La quindicesima udienza del processo BPVi giovedì 26 settembre è stata monopolizzata da Emanuele Gatti, dirigente di Banca d’Italia e ispettore capo del team ispettivo della Bce nel 2015 (qui il nostro lancio immediato di alcune dichiarazioni: “… per Emanuele Gatti (Bce) Zonin sapeva delle baciate, non di fondi esteri e lettere di riacquisto“).
Qui pubblichiamo, come al solito, la prima parte delle lunghissima deposizione (più tardi la seconda) davanti al collegio presieduto da Deborah De Stefano con giudici a latere Elena Garbo e Camilla Amedoro, al pm Luigi Salvadori, alle difese e ai rappresentanti delle parti civili (per i risparmiatori di fatto fisicamente solo gli avv. Michele Vettore e Paolo Ciccotto).
Di seguito riprendiamo dal lancio alcune delle frasi chiave, la cui versione esatta è nei video e che, insieme a molte altre, approfondiremo in un prossimo futuro perché più di una volta l’espertissimo dr. Emanuele Gatti è parso tutelare oltre alla verità processuale quella particolare a cui tiene Banca d’Italia, su cui Vettore e Ciccotto hanno provato a fare delle domande prontamente stoppate dalla presidente Deborah De Stefano, che processualmente ha fatto correttamente rilevare che Bankitalia nel processo risulta parte civile e non imputata.
Nel processo no, di certo e con più di un dubbio al riguardo, che potranno sciogliere o confermare solo le valutazioni storico economiche di commentatori e analisti indipendenti oltre che gli approfondimenti della prossima commissione d’inchiesta se mai partirà (ci sono al momento anche i due parlamentari vicentini Pierantonio Zanettin e Silvia Covolo e due altri veneti come Dimitri Coin e Alvise Maniero), avendo sul serio nel mirino il “sistema” finanziario e non solo alcuni suoi elementi operativi e finali come le singole banche.
Ecco, quindi, alcune delle frasi di Emanuele Gatti che ieri ci avevano colpito e che siamo riusciti ad appuntare tra molte altre, alcune anche più importanti, che troverete nei video:
- l’area finanza della BPVi generava gran parte degli utili, fatto anomalo per una banca di territorio avessero
- c’erano accrediti a clienti che non facevano parte di quelli finanziati per le baciate ma a cui evidentemente si riconoscevano rendimenti promessi sulle azioni sottoscritte
- nessun componente dei Cda si è mai chiesto il perché di così tante azioni BPVi in pancia ai fondi esteri, dei finanziamenti ai gruppi Marchini, De Gennaro e Fusillo (ieri dichiarato insolvente) per l’entità degli importi e visto che già esistevano difficoltà nei rientri da altri finanziamenti e dell’essere diventata di fatto la maggiore azionista del fondo Methorios
- la banca ha collaborato per le verifiche sulle baciate ma ha frapposto ostacoli all’individuazione degli investimenti sottostanti ai finanziamenti ai fondi esteri finché non chiarimmo che in mancanza di giustificazioni chiare tutti i 350 milioni all’epoca da noi ritrovati li avremmo scomputati dal patrimonio di vigilanza
- a quel punto avemmo accesso alle informazioni richieste e Sorato disse che il presidente Zonin era al corrente di tutto (in quel momento l’ex presidente sorride come a voler sottolineare la non credibilità di quanto detto dall’ex ad e dg)
- la mia impressione fu che il presidente fosse colpito dalla questioni correlate ai fondi esteri mentre si diceva a conoscenza delle operazioni baciate, magari non nella misura che poi si rivelò essere quella reale ma fatte, a sua detta, per il bene dell’Istituto
- informato sui finanziamenti ai fondi esteri e, soprattutto, ai gruppi suddetti, che già non pagavano, Zonin mi disse chiaramente che per lui Sorato e Piazzetta avrebbero operato per “interessi personali economici”
- il cda ratificò solo nel 2013 le operazioni predette effettuate senza la relativa delega nel 2012
- il 7 maggio incontrai a Milano su sua richiesta Gianni Zonin e lo misi al corrente specificamente delle questioni relative alle baciate, ai fondi e, fenomeno appena emerso, delle lettere di impegno sulle baciate
- abbiamo ritenuto che ci fossero responsabilità gravissime del cda intero dal punto di vista gestionale (quello penale non era di mia competenza) per l’evaporazione di un terzo almeno del patrimonio
