Processo BPVi 26 settembre nel… deserto, Marco Nichele (ex BPVi) in video. Solito copione ci fa chiedere: non saranno pochi gli imputati?

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È tornata la noia il 27 settembre al processo BPVi quando a deporre è stato chiamato Marco Nichele, ex BPVi, che ha ripetuto tutto quello che si sa (e lo sapevano da anni quelli che, in banca e fuori, solo avessero accennato ad alzare un sopracciglio) davanti al collegio, presieduto da Deborah De Stefano con giudici a latere Elena Garbo e Camilla Amedoro, il pm Gianni Pipeschi in un’aula sempre più deserta fisicamente di risparmiatori e di legali che li rappresentano come parti civili, a parte gli stoici avvocati Michele Vettore, che sostituiva il 27 anche Renato Bertelle, arrivato e uscito per altri impegni, e Paolo Ciccotto.

Ci sarebbe, per inciso, da chiedersi se questo giornale doveva sgolarsi così tanto (ed essere massacrato in aule vicine più disposte a condannare che ad ascoltare le ragioni della stampa indipendente) nel denunciare le malefatte vicentine (e del sistema finanziario) e quali minacce ambientali c’erano per Gianni Zonin & c. tali da giustificare la richiesta di assegnare il processa. Venezia piuttosto che a Vicenza…

Se per la prima domanda basta la mia follia professionale a dare una risposta, la seconda trova sfogo nelle tecniche dilatorie degli avvocati con l’attuale legislazione che, infatti, c’è chi non vuole modificare per allungare i termini di prescrizione di certi reati.

Comunque dopo le tante informazioni e gli altrettanti dubbi sull’operato di Banca d’Italia che ha lasciato la testimonianza fiume del 26 settembre di Emanuele Gatti, dirigente di via Nazionale, parte… offesa, ma sentito come ispettore capo del team ispettivo della Bce, la terza domanda, questa volta di cronaca, che viene da porsi è la seguente: perché tra gli imputati, oltre a tutti gli altri membri del cda e ai sindaci, tutti condannati da Gatti, tanto rispettoso delle verità ispettive quanto protettore del back stage, ma tutti assenti nelle carte non ci sono tutti gli ex dirigenti e funzionari della BPVi che oggi continuano a dire che, sì, loro sapevano e magari agivano di conseguenza ma…

Ci si potrebbe rispondere semplicisticamente con la necessità di avere testimoni di accusa e non solo… imputati e allora, per evitare altre domande lancinanti (e magari… denunciabili dai soliti noti), vi invitiamo a vedere (ed ascoltare) il video della testimonianza di Marco Nichele, che, come per tutte le udienze del processo BPVi, pubblichiamo integralmente con grande sforzo editoriale (noi siamo molto piccoli e molto di più… aggrediti ma non molliamo e se voi ci deste una mano cliccando qui e poi scegliendo come non sarebbe male…) e vi lasciamo alla cronaca su Il Corriere del Veneto del collega Federico Nicoletti.

«Popolare Vicenza, Miranda sapeva delle azioni baciate

«Ho appreso che il consigliere Franco Miranda era a conoscenza delle baciate». È toccato a Marco Nichele, 57 anni, ex vicedirettore di Cariprato e poi capo area a Vicenza Nord, tra Bassano e Thiene, deporre ieri al processo per il crac Bpvi. Il suo nome era già uscito perché al centro di episodi tesi sul nodo «baciate». Nichele li ha confermati ieri al Pm Gianni Pipeschi.

Come quello a margine della riunione alla tenuta di Ca’ Tron in cui lui ed Enzo Dalle Carbonare, il capoarea poi licenziato per essersi opposto alle «baciate», vennero apostrofati dall’ex direttore generale Samuele Sorato con la frase «Prima o poi ti becco». O la riunione del 2014 sul mini-aumento di capitale, in cui Nichele, contestando i dati sui risultati si sentì dire dal vicedirettore generale Emanuele Giustini: «Se ci fosse Sorato ti avrebbe licenziato».

Nichele ha confermato anche le «baciate» gestite o viste transitare per la sua area, da quelle di Carlo Brunetti e Alberta Baggio a quelle della Elan dei Cattelan, e quella rifilata al conte Malinverni. E anche le pressioni per portare a casa il risultato senza tante storie: «In varie riunioni il direttore regionale Claudio Giacon ci disse: ‘Se non raggiungiamo gli obiettivi ci lasciano a casa’. Più andavamo avanti più ci rendevamo conto che uno strumento provvisorio era diventato altro».

Ma il nodo che corre sempre sul filo del rasoio in questo processo è se il cda sapesse. Nichele conferma quanto già dichiarato su Miranda negli interrogatori del 2015. Ma anche, a domanda di Enrico Ambrosetti, difensore dell’ex presidente Gianni Zonin, rispetto a quanto andava in cda, che parlando della riqualificazione degli impieghi dell’ex consigliere Roberto Zuccato, «che il mio vicecapoarea mi disse che la situazione non era prospettata com’era».

N.B. Oltre che i verbali di udienza disponibili ora su bankileaks.com sezione Documenti & Files Premium, proponiamo i video integrali in esclusiva del processo BPVi dall’udienza del 13 giugno su questo mezzo, sul nostro canale YouTube e sul canale streaming VicenzaPiu.tv e LaPiu.Tv (qui il nostro palinsesto) visibili su Pc e tramite l’omonima App disponibile gratuitamente per l’ambiente iOs e Android.