Le stime preliminari del mese di marzo sull’inflazione annuale registrano +6,7% su base annua e +1,2% su base mensile (1) – si legge nella nota che pubblichiamo sui prezzi in aumentro a firma dell’Aduc (qui altre note dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –. L’Istat sottolinea che la pare del leone la fanno i beni energetici, seguiti da quelli alimentari, durevoli e trasporti.
Non ci si poteva immaginare numeri diversi e, grossomodo, in linea con quelli di altri paesi del mondo simili al nostro e in Ue. I bollettini quotidiani di guerra che giungono da più parti ormai scandiscono il ritmo di dove siamo e dove stiamo andando. Le istituzioni stanno facendo il possibile per tamponare, ma non possiamo pretendere più di tanto visto il regime economico, politico e sociale del nostro Paese e, pur se in modo leggermente diverso, degli altri nostri partner Ue.
Non si può pretendere – Draghi o non Draghi – che il traballante regime italiano possa reagire in modo diverso. E anche se facciamo il paragone con altri Paesi con dati inflazionistici simile al nostro, purtroppo per l’Italia dobbiamo registrare la scarsa chiarezza per il futuro e la totale dipendenza da decisioni che non competono le istituzioni nazionali.
Futuro che, per quanto riguarda la tipologia che maggiormente contribuisce all’inflazione, l’energetica, al momento non sembra registrare per i prezzi passi significativi e interessanti. Certo, ci sono i vagheggiamenti del ritorno totale al fossile o quelli al nucleare, ma… per l’appunto, vagheggiamenti, niente di immediato e, soprattutto, che non comprometta l’impegno (italiano ed europeo) al Green Deal (2).
Come i consumatori possono non essere vittime e sudditi?
Prima di tutto rendendosi conto che lo Stato assistenziale, per quanto importante che ci sia, non è senza fondo: ogni centesimo che si pretende e si ottiene per se stessi, è un centesimo levato da qualche altra parte e che, negativamente, si ritorce poi anche sul beneficiario dell’assistenza. Questo per sottolineare che, più che pretese di maggiore assistenza per sé o la propria corporazione, è bene rivendicare giustizia e diritti: eguaglianza e opportunità. Il nostro Stato non è ben attrezzato in materia, ma l’opportunità che ci viene offerta da questa crisi totale può essere colta a volo da istituzioni e singoli: le prime (istituzioni) piallando burocrazia e fiscalità che divora se stessa, i secondi (singoli) reinventandosi, riformandosi, riscrivendo le proprie tabelle di marcia quotidiane, passando dallo sfrenato consumismo degli ultimi decenni ad un ragionato, utile ed essenziale consumo.
Per i consumatori questo implica di dover alzare maggiormente i livelli di attenzione sui prezzi e di partecipazione.
E’ una tendenza, non una ricetta miracolosa. Nei prossimi mesi aspettiamoci percentuali d’inflazione peggiori di quelle attuali: pandemie e guerre, militari ed economiche ed umane (3) sono solo all’inizio. Se ci organizziamo come individui consapevoli di una collettività, è probabile che ci faremo meno male.
Associazioni come Aduc, e non solo, svolgono un ruolo importante e delicato in questo momento: congiunzione tra individui e famiglie con le istituzioni.
1 – nota
2 – https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal_it
3 – da non sottovalutare la portate di rifugiate ed immigrati, da accogliere ed integrare nel nostro quotidiano e nel nostro welfare.
François-Marie Arouet – Aduc