- siccome il compito della vigilanza, specialmente in un momento di transizione delle competenze da Bankitalia a Bce, era anche quello di far porre in atto quanto necessario a salvare la banca, suggerii al presidente a Milano (in presenza di una volontà dura della Bce che, poi, arrivò a chiedere già nel 2015 la risoluzione della banca, poi evitata per carenza di motivazioni legali e per il cambiamento del vertici attuato nel frattempo) di dare immediatamente un segno forte di discontinuità traducibile nel fare a meno del dg Sorato, del responsabile della finanza Piazzetta e del vice dg Giustini lasciando a una fase successiva il traghettamento dal vecchio presidente a una nuova figura
- il presidio sulla gestione della BPVi di Gianni Zonin era molto forte, era notorio che nulla si muovesse senza che il presidente lo sapesse
- dopo il 7 maggio in un altro incontro con Zonin, a cui nel frattempo divenne chiara la dimensione del fenomeno delle baciate, il presidente definì Sorato come “un asino”
- Sorato ci disse che aveva dovuto fare quanto avevamo riscontrato per il bene della banca ma sempre informandone il presidente
- le schede giustificative presentate dal vice dg Giustini al mio collaboratore più stretto sulle 47 posizioni di baciate contestate erano da considerare inefficaci allo scopo di poterne reinserire gli importi nel patrimonio di vigilanza perché non era rilevante ma ultroneo il fatto che i finanziamenti per le baciate fossero concessi a clienti con elevato merito creditizio mentre per noi era dirimente semplicemente che quegli importi fossero utilizzati per le suddette operazioni
- la solvibilità dei clienti finanziati è cosa ben diversa dalla esigibilità dei crediti (“se ti chiedo il favore di fare delle baciate, non ti potrò mai chiedere il rientro…”)
- Gianni Zonin gestiva il consenso della base sociale accreditandosi come banchiere di primo livello anche grazie a una quotazione non corrispondente alla realtà
- dopo una settimana chiedemmo di svalutare gli avviamenti (valore delle filiali acquistate, ndr) cosa fatta dalle altre banche dal 2011 ew mai fatto dalla BPVi
- il valore delle azioni del perito Bini, dopo una nostra rapida valutazione, andava per lo meno abbassato a 44 euro tanto più che la Bce chiedeva di tener contro del risultato economico del 2014. Dopo una sorta di “trattativa” con Sorato, che sosteneva che il cda mai avrebbe approvato una quotazione inferiore a 50 euro, lo stesso cda decise di portare all’assemblea dei soci per l’approvazione un valore di 48 euro che Bini dovette avallare, su richiesta della banca, con una nuova perizia
- la struttura di Pellegrini non aveva altra funzione se non quella di fornire dati al cda per le determinazioni conseguenti
- parlando con Paolo Angius, membro del cda e consigliere fidato di Zonin, mi fu detto che Sorato fu allontanato dalla banca per la questione fondi e correlati mentre Giustini lo fu per le lettere di impegno al riacquisto delle baciate di cui all’epoca ne facemmo emergere ben 62
- nessuno del cda (rispondendo al legale di Bankitalia) mise in discussione il valore dell’azione periziato dal prof. Bini
- sulla generalizzazione delle responsabilità dei vari settori (rispondendo d’ora in poi all’avv. Ambrosetti, legale di Zonin) è da considerare il fatto che qui non si parla di un caso di malversazione di un settore ma di tutta la banca per cui ogni settore con sue eventuali azioni, ovviamente contrastate, come nel caso dell’audit, dai vertici, avrebbe rischiato di destabilizzare tutto l’Istituto
- il cda aveva l’obbligo di controllare tutto quanto riguardasse due operazioni straordinarie come i due consistenti e ravvicinati aumenti di capitale, quelli del 2013 e 2014
- nel 2007 e, poi, nel 2008 Banca d’Italia obiettò sul valore delle azioni e sul metodo della sua determinazione e la BPVi pensò di rispondere al rilievo nominando periti esterni. Ma il perito fa una stima, mentre è compito e responsabilità dell’intero cda fissare il valore da proporre all’approvazione dell’assemblea. dei soci
- ì sindaci da me incontrati, tra essi ovviamente anche e in primis il presidente Zamberlan, sembravano non rendersi conto delle loro responsabilità
- il mio giudizio sul collegio sindacale è tranchant…
Il resto e i dettagli, e non sarà poco, al video successivo…
N.B. Oltre che i verbali di udienza disponibili ora su bankileaks.com sezione Documenti & Files Premium, proponiamo i video integrali in esclusiva del processo BPVi dall’udienza del 13 giugno su questo mezzo, sul nostro canale YouTube e sul canale streaming VicenzaPiu.tv e LaPiu.Tv (qui il nostro palinsesto) visibili su Pc e tramite l’omonima App disponibile gratuitamente per l’ambiente iOs e Android.