La quindicesima udienza del processo BPVi giovedì 26 settembre è stata monopolizzata da Emanuele Gatti, dirigente di Banca d’Italia e ispettore capo del team ispettivo della Bce nel 2015 (qui il nostro lancio immediato di alcune dichiarazioni: “… per Emanuele Gatti (Bce) Zonin sapeva delle baciate, non di fondi esteri e lettere di riacquisto“).
Ora pubblichiamo la seconda parte delle lunghissima deposizione di Emanuele Gatti (qui la prima col titolo “Processo BPVi 26 settembre, Gatti (Bce) in video rivela la “pervasività” della mala gestio della banca. Rimane da indagare… il ruolo di Bankitalia“) che dà completo conto anche al titolo della prima.
Il collegio, presieduto da Deborah De Stefano con giudici a latere Elena Garbo e Camilla Amedoro, e il pm Luigi Salvadori, di sicuro hanno stimolato le risposte del dr. Gatti ma le difese, in primis quella dell’avv. Enrico Ambrosetti per Zonin, hanno provato a scardinare lue accuse puntando non al quadro generale che vedeva anche secondo l’ispettore capo del team della Bce l’ex presidente come dominus assoluto ma ai fatti singoli che provassero lo specifico coinvolgimento degli imputati più sotto tiro di Gatti e, cioè, nell’assenza di Sorato rinviato ad altro processo, di Zonin, Giustini e Piazzetta stante il ruolo “passivo” in questo caso di Pellegrini.
Non sono mancate, in questa seconda parte dell’udienza, le “bacchettate” del presidente Deborah De Stefano ai rappresentanti delle parti civili (per i risparmiatori di fatto fisicamente solo gli indefessi avv. Michele Vettore e Paolo Ciccotto) quando hanno provato (se istintivamente o ad arte, non sappiamo) ma contro procedura, visto che Banca d’Italia, di cui pure Gatti è dirigente, non è imputata ma, sia pure opinabilmente anche per chi scrive, solo e addirittura parte civile in questo processo, a fare domande “accusatorie” o attinenti al capo di imputazione, ostacolo alla vigilanza, per il quale non sono state ammessi come parti civili i risparmiatori soci della BPVi.
Ma equa nei fermi rimbrotti è stata la presidente De Stefano anche col difensore di Giuseppe Zigliotto, Giovanni Manfredini, che, dopo l’intervento, bocciato in molti passaggi, del collega e figlio Giulio, ha riprovato a riproporne i quesiti già non ammessi e a deviare sulle situazioni di Veneto Banca.
Se il giudice Deborah De Stefano lo ha zittito con un “avvocato, le domande, se lei ha ascoltato, sono state già poste da suo figlio e, poi, bocciate e, infine, qui stiamo giudicando BPVi e non Veneto Banca!”, non è stato difficile leggere sul volto dell’avv. Ambrosetti un qualche disagio per alcune delle domande ammesse che, per le risposte date da Gatti, sono parse più un autogol che un punto a favore…
Ma vedete, ascoltare e valutate voi che in quell’aula vuota, che le difese non volevano, chiedendo lo spostamento della competenza del processo BPVi a Venezia, in quanto Vicenza sarebbe stato il possibile “covo” di orde di assetati di vendetta contro i vertici della banca, non ci siete né direttamente n é, se siete parti civili, con i vostri legali.
N.B. Oltre che i verbali di udienza disponibili ora su bankileaks.com sezione Documenti & Files Premium, proponiamo i video integrali in esclusiva del processo BPVi dall’udienza del 13 giugno su questo mezzo, sul nostro canale YouTube e sul canale streaming VicenzaPiu.tv e LaPiu.Tv (qui il nostro palinsesto) visibili su Pc e tramite l’omonima App disponibile gratuitamente per l’ambiente iOs e Android.