanno cercato di minimizzare la gravità della situazione spiegando che i valori dell’acqua nella rete idropotabile sono in linea con quelli di tollerabilità. Peccato però che la contaminazione riguardi l’acqua di falda e quella di superficie. Il rischio, andrebbe spiegato ai due, che sembrano un po’ duretti di comprendonio, non sta in ciò che si beve al rubinetto, ma in ciò che si mangia dopo aver innaffiato l’orto con quelle temibili sostanze. Abbaiare all’albero è sbagliato, è una tecnica antiquata, vecchia come il mondo, che ormai sbugiardano anche i bambini delle elementari.
A Trissino e Castelgomberto, i predecessori degli attuali amministratori hanno chiuso due pozzi dell’acquedotto posti al centro della Valle dell’Agno, a monte della Miteni, e a sud dei cantieri della SPV. Si trattava allora di quelli per realizzare le trincee tra il casello di Brogliano e quelle di accesso al tunnel lato Castelgomberto, con largo impiego di iniezioni nel sottosuolo. Nei pozzi chiusi furono rilevati 70 nanogr/lt(0,07 migrogr/l) a Trissino e 90 nanogr/lt(0,09microgr/lt) a Castelgomberto! Cari Marsetti e Dorantani il punto è che vi trovate in falda i Pfba che vanno a compromettere tutti i prelievi ad uso potabile. E’ sbalorditivo dimenticarsi le numerose attività che impiegano acqua dai pozzi per scopi alimentari.
Invece di sprecare tempo per fare certi comunicati sarebbe vostro dovere approfondire i meccanismi di diffusione nel sottosuolo dei Pfas. ARPAV ha dimostrato che la loro dispersione è pervasiva e subdola, dato che in un anno sono in grado di percorrere 40 metri su pendenze normali come in Valle dell’Agno-Guà, figuratevi con dislivelli dell’ordine di 50 m in pochi km, come tra le Poscole e San Tomio!
È come se durante un rogo in casa un padre di famiglia rassicurasse i figli dicendo che non importa se l’impianto antincendio non funziona perché tanto le scorte di acqua minerale nella credenza sono abbondanti. Parafrasando l’indimenticabile Ennio Flaiano si potrebbe dire che nel Veneto felix tutto è grave ma nulla è serio.
Massimo M. Follesa portavoce ovestVI CoVePA
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