Primo Maggio e prima passeggiata in quarantena: risorgive della Seriola e “laghetto” di Maddalene

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Un Primo Maggio che sa di Liberazione dopo l’ordinanza di lunedì 27 aprile del presidente della Regione Veneto Luca Zaia che appunto “liberalizzava” le passeggiate lunghe, liberando i Veneti allo stesso tempo del vincolo dei 200 metri e dell’ambiguità della rimozione di quello stesso vincolo, ma con la raccomandazione della non meglio specificata prossimità.

Chi scrive non ha mai voluto cercare cavilli nelle varie ordinanze e decreti per svolgere la sua sacrosanta passeggiata domenicale, che da sempre funge come attività fisica ma anche toccasana per riordinare i pensieri, e quindi da due mesi a questa parte è uscito di casa solo per fare la spesa, cercando di farlo solo una volta alla settimana, 700 metri a piedi tra andata e ritorno.

Oggi dunque la prima tappa della lunga passeggiata sono state le risorgive della Seriola e il laghetto delle Maddalene, nell’omonima frazione di Vicenza, circa 7 chilometri tra andata e ritorno. Non ho fatto foto per una questione di privacy, ma potete fidarvi se vi dico che tutte le persone incontrate, a piedi, in bici, in auto, indossavano guanti e mascherina, segno che il senso di responsabilità non è un’utopia e che riaprire in sicurezza probabilmente si può.

Come spiega bene l’Arpav,  «l’area delle Risorgive della Seriola è costituita da un sistema di polle anastomizzate coperte da un boschetto igrofilo, collegata alla Boja delle Maddalene, bacino in parte di origine artificiale originatosi a seguito della realizzazione di uno sbarramento, con una formazione di Ontano comune di buon grado di naturalità, inframezzate da una roggia con acqua corrente». Dopo la passeggiata ci si può rilassare all’ombra e bere l’acqua pura della fonte.

Subito prima di entrare si è però colpiti dall’attualità, cioè la Bretella dell’Albera, un raccordo della tangenziale che, stando a chi ha imbrattato il cartello d’ingresso, minaccerebbe l’intera oasi naturale.

Per il momento non resta che godersi quest’oasi naturale, assieme ai parchi, che aprono da lunedì, e alle tante zone verdi di Vicenza, che per fortuna rimangono. E la speranza di chi scrive è che lo facciano anche in futuro, dato che le zone verdi, fluviali, boschive, pianeggianti e montuose all’interno del Comune di Vicenza contribuiscono, assieme alle perle architettoniche del Centro Storico e alle ville, a renderla un gioiello di città.






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