Primo Maggio sarebbe giorno della Festa del Lavoro, PRC: “per lavoratori italiani c’è poco da festeggiare e molto per cui essere incazzati”

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Primo maggio di lotta
Primo maggio di lotta

Non sono sufficienti altre parole, alla vigilia del Primo Maggio, la Festa del Lavoro, per esprimere i sentimenti che suscita la sequenza dei dati che arrivano dal Censis e dall’Istat sulle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori e sull’aumento delle disuguaglianze. Tra il 2010 e il 2020 le retribuzioni lorde sono diminuite dell’8,3% reale, peggio di noi solo la Grecia e la Spagna.
E’ confermata la condizione di inferiorità retributiva dei giovani che a 29 anni, l’età in cui servirebbero risorse per rendersi indipendenti o metter su famiglia, guadagnano il 40% in meno degli over 55; ancor più grave il gap di genere perché penalizza le donne in quanto tali: indipendentemente dalle fasce d’età, guadagnano il 37% in meno degli uomini.
Il raffronto tra assunti a tempo determinato e indeterminato, i primi guadagnano il 32% meno dei secondi, spiega la corsa delle aziende ad aumentare la precarietà sostituendo lavoratori stabili a tempo pieno con posti precari.
il panorama delle disuguaglianze in un quadro di bassi salari generale viene concluso con la differenza di condizioni tra il nord e il sud del paese con un differenziale del 28% a danno delle lavoratrici e dei lavoratori del meridione d’Italia.
Non siamo sorpresi. Sono 40 anni che va avanti l’attacco ai salari. Solo nel decennio precedente la perdita del potere d’acquisto è stata perfino più consistente arrivando a quasi 6 mila euro in meno per dipendente.
Ora, sui loro redditi bassissimi, già colpiti dai recenti aumenti di bollette e costo della vita, si vogliono scaricare i costi crescenti della guerra e delle sanzioni.
Lo conferma di nuovo puntualmente l’Istat prevedendo che “seguendo i meccanismi degli incrementi contrattuali, la perdita di potere d’acquisto nel 2022 sarebbe di un ulteriore 5%.”
Lo diciamo da tempo: occorre cambiare registro e rilanciare le lotte.
La giornata del Primo Maggio deve segnare l’inizio di una nuova grande stagione di lotte che coinvolga tutto il mondo del lavoro e tutti i soggetti che pagano i costi delle crisi del capitalismo e della guerra per ribaltare le politiche neoliberiste e avviare il cambiamento.

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SCIOPERO GENERALE contro il governo della guerra e del carovita!

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea