Il Presidente Mattarella scioglie le camere: al voto il 25 settembre. Mario Draghi “salutato” riavviando la grande macchina elettorale

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Mattarella scioglie camere Draghi
Mattarella e Draghi

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella scioglie le Camere sancendo la fine anticipata della legislatura, dopo la reiterazione delle dimissioni del Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, verificatasi ieri.

E ora il voto: gli italiani torneranno alle urne il 25 settembre. La data (alcune fonti avevano indicato anche il 18 dello stesso mese, ndr) è praticamente l’unica possibile, stando al lasso di tempo di 70 giorni, limite massimo, a partire dallo scioglimento delle camere. Ma anche considerando i circa due mesi necessari alle operazioni di presentazione delle liste.

Tempo necessario anche alla campagna elettorale che – come è noto – si svolgerà in un periodo nel quale Mario Draghi resterà al timone, anche se solo per gli affari correnti. Che poi, sarà difficile parlare di “normale amministrazione” viste le istanze che sono sul tavolo: dal conflitto in Ucraina alla conseguente crisi energetica, senza contare emergenze tutte nostrane come la siccità.

“Il Governo – dice con chiarezza Mattarella, rivolgendosi in particolare ai partiti – incontra limitazioni nella sua attività, ma ha gli strumenti per operare in questi mesi prima che arrivi il nuovo esecutivo. Non sono possibili pause – sottolinea – nel momento che stiamo attraversando, i costi dell’energia hanno conseguenze per famiglie ed imprese, vanno affrontate le difficoltà economiche, ci sono molti adempimenti da chiudere nell’interesse dell’Italia”.

Tempo di elezioni, allora. E alcuni primi segnali si sono ravvisati nelle ore immediatamente successive alle dimissioni di Draghi. I casi più consistenti sembrano riguardare Forza Italia. Nel giro di poche ore, il movimento di Silvio Berlusconi ha perso due ministri del Governo appena cessato: Maria Stella Gelmini e Renato Brunetta, seguiti poi a ruota dal senatore Andrea Cangini.

Anche il Movimento 5 stelle perde pezzi (altri, dopo la scissione del mese scorso capeggiata da Luigi Di Maio). A fare i bagagli nel post dimissioni di Draghi è stata la deputata pugliese Soave Alemanno.

Diaspore, quelle descritte sopra, a quanto pare tutte figlie del dissenso contro la scelta dei movimenti di appartenenza di aver fatto venir meno il sostegno a Draghi.

Non è escluso che nei prossimi giorni si registreranno altri “movimenti” da una forza politica all’altra. Sarà una impressione di chi scrive, ma all’appello di Mattarella alla responsabilità in questa delicata fase del Paese fa da contraltare l’opportunismo di politici già concentrati su quel che meglio riesce: correre per una elezione. E il governo dell’Itala? Già: dopo aver “salutato” l’italiano descritto come il più autorevole a livello internazionale… vedremo a chi toccherà sostituirlo.