Il fior fiore della ricerca scientifica mondiale è stata in grado di produrre vaccini anti covid in brevissimo tempo, grazie ai quali riusciamo ad affrontare la pandemia con danni molto minori che altrimenti… e c’è ancora molto da fare per la loro diffusione su tutto il Pianeta, senza la quale tutto continuerà ad essere provvisorio – si legge nel comunicato sui possibili effetti della cannabis che pubblichiamo dell’associazione Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) .
E’ di questi giorni una ricerca scientifica (di laboratorio) della Oregon State University pubblicata sul “Journal of Nature Products” in cui si dimostra come i composti trovati nella cannabis abbiano impedito al nuovo coronavirus, il virus che causa il covid-19, di penetrare nelle cellule umane e quindi di non infettarle (1).
Questa non è la prima ricerca ad aver collegato i cannabinoidi come potenziale trattamento per il nuovo coronavirus. Il ceo della israeliana Eybna Technologies, Nadav Eyal, ha pubblicato lo scorso anno una ricerca (2) che descrive l’efficacia di alcune sostanze chimiche che in natura proteggono la cannabis da batteri e parassiti (terpeni), nel trattamento o nella prevenzione umana del covid-19.
Non è la prima volta che la cannabis viene utilizzata in una varietà di prodotti: cibo, fibre, carburante. Una versatilità che si estende all’aspetto sanitario. La cannabis terapeutica, legale in Italia dal 2016, è usata per lenire diverse malattie. Sono tanti gli studi in corso per provare la sua efficacia per trattare il morbo di Alzheimer, perdita di appetito, il morbo di Crohn, cancro e altre malattie.
In Italia la cannabis terapeutica è legale dal 2016 e un referendum della prossima primavera ci chiederà se vogliamo legalizzare anche quella ludica. Ma quando si parla di cannabis si scatenano – essenzialmente a livello politico – ostracismi ideologici senza basi scientifiche, che non considerano che nella storia dell’umanità le più terribili malattie sono state arginate o bloccate proprio usando sostanze che abitualmente non erano considerate o valutate solo deleterie (si pensi alle muffe da cui derivano molti antibiotici e non solo).
La notizia di oggi sulle potenzialità della cannabis contro il covid-19 corre il rischio di subire la stessa stigmatizzazione che viene abitualmente dedicata alla cannabis? É probabile, visto che il nostro legislatore, per come tratta la già legale cannabis terapeutica (3) e per la legalizzazione dell’uso ludico di questa sostanza, ha deciso di non occuparsene, nonostante i molti progetti di legge in Parlamento, ma di “subire” il referendum.
Il mondo scientifico e quello civico sono abitualmente più avanti di quello politico. Spetta ai ricercatori impedire che non siano loro dati i mezzi per sviluppare questa opportunità. Spetta ai cittadini creare supporti alla politica perché sia colta questa occasione.
NOTE
1 – https://www.aduc.it/notizia/cannabinoidi+bloccano+ingresso+cellulare+varianti_138478.php
2 – Nota
3 – ostracismo per produzione e distribuzione