Attimi di forte tensione quelli vissuti martedì dai Carabinieri della Sezione Operativa della Stazione di Rosà e da quelli della Sezione Radiomobile di Bassano dopo che una telefonata al 112 segnalava una donna accoltellata e riversa in strada.
Le prime informazioni, fornite dalla vittima stessa, raccontano di un uomo di colore che, sorprendendola alle spalle, l’aveva colpita con un fendente al fianco, che non sapeva descriverlo e che il colore della pelle, l’aveva intravisto da un guanto monouso indossato dall’aggressore, leggermente strappato.
Gli inquirenti, decidono quindi di partire da capo, cioè dal luogo segnalato dall’aggressione, mentre altre pattuglie dell’Arma, cinturano la zona. Il sopralluogo effettuato però, inizia a stridere con le dichiarazioni fornite a caldo dalla vittima: come poteva non averlo visto arrivare visto il contesto in cui i fatti si erano verificati?
Inizia la ricerca di qualcosa che possa aiutare le indagini ed infatti, in un campo alle spalle della donna, delimitato da una recinzione, viene rinvenuto un coltello da cucina sporco di sangue, dei guanti monouso e la custodia dell’arma che, appare essere nuova, praticamente denota un acquisto recentissimo.
Di quanto rinvenuto, vengono diramate le foto agli equipaggi in zona e dopo poco, una Gazzella del Nucleo Radiomobile individua la ferramenta dove è avvenuto l’acquisto e le immagini della videosorveglianza interna, rivelano che la compravendita è stata effettuata dalla vittima stessa, circa 30 minuti prima della denunciata aggressione.
Altri investigatori nel frattempo sentono i familiari e conoscenti vari, alla ricerca di elementi di indagine. Si inizia a parlare di una somma di denaro pari a circa 30mila euro che la famiglia della vittima non sa che fine hanno fatto. Inoltre, la donna, in ospedale, racconta ad un militare dell’Arma una nuova versione dei fatti, chiaramente in contrasto con quella fornita poco prima. Fatto il quadro delle risultanze, appare chiaro agli inquirenti, che la storia non sembra veritiera e che ci sono molte domande che non hanno una risposta logica.
E così, nella mattinata odierna, gli inquirenti si recano in ospedale e riescono a parlare con la donna, nel frattempo trasferita dalla terapia intensiva al reparto. Inizialmente cerca di sostenere la versione fornita il giorno prima, ma poi, dietro l’incalzare delle domande, dopo circa un’ora, scoppia in un pianto dirotto e racconta la verità.
Racconta di aver prestato 30mila euro ad una coppia di coniugi amici di famiglia, perché le avevano raccontato di essere in difficoltà economiche e lei, in buona fede, ha versato in più tranche, la somma indicata. Solo però che con il tempo i soldi non venivano restituiti e i familiari di lei iniziavano a chiederle che fine avessero fatto quei soldi. E così ieri, dopo l’ennesimo tentativo di farsi restituire i soldi risultato poi essere ancora vano, decideva di inscenare l’aggressione.
Non si sa bene lo scopo, se per attirare l’attenzione, se per simulare una rapina, questo ancora non si è ben chiarito. Le indagini continuano. La donna viene comunque deferita in stato di libertà all’A.G. per simulazione di reato e procurato allarme.
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