Prezzi alimentari in calo, ma crescono in tavola. Cattivo funzionamento della complessità

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Leggere, come accade oggi per il rapporto Fao (1) sui prezzi alimentari, che i prezzi di questi ultimi sono in calo, potrebbe far sobbalzare visti gli alti livelli inflattivi in Italia, Ue e resto del mondo.

I prezzi dei prodotti alimentari sono in calo da mesi e in queste ultime settimane il calo è stato aiutato anche dalla ripartenza delle navi di cereali dai porti ucraini del mar Nero (2). L’invasione dell’Ucraina, quindi, ha condizionato il mercato mondiale fino ad un certo punto. E si può dire altrettanto per i rincari dei prodotti energetici.

E allora, perché l’inflazione aumenta?
Stiamo parlando dei prezzi dei prodotti base: il chicco di grano o il latte appena munto o la carne appena macellata non li mangiamo. Prima che arrivino sulla tavola hanno bisogno di distribuzione all’ingrosso, lavorazione, distribuzione al dettaglio e governance di tutte queste fasi.

L’inflazione, quindi, sembra che sia dovuta solo alle fasi successive alla produzione. La crisi, la mancanza di equilibrio, è nella governance, fino a governo e amministrazione dei nostri sistemi e regimi.
Per molto semplificare: se un sistema elettorale viene considerato pessimo (3), le conseguenze negative si riflettono a catena su tutto quello che ha a che fare con le decisioni di chi abbiamo eletto; per cui, pur se il chicco di grano ci sosta meno, le negatività della filiera (nel nostro caso per le decisioni che dettano le regole della stessa) fino alla nostra tavola annullano questo vantaggio e fanno aumentare il prezzo.

Il problema GROSSO è quindi nelle nostre organizzazioni tecnico-commerciali e nelle istituzioni. Constatazione che ci fa anche pensare che se questo problema fosse meno grosso, i prezzi di acquisto dei prodotti base potrebbero essere maggiori e i lavoratori dei prodotti base (in genere in Paesi abbastanza disgraziati) se ne avvantaggerebbero (multinazionali permettendo…).

Ogni nostra azione – consumatori e cittadini – non è mai fine a se stessa. Interessarsi perché sia meglio finalizzata, e non alla decisione di disonesti, furbi e casualità, fa bene a noi stessi.

1 – Fao – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Si tratta di prodotti base delle catene alimentari: cereali, grano, mais, orzo, sorgo, carne di pollame e bovina (in crescita la suina, ma contenuta), zucchero; in crescita l’olio di soia ma compensato dal calo degli olii di palma e girasole; e mentre il latte costa meno così come i prodotti lattiero-caseari, tendenza contraria per il formaggio.
2 – quelle bloccate dalla invasione e dai furti di Putin a discapito dell’Ucraina.
3 – in questa campagna elettorale lo si sente ripetere da tutti, che sono quasi sempre gli stessi “tutti” che lo hanno scelto.

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Fonte: Prezzi alimentari in calo… ma crescono in tavola. Cattivo funzionamento della complessità

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