Presunta censura Rai a Fedez, Meritocrazia Italia: “hanno tutti torto o ragione”

176
Meritocrazia Italia censura
Meritocrazia Italia censura

La notizia di un condizionamento di “sistema” che avrebbe operato la RAI in ordine alla apparizione del cantante Fedez ha immediatamente fatto scattare la pubblica accusa, le posizioni politiche e le difese del comparto Rai. Se però ci abituassimo a vivere le vicende nel giusto approccio ossia seguendo la regola della verità allora dovremmo convincerci che nulla è una novità. Non è una novità che in Italia siano in vigore più sistemi. Non è una novità che nella RAI vi sia la politica (vedi nomine). Non è una novità che qualche condizionamento la Magistratura l’abbia avuto. Non è una novità che la lotta politica riguardi anche i servizi segreti. In tutto questo novero di verità già ben acquisite dai cittadini non c’è da far nascere né diavoli né angeli, soprattutto fingendo una presa posizione a favore del Popolo, che ha l’unico interesse di essere amministrato bene.
Evitiamo di santificare alcuni ed evitiamo di massacrare ciclicamente una organizzazione (vedi la RAI) che al suo interno ha tantissimi professionisti che fanno egregiamente e con onestà il proprio lavoro.

La polemica di oggi sulla dimensione della libertà di espressione e sugli assunti tentativi di censura del pensiero da parte delle televisioni di Stato non può non sollecitare un pensiero che va oltre la contingenza.
Il pericolo che si avverte forte, però, è sempre quello di cadere nel circolo vizioso che dall’odio e dall’intolleranza porta ad altro odio e ad altra diversa intolleranza.

Meritocrazia Italia prende le distanze, come ha sempre fatto, da ogni forma di spettacolarizzazione e strumentalizzazione dei bisogni e dei diritti fondamentali e da tentativi di Rivoluzione, talora pure fondati su giusti principi, ma fatti di denuncia e aggressione verbale. La strada per il cambiamento culturale e per il risveglio delle coscienze non è lastricata di gogna mediatica, moralismo e giustizialismo, ma di esempi virtuosi di garbo espressivo e di impegno nella promozione di un pensiero costruttivo e conciliante.

Per altro verso, è vero che l’indignazione è sollecitata dalle scelte di una classe politica che alle volte sembra poco capace di farsi portatrice di valori sani e di garbo istituzionale e di essere espressione di modelli di condotta eticamente responsabile, soprattutto da azionare in via preventiva.

L’auspicio è quello di un deciso un cambio di rotta nell’approccio alla comunicazione e al confronto, nella riconquista di quel piano valoriale che merita di essere difeso anche dalla tentazione di cedere alla provocazione del cattivo sentimento, fomentando battaglie utili a distrarre l’attenzione dai problemi concreti e dai bisogni dei cittadini, ad acuire le spaccature e destinate a restare senza vinti e vincitori, con gravi perdite in termini di opportunità di ripristino di equilibri sociali oggi in grave stato di precarietà. In fin dei conti hanno tutti ragione o meglio… forse hanno tutti torto.